17 gennaio 2021

Il colpo di stato silenzioso

Con un articolo su ProMarket, pubblicazione dello Stigler Center presso la University of Chicago-Booth School of Business, il professor Luigi Zingales apre a un utile dibattito sul vero e proprio potere politico manifestato dai TAGAF (Twitter, Amazon, Google, Apple e Facebook) con la loro azione coordinata di censura nei confronti del Presidente Trump e di blocco del social Parler, frequentato dalla destra americana. Pur non essendo un sostenitore di Trump, ma anzi condannando severamente quella lui chiama "sedizione", Zingales tuttavia considera l'estrema concentrazione del settore digitale una porta aperta alla deriva autoritaria e una pericolosa minaccia alla democrazia, e invita a rompere questo silenzio.di Luigi Zingales, 11 gennaio 2021

Le azioni eversive del presidente Donald Trump stanno mettendo in luce il potere politico nelle mani di Twitter, Amazon, Google, Apple e Facebook. Averlo bandito dalle loro piattaforme costituisce un pericoloso precedente.

Tutte le involuzioni autoritarie necessitano di un pretesto. Erdogan in Turchia usò il tentato colpo di stato del 2016, Mussolini il tentativo di assassinio da parte di uno studente quindicenne nel 1926, Hitler l’incendio del Reichstag. In alcuni casi i pretesti sono chiaramente costruiti, come nel caso di Hitler, in altri invece sono autentici, come per il tentativo di assassinare Mussolini, ma in tutti questi casi, la reazione emozionale al torto subito è utilizzata per giustificare qualcosa che, per lo meno nel lungo termine, è molto peggio.

Mi sembra che si tratti di quello che sta accadendo negli Stati Uniti in questo momento. Ciò che ha fatto Trump è sbagliato. Dovrebbe essere soggetto a impeachment. La punizione forse gli arriverebbe troppo tardi per fare per lui una differenza, ma creerebbe il giusto precedente. Il Senato, ed è nei suoi poteri, dovrebbe anche impedirgli di accedere alle cariche pubbliche in futuro. I suoi accoliti dovrebbero rispondere dei crimini commessi, dopo un giusto processo. Questo è il modo costituzionalmente corretto di affrontare il problema.

Le sue azioni sediziose, però, stanno rivelando il potere politico di cui godono i TAGAF (Twitter, Amazon, Google, Apple e Facebook). Facebook e Twitter hanno bandito il Presidente dalle loro piattaforme. Apple e Google hanno bloccato la possibilità di scaricare Parler - una applicazione social alternativa favorita dai conservatori - dai loro App Store, e Amazon l’ha espulsa dagli Amazon Web Services.

Molte persone hanno salutato con favore queste decisioni, considerandole necessarie per fermare il colpo di stato tentato da Trump. Io lo considero un precedente pericoloso, che concentra irreversibilmente il potere nelle mani di poche compagnie private. Tutti, ma specialmente le persone di sinistra, dovrebbero preoccuparsene: presto questo potere sarà usato contro di loro.

Se Trump ha violato la legge con i suoi tweet, dovrebbe essere perseguito secondo legge. Perché Twitter e Facebook si son fatti giustizia da soli, autodichiarandosi vigilantes? Se i suoi tweet non violavano la legge, perché Twitter e Facebook l’hanno cacciato?

Twitter e Facebook, diranno in molti, sono compagnie private, e hanno il diritto di decidere le regole da seguire nell’utilizzare i loro servizi. Questo è certamente vero. Ma queste regole dovrebbero essere fatte rispettare in modo coerente, e non è così. Secondo la dichiarazione di Twitter, Trump è stato definitivamente sospeso a causa dei due tweet seguenti, inviati l’8 Gennaio:

“I 75 milioni di grandi Patrioti Americani che hanno votato per me, AMERICA FIRST, e MAKE AMERICA GREAT AGAIN, avranno una VOCE GIGANTESCA per molto tempo in futuro. Non ci sarà mancanza di rispetto per loro e non saranno trattati in modo ingiusto in nessun modo!!!”

