Siete pronti a partire per le vacanze, i vostri bagagli sono fatti, le camere sono prenotate, c'è solo un problema: il governo ha annullato i vostri biglietti. È ciò che succede in Cina e milioni di cinesi vengono sanzionati perché il loro "punteggio di credito sociale” è stato abbassato. Un metodo di sorveglianza orwelliano inventato dal Partito Comunista Cinese, per tenere la popolazione al guinzaglio.
La
Cina si è appropriata della gestione delle nuove tecnologie e sta
diventando, sotto i nostri occhi, un leader nel settore. Big data,
riconoscimento facciale, algoritmi predittivi non hanno più segreti per i
cinesi; ne sono diventati dei maestri. In altri paesi lo sviluppo delle
nuove tecnologie è per migliorare la vita delle persone. Era il credo
della Silicon Valley alle sue origini. Ma in Cina le nuove tecnologie
sono destinate a sorvegliare la vita delle persone in ogni angolo della
loro vita.
Il medio Impero sta costruendo una gigantesca rete sociale,
forte di 1 miliardo e 400 milioni di persone. Ciascuna di esse viene
notata in base al suo comportamento nella vita quotidiana, scannerizzata
nel minimo gesto da 200 milioni di telecamere di sorveglianza. Gli
algoritmi dello Stato calcolano quindi per ognuna il suo “credito
sociale”. Benestare oppure ostacolo per spostarsi o beneficiare dei
servizi pubblici.
PRIMA DITTATURA NUMERICA AL MONDO
George Orwell, autore di 1984 e creatore di Big Brother (Grande Fratello),
nemmeno nei suoi peggiori incubi avrebbe mai immaginato una simile
distopia. Un’intera popolazione di oltre un miliardo di persone
sorvegliata in ogni suo minimo gesto e identificata in base ai suoi
comportamenti. Una nota algoritmica attaccata ad ogni cittadino, sintesi
di un controllo totale e di massa. La Cina sta diventando la prima
dittatura numerica al mondo.
State
tentando di attraversare la strada quando il semaforo è verde (per le
auto)? Il vostro viso viene riconosciuto all’istante dalla telecamera
di sorveglianza installata a poca distanza ed una voce diffusa con
l’altoparlante vi ordina di arretrare immediatamente e di ritornare sul
marciapiede. Non si tratta unicamente di un ordine ai fini della
sicurezza stradale. Infatti il vostro “punteggio sociale” si abbasserà
all’istante di qualche punto come conseguenza della punizione per questo
atto incivile.
Dal
2014 le autorità hanno sperimentato il “credito sociale” in tutta la
Cina. Ogni cittadino cinese detiene un capitale di 800 punti come
credito al suo punteggio sociale. In qualsiasi momento può perdere dei
punti ed il suo saldo, aggiornato in tempo reale, viene strettamente
associato alla sua identità. Se il vostro punteggio è buono potrete
circolare, prendere l’aereo, spostarvi liberamente, accedere ai servizi,
altrimenti siete condannati alla detenzione domiciliare e diventerete
presto un paria della società. Vengono tolti punti per aver infranto la
legge oppure, in alcune regioni, per aver commesso infrazioni minori
come portare a spasso il cane senza guinzaglio.
IL CREDITO SOCIALE UNIVERSALE
Questo
perché il credito sociale tocca tutti gli aspetti della vostra vita.
Infatti grazie alla magia di big data, i sistemi di riconoscimento
visuale sono collegati ai dati fiscali, finanziari, giuridici, medici,
di qualsiasi cittadino. I dati sono trattati in tempo reale da
mega-servers pieni zeppi di intelligenza artificiale. Per avere quindi
un buon punteggio sociale non basta attraversare la strada col semaforo
rosso (per le auto) ma bisogna pagare le fatture puntualmente, fare la
raccolta differenziata dei rifiuti, fare del volontariato, non fumare
nei luoghi pubblici, ecc. Il punteggio sociale è la sintesi di tutta la
vita cittadina di un individuo. Questo punteggio è il benestare per
accedere ad esempio più facilmente all’ottenimento di crediti oppure per
evitare di fare la coda ai servizi ospedalieri. Ad ogni infrazione il
punteggio sociale diminuisce e con esso aumenta il rischio di ricevere
ammende finanziarie o degli ostacoli alle proprie libertà. Una forma di
dittatura numerica basata su una gestione algoritmica.
