30 gennaio 2017

Il Muro di Trump: Un simbolo contro la classe lavoratrice


Sig. Trump, il Messico ha finalmente accettato
di pagare il Suo muro. Con piacere.

Costruire un muro in un territorio che ha una storia di occupazione, di corruzione e di criminalità senza confini, è coerente con la logica di una borghesia determinata a vedere una minaccia in tutto ciò che è alieno. Specialmente quando c'è di mezzo il colore della pelle, la lingua e una cultura stanca di subire umiliazioni. In questo muro di Trump si coagulano tutte le perversioni del razzismo e tutte le follie dell'imperialismo. Il suo prototipo più evidente è in Israele . Costerà 25 miliardi di dollari. E vogliono che lo paghi il popolo messicano. Questo è il vero "castigo".

È questa la logica delle "comunità chiuse", quelle che incantano la piccola borghesia, cosa che un magnate immobiliare sa gestire bene. Quel muro mette in evidenza le idee tanto care alla borghesia: "questo è mio", riafferma la "proprietà privata" e tiene lontano l'"altro". Chiarisce il concetto che "l'altro" è un "pericolo" e si cala in un ruolo di antidoto indelebile e simbolico,perché il mondo capisca da che parte sta il "potere". Quando il vero potere sta dalla parte del popolo ... anche se il popolo (per ora) questo non lo vede molto chiaramente. 

Sembra una ripicca di un magnate prepotente, sembra un capriccio di "ragazzino ricco" che pensa solo a castigarci, imponendoci il suo ego sfrenato. Sembra una idiozia ... sembra mille cose in un mondo dove niente è quello che sembra. Anche se avrebbe potuto prendere migliaia di altri provvedimenti doganali fiscali, tecnologici ... avrebbe potuto mandare i suoi "Rambo", i suoi soldati con le armi. Anche se avrebbe potuto seminare paramilitari ovunque (come in Venezuela) o avrebbe potito finanziare i Ku Klux Klan, mandare droni, cani, raggi laser ... avrebbe potuto imporre leggi "dure", una stampa ancor più sensazionalista, avrebbe potuto rendere la Border-Patrol  più fascista ... avrebbe potuto fare mille altre cose, ma ha scelto il muro. E questo non è per ingenuità.

Il Muro di Trump è un balsamo mediatico contro le angosce endogene dell'impero. E' un toccasana opportunista di lunga durata e dall'effetto incondizionato. E' uno specchio ideologico fatto di pietra e di cemento in cui si riflette dall'interno, tutta la mostruosità del capitalismo e la sua logica di asservimento. Ogni volta che Trump ne parla, si scopre tutto il dramma storico avvelenato dalle antiche umiliazioni, dai saccheggi e dalla schiavitù a cui si sono dovuti sottomettere gli immigrati più negletti e più maltrattati. Nel frattempo le mute neoliberiste, serve dell'impero in Messico, non fanno altro che mettere “another brick in the wall” ("un altro mattone nel muro"). Il muro è una forma di guerra ideologica.

Per il momento, la semplice menzione del muro ha già attirato le simpatie di certe classi e solidarietà ideologica. Da tutte e due le parti del muro. Certo, noi non siamo così ingenui da credere che una iniziativa di una tale aberrazione sia nata solo su una parte. Hanno sempre costruito muri (commerciali, politici, razziali, educativi ...) dello stesso genere, se non peggio, e hanno sempre goduto della complicità spontanea dei personaggi più servili. E così è stato. Il muro perciò è una forma di tortura come piace tanto a Trump.

Menzionare il muro (completarne la costruzione), è servito anche a tener ben svegli quei lacchè che si mettono in mezzo per parlare di morale e di metodo ed hanno il compito di far inginocchiare tutti davanti al muro, usando argomenti come "sicurezza", "stabilità economica", "bene comune" e tanti altri bla bla bla detti ai “quattro venti” per dar voce a ricette diplomatiche, per farli sentirsi bene tra di loro. I popoli non hanno posto al tavolo delle loro spartizioni. C'è già chi ha il budget per completare il muro, c'è già chi ha pronto il discorso dell'inaugurazione, e c'è chi ha già in tasca la lista dei “giornalisti” giusti per raccontare la cronaca, minuto per minuto di tutta la costruzione ... e alla fine, tutti corrono per avere una fetta tangibile e politica di questa torta, per far prosperare i loro negoizi e la loro simpatia verso l'impero. 
    
Il lavoro agli immigrati non è un regalo dell'impero. Dobbiamo mettere ben chiaro che ogni centesimo che si guadagnano serve a far accumulare altra ricchezza agli Yankees, che ci guadagnano con il lavoro schiavizzato. I lavoratori pagano un prezzo molto alto ( non solo per le commissioni che si mettono in tasca le imprese parassite che servono per spedire i soldi a casa), ma perché la maggior parte degli immigrati butta l'anima tutti i giorni e poi deve pure risparmiare, oltre a dover convivere con i condizionamenti quotidiani, sotto il peso della lontananza, della frequente solitudine, del loro stato di “illegalità”, della emarginazione, del razzismo, della paura, della diffidenza sistematica e dall'abitudine ad essere continuamente maltrattati. E tutto questo in una terra che è stata rubata dall'impero yankee. Anche questo si vede bene da quel muro che vogliono pagarsi anche con le rimesse dei paisà.

Questo muro è un atto di provocazione inaccettabile e disumana. Contiene la minaccia di uccidere e di reprimere migliaia di persone. E' un muro pensato per accentuare le ingiustizie che soffrono gli immigrati trattati come “illegali” ed è una trappola per tutte quelle persone che, pur di sopravvivere, devono cercarsi un qualsiasi tipo di "impiego".

Il confine con gli Stati Uniti, e non solo quella, è fonte permanente di abusi, di sfruttamento e di ignominia, e il solo progetto di completare questo muro è un affronto tanto grande che non si può non preoccuparsi delle conseguenze che ci saranno. Sono quelli che hanno provocato la disoccupazione e che hanno generato la miseria, che ora stanno prendendo misure per "controllare" per mettere "ordine" lungo il confine. Senza comunque smettere di guadagnare con le rimesse degli immigrati, ovviamente!

Quello che questo muro non oscurerà è il dramma della disoccupazione, la barbarie della umiliazione, l'inferno della fame e la mostruosità della spoliazione. Anzi, lascia ben in mostra la barbarie, le aberrazioni e lo schiaffo auspicato da una borghesia che non si pone limiti, né freni in questa fase predatoria che sta attraversando l'impero. Il Muro ne è lo specchio.

Stanno costruendo il muro per farci stare zitti e per smorzare le rivolte:  noi (tutti) siamo in grado di dare l'esempio e di trasformare il mondo. Che sprofondi il muro con le lotte degli indigeni, dei contadini e dei lavoratori … con lotte che dal basso arrivino fino al cielo. Che si sprofondi il muro prima, durante e dopo la sua costruzione. Che sprofondi il Muro per opera e grazie ai lavoratori , a quelli di qua e a quelli di là, ai migranti e non immigrati …. Che tutti siano uniti questa volta per sempre.

Ilegal Donald Shirt 2.jpg

"Donald, sei uno stronzo", 
una maglietta venduta dal gruppo  Ilegal Mezcal 
a vantaggio di ONG in Guatemala, Messico e USA

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