A tutti quelli che l’hanno chiesto: non andrò all’Inaugurazione il 20 gennaio

“Questi due tweet”, scrive Twitter, “devono essere letti nel contesto più ampio degli eventi all’interno del paese e del modo in cui le dichiarazioni del Presidente possono essere usate da diversi tipi di pubblico per mobilitazioni, incluso l’incitamento alla violenza”. Il contesto a cui si riferisce Twitter sono i potenziali piani per un secondo attacco il 17 gennaio - anche se i tweet di Trump non menzionano questi piani.

Se Twitter dovesse applicare questa interpretazione estensiva del suo codice a tutti, dovrebbe aver sospeso migliaia di persone, molte di più di quanto non sia accaduto. In effetti avrebbe dovuto sospendere Trump stesso molte volte, prima delle elezioni, e non lo ha fatto.

Sarebbe stato diverso se Twitter e Facebook avessero smesso di promuovere i tweet e i post di Trump (come hanno fatto sistematicamente fino ad ora per attrarre più clienti sulle loro piattaforme). Questo farebbe parte della loro discrezionalità editoriale. Ma escludere qualcuno dall’accesso alle loro piattaforme equivale ad una compagnia telefonica che impedisce ad un individuo di accedere al telefono. È una straordinaria limitazione della libertà personale, che può essere imposta solo dalle autorità legittime in seguito ad un giusto processo, non da compagnie private. L’esempio del telefono non è scelto a caso. Twitter e Facebook non sono compagnie private qualsiasi, rappresentano (come il telefono nel passato) una fondamentale infrastruttura di comunicazione.

Sorprendentemente, la maggior parte dei media tradizionali, che dovrebbero controllare l’esercizio del potere, stanno plaudendo alle decisioni dei TAGAF, invece di opporsi. Non è chiaro se siano accecati dall’odio per Trump o se siano già parte integrante del nuovo ordine mondiale. Dopo tutto alcuni di loro sono di proprietà dei TAGAF (The Washington Post è di Bezos, The Atlantic è di Laurene Powell Jobs, la vedova di Steve Jobs) e tutti dipendono dai TAGAF per la propria sopravvivenza. Gli eventi di questo fine settimana dimostrano che un’azione coordinata dei TAGAF può mettere in ginocchio qualsiasi attività o azienda. Una volta che è stato dimostrato il principio, non c’è bisogno di ulteriori esibizioni muscolari. Da economisti sappiamo che la minaccia è sufficiente ad ottenere obbedienza.

Non discuto il diritto delle corporations di prendere una posizione morale o politica. Infatti, ho lanciato un appello affinché gli azionisti potessero avere più voce sulle questioni sociali. Se gli azionisti di ViacomCBS (proprietari di Simon & Schuster) odiano l’idea di essere associati al Senatore Josh Hawley al punto da preferire di pagargli i danni piuttosto che rispettare gli obblighi contrattuali, è loro diritto farlo. La loro libertà non danneggia quella del Senatore Hawley. In un mercato competitivo, ci sono tanti editori disposti a stampare il libro di Hawley, specialmente dopo la pubblicità gratuita che ha appena ricevuto. In un monopolio, però, questa libertà scompare. In un oligopolio, è fortemente ridotta, se non eliminata.

Il colpo di stato silenzioso non sarebbe stato possibile senza l’estrema concentrazione del settore digitale. Facebook da solo conta quasi il 70 percento dell’utilizzo dei social media negli Stati Uniti, con Twitter che domina un altro 10 percento. Apple e Google controllano il 90 percento del mercato delle App, e Amazon controlla il 45 percento dei servizi di cloud computing. La concentrazione favorisce coordinamento e collusione.

La maggior parte degli economisti - vedi ad esempio la mia discussione con Tyler Cowen - rifiuta le tradizionali misure per combattere le concentrazioni considerandole irrilevanti, dato che dovrebbe essere la minaccia di nuovi ingressi a limitare il potere degli operatori storici. A supporto della posizione di Cowen, dopo la sospensione di Trump molte persone hanno abbandonato Twitter e hanno provato a spostarsi su Parler. Le decisioni prese da Apple, Google e Amazon hanno reso questo passaggio semplicemente impossibile.

