Sarà Parigi la goccia che fa traboccare il vaso? Abbiamo prove incontrovertibili che almeno un aspetto dell’attacco terroristico è stato messo in scena. […]
L’attacco è semplicemente “non credibile”. I sospettati, la carta
d’identità in macchina, i bersagli “facilmente sacrificati”, puzzano di
terrorismo false-flag. Dopotutto, l’Europa ha dimenticato il massacro di
77 persone per opera di Breivik, nel 2011, una pura operazione del
Mossad per punire un gruppo politico coinvolto nel movimento di
boicottaggio a Israele.
Il giornale francese Le Point ha già assegnato la responsabilità
all’ISIS. Pare che nessuno abbia notato che l’ISIS è l’organizzazione
islamica più “amica di Israele” del mondo. Che sia perché Israele
fornisce passaggio sicuro ai jihadisti, assistenza medica, armi,
logistica e intelligence al gruppo che attacca solo i nemici di Israele?
Il fatto che ad abbattere il volo MH370 fu la giunta di Kiev, che
fosse o no un false-flag pianificato, è stato rapidamente insabbiato
dopo che si era provato ad incolparne la Russia con foto satellitari
ritoccate e video finti, prodotti rapidamente ma in modo mediocre.
L’uccisione di 12 cittadini francesi per manipolare l’opinione
pubblica in un paese sempre meno amico di Israele si adatta
perfettamente allo schema. Tale schema comprende anche i recenti
attacchi alle sinagoghe.
La prima cosa da chiedersi quando c’è un attacco terroristico è “chi ne beneficia”.
No, i media mainstream non fanno domande, e nemmeno le agenzie di
intelligence. Loro sanno già. L’80% delle volte l’attacco l’hanno
compiuto loro, o direttamente o attraverso un gruppo terrorista da loro
creato o diretto, come l’ISIS, o da loro conquistato, forse come Boko
Harum o Al Shabab.
Nessuno chiede mai da dove saltano fuori quei telefoni satellitari e le nuove Toyota, come se piombassero dallo spazio.
Israele potrebbe aver lanciato il messaggio anche a un altro
destinatario. Solo un giorno prima, il partito repubblicano appoggiato
da Israele aveva conquistato il senato statunitense con John McCain, che
appoggia l’ISIS ed è stato recentemente citato a giudizio per aver
violato la sovranità siriana nell’organizzare incontri tra i capi
dell’ISIS e di Al Qaeda nella nazione. […]
Un’agenzia di intelligence, israeliana o no, potrebbe aver messo in
scena un attacco terroristico per fornire la giustificazione per la
nuova politica estera statunitense, che abbandona ogni richiesta di
limitare gli insediamenti israeliani nel West Bank?
Quanto equipaggiamento militare americano dato a Israele finirà nelle
mani dell’ISIS, regolarmente fotografato mentre usa “armi sottratte
all’Iraq” che in realtà non erano mai state consegnate all’Iraq? Le
carabine M4, i missili Stinger e TOW usati dall’ISIS provengono tutti
dai depositi israeliani e sono il dono del generoso popolo degli Stati
Uniti.
Per essere un attacco false-flag, questo è stato meno creativo del
solito. Nessun edificio demolito, nessun aereo sparito. Nei 4 giorni
precedenti non c’era stato alcun attacco false-flag, da quando i servizi
sauditi avevano attaccato uno dei loro stessi passaggi di frontiera con
l’Iraq, incolpandone “una brigata dell’ISIS di 700 uomini accampata in
Arabia Saudita”. L'”attacco” era successo mentre il principe Khaled bin
Bandar, capo dei servizi di intelligence del regno saudita, arrivava a
Washington per sminuire l’appoggio arabo all’ISIS e vendere l’idea che
il regno è minacciato.
I video dell’attacco di Parigi, alcuni dei quali filmati da
giornalisti israeliani, non dagli “israeliani danzanti” come nell’11
settembre, ma ugualmente incredibili, dimostrano chiaramente che gli
attaccanti stavano usando munizioni a salve. In un video pubblicato su
Liveleak (liveleak.com/view),
una “esecuzione” a distanza ravvicinata non mostra alcun effetto
scoppio né sangue, nonostante l’arma sia capace di effetti devastanti .
Vedi: Youtube.com/watch
Gli esperti balistici consultati oggi descrivono i video dell’attacco
francese come “messe in scena teatrali”. Oltre al sospetto video ad
alta risoluzione, gli esperti hanno già notato che le armi non emettono i
bossoli e i proiettili colpiscono il cemento senza il minimo effetto,
perfino da distanza ravvicinata. Vedete, i colpi dell’AK47, 7.62×39, non
sono molto potenti, ma hanno un nocciolo d’acciaio per penetrare nelle
armature. Quando colpiscono il cemento, sollevano grandi pezzi di
detriti, che però non si vedono affatto nel video.
Anche l’analisi preliminare dell’audio mostra una frequenza che
indica il riporto subsonico di un proiettile a salve. In un “canion
urbano”, un colpo supersonico di fucile d’assalto crea un percepibile
“crack” ad alta frequenza con un “riporto” o eco secondario.
Ci sono volute solo poche ore per mettere in questione il video, ad alta
risoluzione e dal tempismo perfetto, girato da un passante che
apparentemente non aveva paura mentre vedeva degli attori che sparavano
colpi a salve, incapaci di far funzionare il sistema di espulsione delle
armi, e proiettili immaginari che lasciavano il cemento intatto e
niente sangue.
Gli osservatori del video pratici di Parigi notano lo spazio fra le
automobili. Nella “vera Parigi” non c’è spazio per camminare tra le
macchine, non ci sono spazi ampi ma piuttosto un caos totale di
motociclette, paraurti che si toccano e completo disordine. Un’altra
barzelletta che gira a Parigi è che i marciapiedi vengono puliti solo
prima del “Giorno della Bastiglia”. A distanza di mesi, l’immondizia e i
cani trasformano Parigi in una fogna a cielo aperto.
Perciò non è irragionevole supporre che stiamo vedendo l’equivalente di un set cinematografico.
Il terrorismo, con morti reali o immaginari, è uno strumento della
guerra basata sulla teoria del caos e viene velocemente propagandato. Se
gli avvenimenti veri non possono venire manipolati, li si crea. Anche
se non c’è ancora un’analisi definitiva, e anche se ci fosse non
verrebbe mai resa nota al pubblico, l’attacco parigino di questa
settimana è, in tutta probabilità, tutt’altra cosa da ciò che deve
sembrare.
E diventa ancora meno credibile quando si cerca di trovare la scena.
Non solo nessuno è in grado di localizzare il posto dall’indirizzo
fornito, ma di fatto non esiste area di Parigi che assomigli al video.
La nostra stessa indagine ha trovato solo che il posto “reale” è una
strada molto più stretta con parcheggio da un lato solo, edifici pieni
di graffiti e marciapiedi pieni di motociclette parcheggiate, come ogni
altro posto della vera Parigi. […]
Prendete quindi questa congettura come un’ipotesi supportata dalla
maggior parte dei fatti. Ci sono diverse compagnie cinematografiche che
operano a Parigi; questo di sicuro è un sequel: abbiamo già visto tutto
così tante volte.
Fonte: journal-neo.org
Traduzione: Anacronista - Controinformazione.info
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