19 aprile 2020

L’app e il vulnus alle libertà

Ne avevo letto su Le Monde di domenica. In verità, se ne parlava da tempo e, come previsto, è arrivata anche qui. Parlo della applicazione prodotta dalla Bending Spoons spa, con la quale il Commissario Domenico Arcuri ha sottoscritto un accordo di concessione gratuita dell’utilizzo – pensate un po’: perpetuo – del software di contact tracing. Il controllo, naturalmente, sarà nelle mani del Governo. Il Commissario confida in un’adesione massiccia da parte dei cittadini. Non scaricherò questo programma, neppure se costretto, quali che siano le conseguenze. Discorso chiuso.

Discorso apertissimo, invece, per quanto riguarda i nostri parlamentari, quelli eletti sulla base di liste bloccate imposte dalla segreteria dei partiti o compilate sulla scorta di ridicole consultazioni on line. Nel momento più difficile per le libertà democratiche, i parlamentari tacciono, occupati a non disturbare il manovratore alle cui grazie devono l’incarico di cui sono investiti. Tacciono perché non capiscono, non prevedono le conseguenze e non si rendono conto del vulnus alle nostre libertà.

L’emergenza non giustifica tutto. Non fino a questo punto, almeno.

Possibile che nessuno dica quanto è pericoloso affidare al Governo (a qualunque Governo!) uno strumento di controllo così invasivo e penetrante? Possibile che non si chiedano per quale ragione una società commerciale offre in uso gratuito e perpetuo una licenza relativa ad un programma costato (forse) una somma esorbitante? Quali dati saranno raccolti? Che uso ne verrà fatto?

Come ho detto, io non scaricherò il programma e chiederò ai miei amici di fare altrettanto. Questo virus passerà, non temete. E, quando passerà, faremo i conti. Anche con i burattini che dovrebbero rappresentarci.

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