Dovremmo discutere di quale possa essere la corretta politica di moderazione delle piattaforme social, ma questa non può essere decisa da cinque compagnie private. Agendo in modo coordinato, i TAGAF hanno il potere di mettere un individuo all’equivalente degli arresti domiciliari (nel pieno di una pandemia, qual è la differenza tra gli arresti domiciliari e l’esclusione dai social media?). Quindi, Cowen aveva ragione a ritenere che la minaccia di nuovi ingressi potrebbe limitare il potere delle piattaforme digitali, ma gli eventi dello scorso weekend dimostrano che il Report dello Stigler Center era corretto: la concentrazione nel settore digitale è arrivata al punto da poter disinnescare la minaccia di ingresso. I TAGAF sono un power trust. Anche se non incide sul benessere dei consumatori, reprime la libertà dei cittadini.

In molte democrazie alle prime armi è impossibile governare senza il sostegno dell’esercito. È raro vedere i carri armati in mezzo alle strade, ma la minaccia è così presente che i rappresentanti eletti devono stare molto attenti all’interesse dell’esercito quando prendono le loro decisioni. Gli Stati Uniti si trovano in questa situazione, eccetto che il potere dell’esercito risiede nei TAGAF. La professione economica ha in gran parte ignorato questo rischio: ha ignorato le conseguenze politiche della concentrazione di potere economico nelle piattaforme digitali. Penso che sia giunto il momento di discutere questo problema. Con questo articolo vorrei aprire un dibattito su ProMarket per capire se i TAGAF stiano minacciando la nostra democrazia. Ogni opinione sarà benvenuta. A differenza della maggior parte delle testate, ci piacciono le opinioni dissenzienti.

Traduzione @GuiducciLuigi

5 commenti:

  1. Nel nuovo ordine mondiale previsto dai sostenitori del “Grande Reset”, sostenuto dalle Nazioni Unite, gli esseri umani si fonderanno con le macchine e la tecnologia. Letteralmente. Forse la cosa più incredibile è che i globalisti del Deep State che stanno dietro a questi sforzi stanno uscendo allo scoperto.

    In questi giorni, stanno proclamando apertamente e letteralmente la loro intenzione di abolire la proprietà privata e persino di fondere microchip nel cervello delle persone, cosi saranno in grado di leggere e manipolare i pensieri degli individui.

    Solo lo scorso anno, gli schemi venduti sotto la bandiera del “Grande Reset”, sarebbero stati liquidati come “folli teorie di cospirazione”. Oggi, i migliori globalisti come il capo del World Economic Forum Klaus Schwab, il capo dell’ONU (e leader socialista) Antonio Guterres, la leader dell’IMF Kristalina Georgieva, e altri ancora, si stanno strombazzando la loro agenda .

    Lo stanno facendo anche leader mondiali come il primo ministro canadese di estrema sinistra Justin Trudeau, nonostante i frenetici sforzi dei falsi media per sminuire il significato.

    Schwab: fondere l’uomo con la macchina. La Quarta Rivoluzione Industriale
    Come ha riferito The New American quest’estate, poco dopo aver rivelato l’agenda del “Grande Reset”, sono affiorati molti elementi della trama. Tutto deve cambiare, dall’istruzione al businbess, dall’economia globale alla governance, questo hanno dichiarato i sostenitori del Great Reset durante il summit in cui hanno annunciato il piano.

    Tuttavia, un’area che non ha ricevuto quasi altrettanta attenzione è il piano per la fusione degli esseri umani con la tecnologia, con il pretesto di “migliorare” l’umanità. Il capo del WEF, Schwab, il capo marketing del Grande Reset che ha recentemente pubblicato un libro con questo titolo, ha proclamato che un elemento chiave del “reset” sarà la cosiddetta “Quarta Rivoluzione Industriale“.

    In dichiarazioni molto pubbliche, ha spiegato cosa significa: fondere l’uomo con le macchine. “Ciò a cui porterà la quarta rivoluzione industriale, è la fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica”, ha spiegato Schwab in un discorso al Chicago Council on Global Affairs.

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  2. Schwab, il cui accento e il cui contegno lo fanno sembrare quasi una caricatura di qualche malvagio cattivo dei cartoni animati, ha persino scritto un libro sull’argomento nel 2016, intitolato Shaping the Future of The Fourth Industrial Revolution. In esso, l’intrallazzatore globalista spiega come i cambiamenti tecnologici incombenti, permetteranno ai governi di “intromettersi nello spazio finora privato delle nostre menti, leggendo i nostri pensieri e influenzando il nostro comportamento”.

