23 ottobre 2019

Inverno turco sul Kurdistan

Nuova bandiera turca, Marco De Angelis
Durante la guerra in Iraq, quando Bush II lanciò una scioccante e spaventosa campagna contro il paese guidato da Saddam Hussein, presumibilmente alla ricerca di armi di distruzione di massa, il territorio settentrionale dei curdi, oggi regione autonoma chiamata Kurdistan, era l'unico luogo dove gli usamericani potevano muoversi in relativa pace.

L'invasione dell'Iraq, ormai considerata la stupidità più scandalosa della politica estera statunitense, ha causato ondate di disastri, malcontento e disordine in tutto il Medio Oriente, istituendo essenzialmente uno Stato sciita, ben accolto dal vicino sciita, l'Iran.

I curdi hanno approfittato del disastro per consolidare il loro potere nel nord dell'Iraq. I curdi che vivono in altre regioni, come la Siria e la Turchia, hanno cercato di emulare i loro genitori iracheni cercando di stabilire regioni autonome nel nord-est della Siria e nella Turchia orientale.

Ma la Turchia, paese ferocemente nazionalista, ha automaticamente respinto questi sforzi. Ha vietato per legge le lingue curde e ha arrestato persone per aver indossato abiti curdi particolari. E descrive i curdi come "terroristi", in particolare i membri e sostenitori del Partito dei lavoratori curdi (PKK).

Oggi, il regime di Trump, ritirando le truppe usamericane dalla Siria, ha reso i curdi vulnerabili alla furia turca per aver osato cercare la loro libertà e autonomia. Descritti come "amici" del diavolo americano, [per aver combattuto con grande successo contro il loro comune nemico, Daesh] si trovano di fronte al potere delle forze armate turche, e forse a un massacro.

Gli imperi non hanno amici o alleati, in realtà. Hanno usi, hanno servitori. Hanno usato i curdi finché non ne avevano più bisogno. Oggi, i curdi stanno affrontando una catastrofe e sono soli al mondo.

Dalla nazione imprigionata, io sono Mumia Abu-Jamal
Prisonradio.org

Traduzione per TLAXCALA di Alba Canelli

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