18 aprile 2009

L'AFGHANISTAN E LA NATO

Di Noam Chomsky

Fin dall'antichità, la regione ora conosciuta come Afghanistan è stato un traguardo per i potenziali conquistatori. Alessandro Magno, Gengis Khan e Tamerlàn hanno regnato lì.
Durante il XX secolo, gli imperi britannici e russi hanno cercato di conquistare la supremazia nell'Asia Centrale. Questa rivalità è stata denominata come il Grande Gioco. Nel 1893, sir Henry Mortimer Durand, un funzionario coloniale britannico, ha tracciato una linea di 500 mila miglia definendo l'estremo occidente dell'India, controllata dalla Gran Bretagna.

La linea Durand attraversava le aree delle tribù dei pashtunes che erano considerate dagli afgani come parte dei loro territori. Nel 1947, la parte nord-occidentale della regione divenne un nuovo stato del Pakistan.
Il Gran Gioco continua in Afghanistan-Pakistan, o Afpak, come viene chiamato ora. Il termine ha senso in una regione, su ambi i lati della porosa linea Durand, che la popolazione non ha mai accettato e alla quale lo stato dall' Afghanistan si è sempre opposto, quando ancora era funzionante.
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Un indelebile segno storico è che il popolo afgano ha sempre combattuto gli invasori.
L'Afghanistan continua ad essere un premio geostrategico nel Grande Gioco. In Afpak, il presidente Barack Obama ha agito, in base alle promesse fatte durante la campagna elettorale, aumentando la guerra in modo considerevole, facendo avanzare le modalità di escalation portati avanti dal governo di George W. Bush.
Attualmente, l'Afghanistan è occupato dagli Stati Uniti e i suoi alleati dell'Organizzazione del Trattato Del Nord Atlantico (NATO). La presenza militare straniera genera solo scontri quando è necessario uno sforzo comune tra le potenze regionali, tra di esse la Cina, India, Iran, Pakistan e Russia, che possono aiutare gli afgani ad affrontare i loro problemi interni, così come credono in molti. 

La NATO è andata molto oltre quelle che erano le sue origini durante la Guerra Fredda. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, questa organizzazione ha perso la motivazione della sua esistenza: la difesa contro un ipotetico attacco russo. Ma velocemente ha assunto nuovi compiti. Il Presidente Bill Clinton, violando le promesse fatte a Mijail Gorbachov, l'ha ingrandita verso l'est, una seria minaccia per la Russia e questo, in modo naturale, ha aumentato le tensioni internazionali. 

L'assessore alla Sicurezza Nazionale del Presidente Obama, James Jones, comandante supremo della Nato in Europa tra il 2003 e il 2006, è favorevole alla sua espansione verso l'est e il sud. Questi passi rafforzerebbero il controllo delle forniture di energia degli Stati Uniti in Medio Oriente.
E' anche favorevole ad una risposta forte, che darà all' alleanza controllata dagli Usa "una maggiore capacità di agire velocemente e a distanze molto lunghe".

Questa missione della NATO potrebbe includere l'oleodotto progettato TAPI, che è costruito con un costo di 7,600 milioni di dollari e che fornirà gas naturale dal Turkemenistàn al Pakistan e l'India. Le tubature attraverseranno la provincia afgana di Kandahar, dove ci sono i soldati canadesi. Washington ha favortio TAPI perchè bloccherà un oleodotto competitivo dall' Iran all'India al Pakistan e ridurrà il controllo dell'energia dell'Asia Centrale da parte della Russia. Ma non risulta chiaro, invece, se questi piani sono realistici considerando l'attuale agitazione che esiste in Afghanistan.
La Cina potrebbe rappresentare la principale preoccupazione di Washington. L'Organizzazione di Cooperazione di Shangai, con sede in Cina, e che alcuni analisti considerano un potenziale contrappeso per la Nato, include la Russia e altri stati dell' Asia centrale. L'India, l'Iran e il Pakistan sono degli osservatori ed esistono delle speculazioni sul fatto se si aggiungeranno all'organizzazione. 

La Cina ha approffondito i suoi rapporti con l'Arabia Saudita, la perla della corona nel sistema di somministrazione del petrolio.
Una forza che si oppone alle manovre della grande potenza è il vigoroso movimento della pace che sta crescendo in Afghanistan. Gli attivisti hanno chiesto la fine della violenza e che si stabiliscano delle negoziazioni con i talebani. Questi afgani danno il benvenuto all'aiuto estermo, per la ricostruzione e lo sviluppo, che non abbiano scopi militari. 

Il movimento della pace sta raccogliendo tanto sostegno popolare in Afghanistan che i soldati che gli Usa stanno inviando in questo paese non solo dovranno affrontare i talebani ma anche ad "un nemico senza armi, ma ugualmente travolgente: l'opinione pubblica", informa Pamela Constable, nel the Washington Post, dopo una recente visista in Afghanistan. Molti afgani dicono che ulteriori soldati stranieri invece di aiutare a sconfiggere gli insorti, aumenteranno il problema. 

La maggior parte degli afgani intervistati da Constable, dicono di preferire un accordo negoziato con gli insorti. Il primo messaggio del presidente afgano Hamid Karzai a Obama e che sembra non abbia avuto risposta, è stato quello di cessare gli attacchi contro i civili. Karzai ha anche informato una delegazione delle Nazioni Unite che desidera un calendario per la ritirata dei soldati stranieri (Usa). Quindi ha perso il favore di Washington. Come risultato, dall'essere il favorito dai mass media Usa è passato ad essere un leader "corrotto" e di "poco affidabile", ecc..... Ci sono versioni giornalistiche che dicono che gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno pianificando di metterlo al bando in favore di una figura scelta da loro.

La popolarità di Karzai è diminuita in Afghanistan, anche se continua ad essere superiore a quella dei soldati di occupazione statunitensi.
Una prospettiva utile viene da un inviato britannico con molta esperienza, Jason Burke che scrive: "Abbiamo ancora speranze di costruire lo stato che vogliamo che gli afgani desiderano, al posto dello Stato che in realtà loro vogliono" Se si domanda qual'è lo Stato che gli afgani desiderebbero, molti risponderanno: "qualcosa di simile all' Iran..."

Il ruolo dell'Iran è particolarmente importante. Ha rapporti molto stretti con l'Afghanistan. Si oppone ai talebani ed ha offerto un sostanziale aiuto per mandarlo via. E come ricompensa, ha ricevuto il dono di fare parte dell'asse del male. L'Iran ha più interessi in un Afganistan fiorente e stabile, più di qualsiasi altro paese, mantiene relazioni naturali con il Pakistan, India, Turchia, Cina e Russia. Queste relazioni potrebbero svilupparsi, forse, in associazione con l'Organizzazione di Cooperazione di Shangai, se gli Usa continuano a bloccare le relazioni dell'Iran con il mondo occidentale.

Questa settimana, in una conferenza dell'Onu sull'Afghanistan realizzata a LA Haya, Karzai si è riunito con funzionari iraniani che hanno promesso dare aiuto per la ricostruzione e cooperare negli intenti regionali di frenare il narcotraffico nella nazione asiatica.
La politica dell'avanzata di Bush e Obama non permette un accordo pacifico in Afghanistan o nella regione. Ciò che sembra importante è che ci siano delle negoziazioni tra gli afgani senza l'interferenza straniera, sia che si tratti del Grande Gioco che di un'altra cosa.
I problemi dell'Afghanistan devono essere risolti dagli afgani stessi.


Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

1 commento:

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