    “Le tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale non si fermeranno a diventare parte del mondo fisico che ci circonda, ma diventeranno parte di noi”, ha continuato Schwab. “In effetti, alcuni di noi sentono già che i nostri smartphone sono diventati un’estensione di noi stessi”. I dispositivi esterni di oggi – dai computer indossabili alle cuffie di realtà virtuale – diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello”.

    Tra queste tecnologie ci sono “microchip attivi impiantabili che rompono la barriera cutanea del nostro corpo”, ha spiegato Schwab. Questi “dispositivi impiantabili”, ha continuato Schwab, “probabilmente aiuteranno anche a comunicare pensieri normalmente espressi verbalmente, attraverso uno smartphone “integrato”, e pensieri o stati d’animo potenzialmente inespressi attraverso la lettura di onde cerebrali e altri segnali”.

    Ancora più inquietante, forse, è che Schwab ha suggerito che queste tecnologie verrebbero utilizzate dai governi per determinare chi può viaggiare e anche per scopi “pre-criminali”.

    “Man mano che le capacità in questo settore miglioreranno, aumenterà la tentazione per le forze dell’ordine e i tribunali di usare tecniche per determinare la probabilità di attività criminali, valutare la colpevolezza o anche eventualmente recuperare i ricordi direttamente dal cervello delle persone” , ha spiegato, aggiungendo che le autorità potrebbero richiedere “una dettagliata scansione del cervello per valutare il rischio di sicurezza di un individuo”.

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  3. Tecnologia invasiva e Globalismo
    In un post sul sito web del WEF della parlamentare danese Ida Auken, la direzione e gli obiettivi di tutto questo transumanesimo diventano più chiari. “Benvenuti nell’anno 2030”, scrive la Auken. “Non possiedo nulla”, compresa una casa, e “non ho una vera e propria privacy. Non posso andare da nessuna parte se non sono registrata. So che, da qualche parte, tutto ciò che faccio, penso e sogno è registrato“.

    Ma la sua più grande preoccupazione sono coloro che si rifiutano di partecipare:
    “La mia più grande preoccupazione sono tutte le persone che non vivono nella nostra città”, spiega Auken, osservando che alcuni individui testardi si rifiutano di fondersi con le macchine. “Quelli che abbiamo perso per strada. Quelli che hanno deciso che tutta questa tecnologia è diventata troppa. Quelli che si sentivano obsoleti e inutili quando i robot e l’intelligenza artificiale si sono impadroniti di gran parte del nostro lavoro. Coloro che si sono arrabbiati con il sistema politico e si sono rivoltati contro di esso”.

    La spinta verso il transumanesimo e la fusione con i computer sta diventando particolarmente evidente nel sistema “educativo” in mezzo all’isteria che circonda COVID. Dallo spostare tutto online e mettere in disparte gli insegnanti, all’introdurre l’Intelligenza Artificiale e gli algoritmi, la tecnologia sta diventando davvero inquietante.

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  4. Enormi aziende totalitarie come Google, che discrimina sfacciatamente i cristiani e i conservatori, sono attori chiave in quanto raccolgono enormi quantità di dati sensibili sui bambini e manipolano platealmente il pubblico

    Il WEF, che sta guidando la spinta con l’aiuto dell’ONU e del FMI, è una potenza. Ogni anno riunisce miliardari e persino dittatori assassini di massa di tutto il mondo per promuovere il globalismo e la tecnocrazia con il pretesto di “aiutare” l’umanità. Naturalmente, tutte le principali aziende tecnologiche – Facebook, Alphabet, Microsoft, e così via – sono intimamente coinvolte. Anche i miliardari totalitari come George Soros sono attori chiave.
    2018: progetto Uomo Cyborg
    La spinta per il “Grande Reset” non è certo la prima volta, in cui le élite hanno venduto l’agenda transumanista. Al “World Government Summit” del 2018, negli Emirati Arabi Uniti, i maggiori globalisti e “leader mondiali” si riunirono per spingere, tra altri temi chiave, la normalizzazione e la glorificazione dei “cyborg“.

