24 maggio 2018

"Ridi Pagliaccio": La nascita di un mostro a due teste, SalviMaio

La politica italiana è un cesto di granchi, un intreccio di vipere, che offre in ogni momento scene degne di Plauto, Goldoni e Dario Fo insieme. Ci vorrebbe un Brecht per fare meglio. Per chi segue lo spettacolo - vicino o lontano - il dilemma è costantemente: bisogna ridere o piangere?

In ogni caso, questa politica ha appena dato alla luce un mostro con due teste e presto tre, un vitello a cinque zampe, che i media hanno immediatamente battezzato SalviMaio: Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno appena reso pubblico il loro contratto di matrimonio per governare il paese. Lunedì, devono recarsi al Quirinale per presentare il loro progetto di governo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se lo approverà, i due uomini dovrebbero governare il paese considerato il più ingovernabile dell'Unione europea per i prossimi cinque anni (è ancora necessario che trovino il personaggio su cui convergere per svolgere il ruolo di primo ministro). Se dice niet, torneremo al punto di partenza, cioè  alle urna.
Ci sono voluti due mesi e mezzo - 73 giorni - per i due leader "di partito" per raggiungere un accordo, totalmente bizantino, un vero pezzo d'antologia della combinazione, il principio cardine della politica italiana. I nostri due giullari concordarono quindi in primo luogo sull'osservazione che erano d'accordo su quasi nulla. Quindi ognuno di loro ha posto la maggior parte delle proprie promesse elettorali a un compromesso che è tutt'altro che storico, forse addirittura antistorico o addiritture  fuori dalla storia. In breve, proprio come la modalità scelta per far ingoiare la pillola alle proprie truppe - consultazione virtuale online - il contenuto del contratto di matrimonio è pura e semplice buffoneria. Un esempio: i due ragazzi dicono di voler rimpatriare 500.000 immigrati in situazione irregolare. Secondo i calcoli più seri, ci vorrebbero 27 anni per completare questa postmoderna operazione di Nuit et Brouillard* (Nebbia e Notte). In breve, i nostri mercanti di brodaglia soffiano aria calda.
Viviamo nell'era dei giullari postmoderni. Dopo Trumpoleone e l'altro duo tragicomico, gli austriaci Kurz e Strache - che vogliono, tra le altre cose, impostare la settimana lavorativa di 60 ore e la giornata di 12 ore!!! - ecco qui quindi SalviMaio, una coppia improbabile del terzo tipo composta da un post-padano e un post-grillino, il primo fratello di trincea di Marine Le Pen e il secondo, che guida un movimento confuso e disordinato - una vera bettola italiana - che sembrava ancora poco tempo avere qualche vicinanza con i democratici, l'ultimo avatar del defunto partito comunista. Ed entrambi hanno in comune di essere traditori: Salvini tradì Berlusconi e i fasci di Fratelli D'Italia, con i quali aveva stretto un'alleanza elettorale per costituire una maggioranza di "centrodestra", e Di Maio il PD con il quale avrebbe potuto creare un'alleanza di "centrosinistra". In una parola, un'alleanza di ruffiani per fare del populismo senza il popolo, e persino contro di esso.

Il popolo, ingoia, aggozza e chiude la bocca, preparando la sua prossima esplosione di rabbia. Non sono le ragioni che gli mancano. Nell'Italia di oggi, il lavoro uccide e uccide la classe operaia, che è stata spinta verso la precarietà, la mancanza di protezione, il subappalto a cascata, e alla fine la "morte bianca", questi incidenti mortali sul lavoro, che hanno causato un migliaio di vittime nel 2017 e, nel 2018, una media di due morti al giorno. Gli ultimi incidenti hanno provocato reazioni rabbiose da parte degli operai, in particolare quella del ventottenne Angelo Fuggiano, padre di due figli, all'Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d'Europa, con 11.000 lavoratori, minacciata di chiusura, a meno che Arcelor Mittal non la riacquisti, come ha fatto con quasi tutta l'industria siderurgica della vecchia Europa. 

Angelo lavorava per una delle tante società di subappalto, Ferplast. I sindacati uniti hanno subito chiamato allo sciopero in fabbrica, mentre i sindacati dei porti italiani hanno chiesto ... cinque minuti di sciopero, ricordando a chi se la ricorda, la copertina di un giornale di sinistra francese nel giugno 1968 dopo la morte di due operai durante gli scontri con i CRS nello stabilimento Peugeot di Sochaux: "2 morti: 1 ora di sciopero: 4 morti: 2 ore di sciopero, ecc." Un altro "incidente" ha provocato quattro feriti gravi tra gli operai di subappaltatori presso le Acciaierie Venete di Padova, dove acciaio in fusione a 1600° si è rovesciato su di loro. Il Veneto batte tutti i record di morti bianche in Italia, con una media negli ultimi cinque anni di 2 morti e 335 incidenti ogni 5 giorni lavorativi.

Il divorzio sembra quindi definitivamente consumato tra i partiti di politichini - in Italia, come nel resto dell'Europa, non ci sono più partiti politici - e la società reale. I primi si accontentano di cercare di catturare ciò che ritengono essere lo spirito dei tempi con dei cinguettii (tweet), dei "mi piace" e "condividi". La seconda si sta spostando sempre più verso le autonomie di ogni genere, mescolando il meglio e il peggio. Coloro che, all'estrema sinistra, pensavano di aver visto nel Movimento 5 Stelle la possibilità di dare una forma politica ai movimenti sociali e ribelli dal basso, hanno dovuto disilludersi, proprio come il popolino lombardo, piemontese e veneziano, che, orfano di un partito comunista autoscioltosi, aveva riposto le sue speranze nei "padani" della Lega Nord. Ma proprio come il PCI, prima diventato PDS, per poi diventare PD, una zuffa social-liberale in cui donde si cipugnala a vicenda, tutti, la Lega Lombarda, che prima era Lega Nord, è oggi semplicemente la Lega, un volgare partito nazional-qualcosa (vi lascio scegliere tra popolare e socialista). Non è domani che il popolo sarà al potere e la classe lavoratrice andrà in paradiso. Nelle elezioni del 4 marzo, la lista "Potere al popolo" aveva fatto ... 1%.

N.d.T.:
* Nuit et Brouillard (Nebbia e Notte) è un documentario francese del 1955, di Alain Resnais, che racconta le deportazioni di ebrei rastrellati verso i campi della morte nazisti

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