19 febbraio 2009

MISSION POSSIBLE: IMBAVAGLIARE INTERNET


Nonostante la crisi del paese che sta sprofondando in una recessione senza precedenti, a Roma le priorità sono sempre le stesse: togliere libertà e diritti ai cittadini, tanto tra poco dovranno preoccuparsi solo di racimolare un pezzo di pane, e nessuno si preoccuperà di queste cose...
Imbavagliare internet, nonostante i grandi sforzi fatti a colpi di decreti, l'ultimo del ministro D'alia, è sicuramente ancora difficile per ovvi problemi tecnici, ma a piccoli passi sono sicuri di riuscire, intanto visto che la cosa non è ancora fattibile, l'on. Gabriella Carlucci (nella foto in alto), ex soubrette di Mafiaset, ha pensato bene di rendere rintracciabile e...oscurabile qualsiasi utente della rete, a proprio piacimento.
Il decreto 2195, in apparenza sembra prefissarsi il nobile (?) compito di "assicurare la tutela della legalità nella rete internet"; la pericolosissima proposta di legge deve ancora essere pubblicata, ma alcuni articoli del decreto hanno già attirato l'attenzione di molti.
Ad esempio il primo comma del secondo articolo, è molto esplicito nella censura che si prefigge: "È fatto divieto di effettuare o agevolare l'immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima".
Visto che già ora i provider sono in grado di risalire con una certa sicurezza, grazie ai dati contenuti nei log (indirizzi Ip, orari e via di seguito), agli autori di determinati contenuti, cosa si vuole ottenere? Bandire i nick? Essere obbligati a fornire nome, cognome, codice fiscale e foto?
Sembra una legge inutile, perchè di fatto l'anonimato non esiste nemmeno adesso.
Forse i sistemi di anonimizzazione come Tor e Freenet, dovranno fare le valigie visto che la loro attività agevola l'immissione di contenuti in forma anonima?
In realtà, per quanto possa sembrare esplicito, il comma sopracitato, lascia un ampio spazio all'interpretazione e quindi alla possibilità di "abusare" della legge a proprio piacimento.
Il secondo comma sembra un delirio di onnipotenza, in quanto va a toccare (o "minacciare") anche chi vive all'estero:
"I soggetti che, anche in concorso con altri operatori non presenti sul territorio italiano, ovvero non identificati o indentificabilì, rendano possibili i comportamenti di cui al comma 1. sono da ritenersi responsabili - in solido con coloro che hanno effettuato le pubblicazioni anonime - di ogni e qualsiasi reato, danno o violazione amministrativa cagionati ai danni di terzi o dello Stato".
Chi sono in realtà questi soggetti? Quelli che ammettono interventi senza un'identificazione preventiva, ma che conservano gli indirizzi IP? Quelli che nemmeno si danno pena di registrare gli indirizzi Ip contravvenendo tra l'altro a una norma europea non ancora in vigore?
Con questo decreto basterà l'indirizzo IP per identificare i "rei", visto che i provider non sono attrezzati per identificare ogni singolo atto di ogni singolo utente relativamente ad ogni singolo servizio usato?
Ma al peggio non c'è mai limite, il terzo comma molto lungo inizia con: "Per quanto riguarda i reati dì diffamazione si applicano, senza alcuna eccezione, tutte le norme relative alla Stampa". Pericolosissimo perchè un blog personale letto da 2 amici con 3 visitatori diventa per la legge come il quotidiano più letto del paese! Se questo decreto sarà approvato, e sappiamo che succederà, tutto può essere considerato "pubblicazione" e "diffamazione". Ammirevole è il fatto che all'on. Carlucci sia sorto qualche dubbio, per cui il comma 3 specifica: "Qualora insormontabili problemi tecnici rendano impossibile l'applicazione di determinate misure, in particolare relativamente al diritto di replica, il Comitato per la tutela della legalità nella rete Internet (di cui al successivo articolo 3 della presente legge) potrà essere incaricato dalla Magistratura competente di valutare caso per caso quali misure possano essere attuate per dare comunque attuazione a quanto previsto dalle norme vigenti".
Che tradotto sarebbe: "Se qualcuno si accorge che stiamo chiedendo l'impossibile, sarà compito del giudice "inventarsi" qualche scappatoia da commissionare al "Comitato per la tutela della legalità" , (che dal nome, non promette nulla di buono), anche perchè c'è già il reato di diffamazione, quindi anche le relative sanzioni.
Ma non finisce qui, il 4° comma recita: "In relazione alle violazioni concernenti norme a tutela del Diritto d'Autore, dei Diritti Connessi e dei Sistemi ad Accesso Condizionato si applicano, senza alcuna eccezione le norme previste dalla Legge 633/41 e successive modificazioni"... Niente paura, traduciamo anche questo, vuol dire che il decreto 2195, per le violazioni del copyright, si applica la legge sulle violazioni del copyright, precisazione tanto inutile quanto inconfutabile.
Se qualcuno aveva il dubbio che l'on. Carlucci legiferasse su questioni che non conosce, adesso ne ha la prova ineccepibile.
Internet non è la "selvaggia terra di nessuno" dove o si deve permettere ogni cosa oppure vietare tutto!
Questo decreto se approvato sarà un altro duro colpo alla libertà d'informazione che oggi solo in internet possiamo trovare. La disinformazione di regime si sta appropriando anche di internet.

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