    In effetti, il confab, che riunisce i principali leader del governo e delle imprese, offrì un ruolo di primo piano a un autoproclamato “cyborg” di nome Neil Harbisson, che sostenne che i governi dovevano facilitare la transizione verso almeno alcune persone, nel diventare “in parte tecnologiche, in parte umane”.

    “Ho un’antenna impiantata nella mia testa, che mi permette di estendere la mia percezione della realtà oltre lo spettro visivo”, disse Harbisson, co-fondatore della Cyborg Society e della Transpecies Society che lottano per le persone che “si identificano” come non umani. “Riesco a percepire gli infrarossi e gli ultravioletti, e ho anche una connessione internet nella mia testa che mi permette di ricevere colori da altre parti del mondo, o di connettermi ai satelliti in modo da poter inviare colori dallo spazio”.

    L’anno prima di questo, i globalisti al World Government Summit si riunirono sotto una replica dell'”Arco di Baal”, un monumento al dio demone dei Cananei a cui si fa spesso riferimento nella Bibbia. Più di qualche commentatore l’ha visto come un segno minaccioso.

    Oltre alla fusione con le macchine e la tecnologia, le élite globaliste stanno anche spingendo per la modificazione genetica di tutto, compresi gli esseri umani. Infatti, il magnate di Microsoft, Bill Gates, ha apertamente spinto per tali schemi. Nel 2018, nel Foreign Affairs, che sono il portavoce dell’organo globalista del Deep State, noto come Council on Foreign Relations (Consiglio per le relazioni estere), propagandò la tecnologia di modificazione genetica.

    Più recentemente, ha celebrato i vaccini che alterano letteralmente il codice genetico di coloro che li ricevono.

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  5. Il movimento transumanista
    Il movimento transumanista è stato ai margini, sotto il radar, per decenni. Alla fine degli anni Novanta, l’economista svedese Nick Bostrom di Oxford e il “filosofo” britannico David Pearce fondarono la World Transhumanist Association.

    E più recentemente, nel suo libro Homo Deus, anche l’autore e storico israeliano Yuval Noah Harari ha diffuso l’idea che l’umanità è sul punto di evolversi verso uno status divino attraverso la tecnologia.

    In definitiva, gli esseri umani verrebbero riprogettati usando la modificazione genetica e gli “upgrade” tecnologici. “È molto probabile che, entro un secolo o due, l’Homo sapiens, come lo conosciamo da migliaia di anni, scomparirà”, ha detto recentemente Harari al Carnegie Council for Ethics in International Affairs .

    “Useremo la tecnologia per aggiornare noi stessi – o almeno alcuni di noi – in qualcosa di diverso; qualcosa che è molto più diverso da noi di quanto siamo diversi dai Neanderthal”. I mezzi di comunicazione dell’establishment hanno fatto da pappagallo senza fiato, alla sua propaganda.

    Naturalmente, hanno osservato gli analisti, il progresso del transumanesimo richiede la distruzione dei principi morali cristiani e la negazione delle verità fondamentali sull’umanità e sulla realtà che si rivelano nella Bibbia. In effetti, molti dei principali sostenitori del transumanesimo credono che il loro percorso verso la “vita eterna” comporti il caricamento della loro coscienza su un computer e una fusione con la tecnologia.

    Uno degli esperti di spicco che si oppone a tutto questo è il dottor Miklos Lukacs de Pereny, professore di politica scientifica e tecnologica all’Universidad San Martin del Perù. “La Quarta Rivoluzione Industriale è letteralmente, come si dice, una rivoluzione trasformativa, non solo in termini di strumenti che si useranno per modificare il proprio ambiente, ma per la prima volta nella storia dell’umanità, per modificare gli esseri umani stessi”, ha detto a LifeSiteNews, aggiungendo che credeva che l’isteria COVID-19 fosse stata progettata per consentire la trasformazione del Great Reset.

    Anche se i leader mondiali parlano apertamente di tutto questo, in risposta a una reazione del pubblico, le fake emittenti mediatiche, di estrema sinistra come il New York Times e la BBC, sono attualmente impegnate in un frenetico “controllo dei danni”. Incredibilmente, stanno persino sostenendo falsamente che il Grande Reset sia una “teoria di cospirazione senza fondamento”.

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