23 settembre 2023

La frattura tra l'Occidente e il resto del mondo porterà a un nuovo ordine mondiale?

Come ha dimostrato il recente vertice del G20 in India, l'ordine internazionale è sempre più fratturato tra l'Occidente e il resto del mondo, nonostante le apparenze di consenso. Stiamo assistendo all'emergere di un nuovo ordine mondiale?

La risposta è sì, anche se ci troviamo nel bel mezzo di una sorta di punto di svolta di cui non possiamo ancora misurare tutte le conseguenze. 

Ciò che è certo è che la combinazione di sviluppi demografici, ideologici ed economici, per non parlare dell'effetto accelerato del conflitto in Ucraina, sta portando a quella che sembra ormai una conclusione scontata: il vecchio ordine mondiale, emerso dalla Seconda guerra mondiale, sta per vacillare sotto l'impatto di nuove potenze, piccole, medie e grandi, che stanno sfidando questo ordine largamente dominato dal campo occidentale. Esse reclamano ora la loro parte della torta e mettono in discussione il modello occidentale basato su un ordine economico liberale e su un sistema politico democratico.

Forti della loro vittoria sul sistema comunista dell'URSS, gli Stati occidentali credevano che fosse arrivato il loro momento. Negli anni Novanta e Duemila hanno persino cercato di imporre il loro modello con la forza, convinti della sua superiorità e della sua compatibilità con culture molto diverse. Gli interventi in Iraq e in Afghanistan, in particolare, si sono conclusi con un semi-fallimento nel caso dell'Iraq e con un collasso nel caso dell'Afghanistan. 

Infatti, con una mossa arrogante, hanno creduto che le popolazioni del mondo aspettassero solo l'avvento della democrazia di stampo occidentale, senza vedere che, così facendo, venivano sempre più percepiti come intrusi e predatori economici, che facevano grandi discorsi sui benefici della democrazia, ma che usavano la forza politica e militare e il dominio economico per i propri interessi. A poco a poco, si è sviluppata una frattura tra l'Occidente e alcune grandi potenze emergenti - Cina, Russia e altri Paesi dell'Africa, dell'Asia e del Sud America - che hanno avvertito una forma di atteggiamento post-coloniale da parte dell'Occidente. Certo, da un punto di vista economico, l'Occidente ha accettato di fare spazio a questi nuovi Paesi emergenti, da cui la creazione del G20 nel 1999.

Il comportamento dell'Occidente sconvolge queste nuove grandi potenze
Cina e Russia in particolare, consapevoli del loro peso, vogliono sviluppare un proprio modello politico, molto spesso per rimanere al potere, poiché il loro modello, presentato come "alternativo", permette a questi leader di durare calpestando allegramente i principi democratici. Certo, ci sono state e continuano ad esserci rivolte da parte delle popolazioni di questi Paesi, come le rivoluzioni nel mondo arabo nel 2011 o in Iran in diverse occasioni e ancora oggi. Ma senza mettere realmente in discussione questi sistemi autocratici o teocratici, che sono l'antitesi dei valori occidentali. 

La guerra in Ucraina ha accelerato questa frattura. L'Europa e gli Stati Uniti lottano per difendere i propri valori e interessi, mentre la Russia giustifica il proprio intervento con l'espansionismo della NATO. Questa narrazione riecheggia in molti Paesi del Sud globale, come diciamo oggi. Da qui l'esito del vertice del G20 della scorsa settimana in India: i Paesi occidentali non possono più imporre la loro volontà, in particolare sulla guerra in Ucraina.

Sì, le cose si muovono molto velocemente sulla scena internazionale. E coloro che cercano di costruire ponti hanno difficoltà a farsi ascoltare.
15 set 2023


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