14 gennaio 2015

Terrore a Parigi...odore di False-Flag

Sarà Parigi la goccia che fa traboccare il vaso? Abbiamo prove incontrovertibili che almeno un aspetto dell’attacco terroristico è stato messo in scena. […]
L’attacco è semplicemente “non credibile”. I sospettati, la carta d’identità in macchina, i bersagli “facilmente sacrificati”, puzzano di terrorismo false-flag. Dopotutto, l’Europa ha dimenticato il massacro di 77 persone per opera di Breivik, nel 2011, una pura operazione del Mossad per punire un gruppo politico coinvolto nel movimento di boicottaggio a Israele.

Il giornale francese Le Point ha già assegnato la responsabilità all’ISIS. Pare che nessuno abbia notato che l’ISIS è l’organizzazione islamica più “amica di Israele” del mondo. Che sia perché Israele fornisce passaggio sicuro ai jihadisti, assistenza medica, armi, logistica e intelligence al gruppo che attacca solo i nemici di Israele?

Il fatto che ad abbattere il volo MH370 fu la giunta di Kiev, che fosse o no un false-flag pianificato, è stato rapidamente insabbiato dopo che si era provato ad incolparne la Russia con foto satellitari ritoccate e video finti, prodotti rapidamente ma in modo mediocre.
L’uccisione di 12 cittadini francesi per manipolare l’opinione pubblica in un paese sempre meno amico di Israele si adatta perfettamente allo schema. Tale schema comprende anche i recenti attacchi alle sinagoghe.

La prima cosa da chiedersi quando c’è un attacco terroristico è “chi ne beneficia”. No, i media mainstream non fanno domande, e nemmeno le agenzie di intelligence. Loro sanno già. L’80% delle volte l’attacco l’hanno compiuto loro, o direttamente o attraverso un gruppo terrorista da loro creato o diretto, come l’ISIS, o da loro conquistato, forse come Boko Harum o Al Shabab.
Nessuno chiede mai da dove saltano fuori quei telefoni satellitari e le nuove Toyota, come se piombassero dallo spazio.

Israele potrebbe aver lanciato il messaggio anche a un altro destinatario. Solo un giorno prima, il partito repubblicano appoggiato da Israele aveva conquistato il senato statunitense con John McCain, che appoggia l’ISIS ed è stato recentemente citato a giudizio per aver violato la sovranità siriana nell’organizzare incontri tra i capi dell’ISIS e di Al Qaeda nella nazione. […]
Un’agenzia di intelligence, israeliana o no, potrebbe aver messo in scena un attacco terroristico per fornire la giustificazione per la nuova politica estera statunitense, che abbandona ogni richiesta di limitare gli insediamenti israeliani nel West Bank?

Quanto equipaggiamento militare americano dato a Israele finirà nelle mani dell’ISIS, regolarmente fotografato mentre usa “armi sottratte all’Iraq” che in realtà non erano mai state consegnate all’Iraq? Le carabine M4, i missili Stinger e TOW usati dall’ISIS provengono tutti dai depositi israeliani e sono il dono del generoso popolo degli Stati Uniti.
Per essere un attacco false-flag, questo è stato meno creativo del solito. Nessun edificio demolito, nessun aereo sparito. Nei 4 giorni precedenti non c’era stato alcun attacco false-flag, da quando i servizi sauditi avevano attaccato uno dei loro stessi passaggi di frontiera con l’Iraq, incolpandone “una brigata dell’ISIS di 700 uomini accampata in Arabia Saudita”. L'”attacco” era successo mentre il principe Khaled bin Bandar, capo dei servizi di intelligence del regno saudita, arrivava a Washington per sminuire l’appoggio arabo all’ISIS e vendere l’idea che il regno è minacciato.

I video dell’attacco di Parigi, alcuni dei quali filmati da giornalisti israeliani, non dagli “israeliani danzanti” come nell’11 settembre, ma ugualmente incredibili, dimostrano chiaramente che gli attaccanti stavano usando munizioni a salve. In un video pubblicato su Liveleak (liveleak.com/view), una “esecuzione” a distanza ravvicinata non mostra alcun effetto scoppio né sangue, nonostante l’arma sia capace di effetti devastanti . Vedi: Youtube.com/watch
Gli esperti balistici consultati oggi descrivono i video dell’attacco francese come “messe in scena teatrali”. Oltre al sospetto video ad alta risoluzione, gli esperti hanno già notato che le armi non emettono i bossoli e i proiettili colpiscono il cemento senza il minimo effetto, perfino da distanza ravvicinata. Vedete, i colpi dell’AK47, 7.62×39, non sono molto potenti, ma hanno un nocciolo d’acciaio per penetrare nelle armature. Quando colpiscono il cemento, sollevano grandi pezzi di detriti, che però non si vedono affatto nel video.

Anche l’analisi preliminare dell’audio mostra una frequenza che indica il riporto subsonico di un proiettile a salve. In un “canion urbano”, un colpo supersonico di fucile d’assalto crea un percepibile “crack” ad alta frequenza con un “riporto” o eco secondario.
Ci sono volute solo poche ore per mettere in questione il video, ad alta risoluzione e dal tempismo perfetto, girato da un passante che apparentemente non aveva paura mentre vedeva degli attori che sparavano colpi a salve, incapaci di far funzionare il sistema di espulsione delle armi, e proiettili immaginari che lasciavano il cemento intatto e niente sangue.


Gli osservatori del video pratici di Parigi notano lo spazio fra le automobili. Nella “vera Parigi” non c’è spazio per camminare tra le macchine, non ci sono spazi ampi ma piuttosto un caos totale di motociclette, paraurti che si toccano e completo disordine. Un’altra barzelletta che gira a Parigi è che i marciapiedi vengono puliti solo prima del “Giorno della Bastiglia”. A distanza di mesi, l’immondizia e i cani trasformano Parigi in una fogna a cielo aperto.
Perciò non è irragionevole supporre che stiamo vedendo l’equivalente di un set cinematografico.


Il terrorismo, con morti reali o immaginari, è uno strumento della guerra basata sulla teoria del caos e viene velocemente propagandato. Se gli avvenimenti veri non possono venire manipolati, li si crea. Anche se non c’è ancora un’analisi definitiva, e anche se ci fosse non verrebbe mai resa nota al pubblico, l’attacco parigino di questa settimana è, in tutta probabilità, tutt’altra cosa da ciò che deve sembrare.

E diventa ancora meno credibile quando si cerca di trovare la scena. Non solo nessuno è in grado di localizzare il posto dall’indirizzo fornito, ma di fatto non esiste area di Parigi che assomigli al video. La nostra stessa indagine ha trovato solo che il posto “reale” è una strada molto più stretta con parcheggio da un lato solo, edifici pieni di graffiti e marciapiedi pieni di motociclette parcheggiate, come ogni altro posto della vera Parigi. […]
Prendete quindi questa congettura come un’ipotesi supportata dalla maggior parte dei fatti. Ci sono diverse compagnie cinematografiche che operano a Parigi; questo di sicuro è un sequel: abbiamo già visto tutto così tante volte.


Fonte: journal-neo.org
Traduzione: Anacronista - Controinformazione.info

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