Secondo
un’inchiesta della Associated Press (https://www.apnews.com/9d43f4b74260411797043ddd391c13d8)
17,5 milioni di biglietti aerei sono stati bloccati lo scorso anno per
reati di “credito sociale”, comprese tasse non pagate e multe, nel
quadro di un sistema che, secondo il Partito Comunista al potere,
migliorerà il comportamento della popolazione. Altri 5,5 milioni di
persone si sono viste proibire l’acquisto di biglietti ferroviari
secondo il National Public Credit Information Center (Centro Nazionale
Informativo del Credito Pubblico).
Il
partito al potere afferma che le ammende e le ricompense del “credito
sociale” migliorano l’ordine in una società in rapida evoluzione dopo
tre decenni di riforme economiche che hanno messo sottosopra le
strutture sociali. Questo sistema va visto nel quadro degli sforzi
intrapresi dal governo del presidente Xi Jinping per utilizzare
tecnologie che vanno dal trattamento dei dati alla sequenza genetica e
al riconoscimento facciale. (http://up-magazine.info/index.php/technologies-a-la-pointe/technologies/7490-I-arsenal-de-surveillance-ultra-high-tech-de-la-police-chinoise) per rafforzare il controllo.
Il
partito comunista cinese vuole arrivare ad un sistema nazionale entro
il 2020 ma non ha ancora precisato nei dettagli come funzionerà. Fra le
possibili sanzioni figurano restrizioni agli spostamenti, agli affari e
l’accesso all’educazione. Uno slogan viene attualmente ripetuto nei
media di Stato: “Una volta che avrete perso la confidenza che noi abbiamo in voi, avrete a che fare con delle restrizioni, ovunque”.
LE DITTE SOTTO STRETTA SORVEGLIANZA
La
sorveglianza di massa non riguarda soltanto gli individui ma anche le
ditte che hanno anch’esse il loro “punteggio sociale”. Le ditte che
figurano sulla lista nera possono perdere contratti statali o l’accesso a
prestiti bancari oppure vedersi proibire di emettere obbligazioni
oppure importare merci. Secondo il centro informativo del governo, i
reati sanzionati l’anno scorso (2018) a titolo di “credito sociale”
comprendevano la pubblicità ingannevole oppure la violazione delle
regole di sicurezza dei medicinali.
A
290.000 persone è stato impedito di occupare dei posti di lavoro come
quadri superiori oppure di agire in qualità di rappresentanti legali di
una ditta. Che siano società cinesi o straniere il loro comportamento
viene monitorato nei dettagli. Al nostro link http://www.up-magazine.info/index.php/economie-de-linnovation-4/7769-les-travailleurs-chinois-sont-les-plus-surveilles-au-monde-meme-leurs-emotions-sont-controlees-en-temps-reel informavamo
come alcune ditte si sono dotate di apparecchiature di “sorveglianza
emotiva” per monitorare, in tempo reale, lo stato emotivo dei loro
dipendenti. Dei leggeri sensori integrati nei copri-capo o nei caschi
dei lavoratori trasmettono senza filo i dati delle onde cerebrali ad un
computer. Questo funziona probabilmente come un elettroencefalogramma
come fatto notare dalla Rassegna Tecnica del MIT (https://www.technologyreview.com/the-download/611052/with-brain-scanning-hats-china-signals-it-has-no-interest-in-workers-privacy)
In
seguito degli algoritmi di intelligenza artificiale scannerizzano i
dati alla ricerca di valori aberranti che potrebbero indicare uno stato
di ansia o di rabbia.
Questa
sorveglianza di massa è cominciata nel 2000 con la messa in funzione da
parte del ministero della polizia “dell’Orecchino d’oro” (dal nome del
progetto) di una rete numerica su scala nazionale per seguire gli
individui.
In
alcune regioni la sorveglianza numerica si accompagna ad una
sorveglianza genetica. Dei militanti dei diritti umani affermano che gli
abitanti delle regioni musulmane e di altre minoranze etniche sono
stati costretti a dare campioni di sangue per costituire una base di
dati genetici. Va ricordato che circa un milione fra Ouighours, Kazaki
ed altre minoranze musulmane sono detenute in campi di educazione
politica, secondo responsabili americani ed esperti delle Nazioni Unite.
Il governo afferma che questi campi sono dei centri di formazione
professionale concepiti per eliminare l’estremismo dalla regione.
(*)
Fonte: Up’ Magazine
Data: 6 Marzo 2019
Traduzione dal francese a cura di: Gian Franco Spotti
Ariannaeditrice.it
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