Sono centinaia di miliardi gli euro investiti in pubblicità, mentre
gran parte del mondo al di fuori delle nostre società si dibatte fra
sofferenza, fame e miseria. "Consuma! Consuma finchè puoi!" è il
messaggio sarcastico lanciato dal video "The Good Consumer", di cui Il
Cambiamento, in collaborazione con il blog LLHT, mette a disposizione la
versione con i sottotitoli in italiano.
Consumare, consumare sempre ad ogni ora
del giorno e della notte, un continuo e martellante messaggio. Non
siamo più persone, siamo solo consumatori nella mani dei pubblicitari,
degli industriali, dei politici che ci dicono che se non consumiamo il
paese va allo sfascio, la crisi si aggrava, ci saranno disoccupati e
disperazione. Quindi dobbiamo consumare e qualsiasi gesto, pensiero e
parola deve avere l’acquisto come obiettivo, come se fosse ossigeno
indispensabile per vivere. Centinaia di miliardi di euro investiti in
pubblicità mentre gran parte del mondo al di fuori delle nostre società
vetrina si dibatte fra sofferenza, fame e miseria.
Una imponente
macchina per fabbricare illusioni ci induce a comprare di tutto e
soprattutto quello che non ci serve, che andrà buttato, che dopo un po’
non ricorderemo nemmeno di avere, abbandonato in qualche cassetto o in
qualche soffitta di case strapiene di oggetti. Presi da una spirale dove
la parola fine non esiste, tramandiamo questa nefasta tradizione ai
nostri figli pensando così di non farli sentire inadeguati rispetto agli
altri, senza riflettere che li stiamo facendo semplicemente diventare
dei tossicodipendenti da consumo e a loro volta passeranno la vita a
comprare, magari indebitandosi e pensando che senza il consumo non sono
nulla. Mostreranno la loro auto o l’ultimo modello di smartphone alle
persone che vorranno impressionare e che ovviamente li considereranno
per quello che hanno e non per quello che sono. Si stupiranno se
verranno abbandonati per chi ha più di loro. Da anziani verranno
lasciati nelle mani di una badante perché se tutto si compra, meglio
pagare una persona estranea che regalare affetto e vicinanza gratuita,
aspetti questi che tra l’altro non fanno nemmeno crescere il PIL.
Ma
che senso ha tutto ciò? C’è un limite, una fine a questa folle corsa
verso il consumo della propria esistenza imprigionata da oggetti da
comprare? Il consumismo è una droga e come tale va trattata, tossica e
nociva che annebbia la mente e indebolisce il corpo. Chi continua a dire
che dobbiamo consumere, va considerato come uno spacciatore di
illusioni a caro prezzo e di indebitamento. Della droga del consumo
meno se ne fa uso e meglio si sta. Meno consumo, meno bisogno di soldi,
meno bisogno di soldi e meno bisogno di lavoro, meno bisogno di lavoro e
più tempo per le relazioni, più ricchezza umana e spirituale. In altre
parole meno consumo e più vita.
Fonte: Il Cambiamento
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