
I palestinesi hanno messo mano al canale di ricerca Google? Una semplice ricerca della parola "Israele" indica che non è così. Però, il Ministro degli Esteri di Israele, sembra essere convinto che esiste un complotto internazionale contro lo stato ebraico ed esige che vengano prese misure urgenti.
Il mese scorso questo stesso ministro ha lanciato una campagna per reclutare a naviganti ebraici e non ebraici che siano disposti a dedicare parte del loro tempo libero a scrivere nei fori e blogs di internet difendendo Israele in tutte le lingue immaginabili. I volontari ricevono tramite posta elettronica l'informazione che devono introdurre in rete.
La seconda parte della campagna, che inizia adesso, pretende di mettere a freno il teorico complotto internazionale di Google. Il ministero assicura che quando si mette nella barra di ricerca la parola "Israele" o altra simile, la prima cosa che appare sono immagini di distruzione che hanno causato nella striscia di Gaza.
Il Ministero degli Esteri afferma che c'è un complotto su Google.
Allo stesso modo, dice che non può essere che quando si introduce la parola Inghilterra appaia il Big Ben, quando si cerca "Francia" appaia la cattedrale di Notre Dame, ma quando si ricerca "Israele" appaiano le immagini delle case distrutte a Gaza dai bombardamenti o il reattore nucleare di Dimona.
Destinato a Turisti.
Al ministero degli esteri credono che qualsiasi potenziale turista che s'imbatte in quelle fotografie cambia idea e sceglie di viaggiare in un altro paese meno complicato e più tranquillo. E questo è qualcosa contro il quale bisogna lottare.
Il consolato israeliano a New York, che conta una larga esperienza nel campo della propaganda (che Israele chiama "hasbara", informazione) è stato incaricato di combattere questo fenomeno. Per fare ciò ha contattato sette esperti in mezzi di comunicazione, questi esperti sono tra i più conosciuti nel mondo e presto saranno inviati in Israele.
"L'irruzione di internet ci permette di arrivare direttamente alla opinione pubblica. Prima dovevamo usare i mezzi di comunicazione ma adesso possiamo incidere sulle persone direttamente", spiega in una conversazione telefonica David Saranga, console per le relazioni pubbliche di Israele a New York.
Foto e video.
I sette esperti hanno realizzato numerosi lavori in video che si possono trovare nei siti più visti su internet. Viaggeranno in Israele con tutte le spese pagate per una settimana per realizzare foto e video dei luoghi turistici più belli del paese che si troveranno poi in rete.
Fotograferanno il deserto, la spiaggia, i caffè di Tel Aviv, i campi di Galilea, i luoghi sacri delle tre religioni monoteistiche, ecc. In modo che se un potenziale turista introduce la parola "crociate" otterrà immediatamente immagini di San Giovanni di Acre e non il risultato dei bombardamenti israeliani nella striscia di Gaza.
Contro coloro che distorcono.
Le immagini che scatteranno questi esperti saranno saranno esposte nei principali forum, in Wikipedia, Wikimedia, Facebook e ogni sorta di blog. I diritti delle foto saranno del ministero degli Esteri di Israele, che li cederà gratuitamente a tutti coloro che vogliano riprodurre le immagini.
"Ciò che cerchiamo è di utilizzare la piattaforma di internet per inviare i nostri messaggi e permettere che si conosca la realtà di Israele. Si tratta di lottare contro i gruppi che distorcono l'immagine di Israele approfittando del contesto di questo conflitto." dice Saranga.
Il mese scorso questo stesso ministro ha lanciato una campagna per reclutare a naviganti ebraici e non ebraici che siano disposti a dedicare parte del loro tempo libero a scrivere nei fori e blogs di internet difendendo Israele in tutte le lingue immaginabili. I volontari ricevono tramite posta elettronica l'informazione che devono introdurre in rete.
La seconda parte della campagna, che inizia adesso, pretende di mettere a freno il teorico complotto internazionale di Google. Il ministero assicura che quando si mette nella barra di ricerca la parola "Israele" o altra simile, la prima cosa che appare sono immagini di distruzione che hanno causato nella striscia di Gaza.
Il Ministero degli Esteri afferma che c'è un complotto su Google.
Allo stesso modo, dice che non può essere che quando si introduce la parola Inghilterra appaia il Big Ben, quando si cerca "Francia" appaia la cattedrale di Notre Dame, ma quando si ricerca "Israele" appaiano le immagini delle case distrutte a Gaza dai bombardamenti o il reattore nucleare di Dimona.
Destinato a Turisti.
Al ministero degli esteri credono che qualsiasi potenziale turista che s'imbatte in quelle fotografie cambia idea e sceglie di viaggiare in un altro paese meno complicato e più tranquillo. E questo è qualcosa contro il quale bisogna lottare.
Il consolato israeliano a New York, che conta una larga esperienza nel campo della propaganda (che Israele chiama "hasbara", informazione) è stato incaricato di combattere questo fenomeno. Per fare ciò ha contattato sette esperti in mezzi di comunicazione, questi esperti sono tra i più conosciuti nel mondo e presto saranno inviati in Israele.
"L'irruzione di internet ci permette di arrivare direttamente alla opinione pubblica. Prima dovevamo usare i mezzi di comunicazione ma adesso possiamo incidere sulle persone direttamente", spiega in una conversazione telefonica David Saranga, console per le relazioni pubbliche di Israele a New York.
Foto e video.
I sette esperti hanno realizzato numerosi lavori in video che si possono trovare nei siti più visti su internet. Viaggeranno in Israele con tutte le spese pagate per una settimana per realizzare foto e video dei luoghi turistici più belli del paese che si troveranno poi in rete.
Fotograferanno il deserto, la spiaggia, i caffè di Tel Aviv, i campi di Galilea, i luoghi sacri delle tre religioni monoteistiche, ecc. In modo che se un potenziale turista introduce la parola "crociate" otterrà immediatamente immagini di San Giovanni di Acre e non il risultato dei bombardamenti israeliani nella striscia di Gaza.
Contro coloro che distorcono.
Le immagini che scatteranno questi esperti saranno saranno esposte nei principali forum, in Wikipedia, Wikimedia, Facebook e ogni sorta di blog. I diritti delle foto saranno del ministero degli Esteri di Israele, che li cederà gratuitamente a tutti coloro che vogliano riprodurre le immagini.
"Ciò che cerchiamo è di utilizzare la piattaforma di internet per inviare i nostri messaggi e permettere che si conosca la realtà di Israele. Si tratta di lottare contro i gruppi che distorcono l'immagine di Israele approfittando del contesto di questo conflitto." dice Saranga.
Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa
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