Potrebbe esporre alle nostre lettrici e ai nostri lettori l’attività del Suo sito, il motivo della sua fondazione e il significato del suo nome?
Molto presto, quando abbiamo iniziato a parlare del progetto, ci siamo accordati sulla necessità di creare una base chiara del nostro lavoro. Abbiamo dunque redatto un Manifesto, in cui spieghiamo la nostra filosofia comune e i nostri principi di base. Prima di entrare a far parte della rete, chiediamo ad ogni traduttore di leggere il nostro manifesto e di comunicarci se lo condivide.
Abbiamo scelto il nome Tlaxcala per diffondere il seguente messaggio: un popolo o una comunità oppressa da un impero non deve fidarsi di un altro impero per conquistare la propria libertà. Il popolo di Tlaxcala infatti in Messico aveva sostenuto i conquistatori spagnoli per distruggere il regno degli aztechi. Ma dopo aver fatto il lavoro, i “liberatori” europei si occuparono anche del popolo di Tlaxcala che a sua volta venne parzialmente eliminato.
L’obiettivo principale che perseguiamo dalla fondazione consiste nel lottare contro il monopolio imperialista della lingua inglese su internet. Questo monopolio non è solo linguistico, ma anche culturale, ideologico e infine politico. Infatti la Neolingua utilizzata dal Ministero della Verità nel romanzo di Orwell 1984, è l’inglese! Il dominio imperialista è percepibile ovunque. Per citare un esempio: Le Nazioni Unite hanno sei lingue ufficiali: inglese, francese, spagnolo, russo, arabo e cinese. E vige anche l’obbligo di pubblicare tutti i documenti in queste lingue. Ma molti, se non la maggior parte, dei documenti dell’ONU vengono pubblicati solo in lingua inglese o forse anche in francese e spagnolo, ma non in russo, arabo o cinese. Alcuni rapporti molto importanti sulla Palestina e la Siria non esistono neppure in lingua araba. Lo stesso vale per le organizzazioni gestite dall’Occidente, dal Fondo Monetario Internazionale fino all’UE. Si comincia a parlare la loro lingua, e alla fine si pensa come loro. Inoltre la maggior parte dei madrelingua inglese, partendo dai 323 milioni di US-americani, sono monolingui. Cioè non sono in grado di parlare un’altra lingua che l’inglese. Questo fatto contribuisce all’indottrinazione nel pensiero unico, la pensée unique come dicono i francesi. La traduzione di testi da altre lingue in inglese va dunque considerata come un tipo di lavoro umanitario e/o una terapia per persone che hanno subito un lavaggio del cervello per aiutarle a correggere la loro visione distorta ad esempio su Palestina/Israele, sul Venezuela, sui paesi dell’ex unione sovietica, in altre parole il Resto del mondo.
Naturalmente non possiamo concorrere con i media dominanti, visto che questi hanno un millione più mezzi di noi: paragonati con quella grande industria, siamo solo artigiani. Loro raggiungono milioni di persone, noi solo decine di migliaia. Ma in ogni caso facciamo parte dei media alternativi globali che influenzano in modo non trascurabile i media dominanti dunque anche la formazione dell’opinione pubblica. I documenti che pubblichiamo spesso vengono ripubblicati e trovano il loro percorso attraverso la giungla dell’internet. Il fatto che siamo tutti volontari e il nostro lavoro è completamente senza scopo di lucro, ha sia vantaggi che svantaggi. Il vantaggio consiste nella piena libertà da ogni pressione e da ogni potere. Gli svantaggi consistono nella nostra estrema povertà che non ci permette di poter vivere di questo lavoro. Per questo dobbiamo guadagnare il nostro pane da un’altra parte. Questo ovviamente limita il potenziale dei nostri associati di poter esercitare un lavoro regolare con scadenze rigorose.
Alcune regioni in cui viene suddiviso il materiale sul Suo sito si sovrappongono. Questo non crea confusione quando si pubblicano i materiali?
Jaume Plensa, Spillover II
L’autore radicale di sinistra russo Alexander Tarasov insiste sul fatto che la sinistra deve apprendere ed utilizzare le lingue rare. In questo approccio egli vede un mezzo di opposizione all’imperialismo. Che legame vede tra la lotta all’imperialismo e il sostegno delle lingue rare?
Per poter combattere l’imperialismo in modo efficiente si devono conoscere almeno due lingue, ovvero quella dell’impero e la propria, e se possibile almeno una o due lingue in più per poter costruire delle alleanze. Nel sito di Tlaxcala abbiamo cercato di creare degli spazi per le cosiddette lingue rare: esperanto (con 100.000-10 milioni di parlanti) e tamazight (con 45 milioni di parlanti, senza uno statuto chiaro nei paesi in cui la lingua viene parlata, ovvero dal Marocco all’Egitto). Ma questi settori non sono molto attivi visto che ci mancano le risorse umane sufficienti. Avere la possibilità di poter pubblicare in tante lingue rimane un sogno. Si deve guardare in faccia alla realtà: è difficile mobilizzare le persone affinché partecipino ad un progetto se non si hanno altri mezzi che la buona volontà e un paio di computer!
I movimenti nazionalisti sono a favore dell’imposizione obbligatoria di una lingua nazionale all’interno dei confini dei loro stati. Questo principio viene praticato fino all’estremo dalla Turchia. Lo difendono anche i nazionalisti ucraini. C’è stato il tentativo di vietare la lingua russa che fu un catalizzatore della ribellione anti-maidan in Ucraina. Che alternativa vede al principio di una lingua ufficiale obbligatoria?
Il traduttore automatico di Google si espande di continuo. Alla sua lista si aggiungono sempre più lingue asiatiche ed africane. Non rappresenta una minaccia potenziale per i vostri progetti?
Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://fact.international/2016/01/languages-should-be-bridges-not-walls-/
Data dell'articolo originale: 08/01/2016
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=17084
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