“Un anno fa tutto il dibattito ruotava attorno all’austerità e ora… pure.”
Si sta concludendo il semestre europeo di presidenza italiana ed è
periodo di bilanci. Un semestre che dalle premesse avrebbe dovuto
“cambiare il verso” di Bruxelles e che come sempre, Hollande docet, non
ha scalfito nulla dei dikat di Angela Merkel e Wolfgang Schauble. Se
fosse, del resto, esistita tra i paesi membri della zona euro la volontà
di affrontare con solidarietà la crisi, questa, banalmente, non ci
sarebbe stata, perché la Germania avrebbe alzato i salari, rilanciando
la domanda interna dei paesi dell’Europa del sud; perché Draghi avrebbe
detto le tre parole magiche da subito e non dopo aver facilitato il
cambio di regime in diversi paesi; e perché la triade del male, Berlino
Francoforte e Bruxelles, avrebbe salvato un paese, la Grecia, che
rappresentava un’inezia del Pil europeo, mentre hanno deciso di raderla
al suolo al punto che oggi tre cittadini su cinque nel paese hanno
varcato la soglia di povertà.
Questa solidarietà non c’è mai stata e i piani dell’Europa,
come ci hanno spiegato molto bene i vari Prodi, Monti, Padoa Schioppa,
Juncker, sono altri: imporre attraverso le crisi economiche cessioni di
sovranità e perdite di diritti che le popolazioni in tempi normali non
accetterebbero mai.
Ma il bilancio va fatto e il ministro Gentiloni, colui che riesce a
intravedere ulteriore sovranità da cedere rispetto a quella che il suo
partito ha già regalato, ha lasciato il compito ingrato a Sandro Gozi.
In una lettera al Corriere, il sottosegretario arriva a generare in chi
legge tenerezza e compassione per il nulla che rappresenta e che tenta
invano di trasformare in parole.
Gozi parla di “passi avanti graduali e chiari” in questo gioco
dell’oca chiamato zona euro. “Un anno fa, tutto il dibattito europeo
ruotava attorno all’austerità, mentre adesso si lavora finalmente su una
nuova politica di crescita, applicando in modo più intelligente le
regole in tempi di crisi. È poco? Certo, per chi vuole tutto e subito è
poco. Ma chi osserva senza pregiudizi le questioni europee sa bene che i
risultati della nostra Presidenza sono stati molto positivi, come ci
viene riconosciuto dalle stesse istituzioni dell’Unione”.
Un anno fa tutto il dibattito ruotava attorno all’austerità e ora…
pure. L’euro è sostenibile solo con tre cambiamenti: fine dell’austerità
nell’Europa del sud, reflazione in Germania – aumento dei salari – e
politica anti-deflazione della BCE (dovrebbe violare il Trattato
comprando titoli di stato). Non sono nessuno oggettivamente
raggiungibili e chi afferma oggi il contrario, mente sapendo di mentire.
Non potendo più utilizzare la leva del cambio e non potendo gli Stati
portare avanti piani di investimenti pubblici, i gap di competitività
tra i paesi vengono aggiustati solo con la svalutazione interna: vale a
dire minori salari nei paesi meno produttivi come l’Italia. Il Jobs Act
di Renzi, che ricalca tre anni di imposizioni della Troika in Grecia e
la formazione della cosiddetta generazione a 300 euro, è l’inevitabile
conseguenza. Chi parla di Jobs Act, il primo importante risultato
ottenuto dalla Troika attraverso il semestre europeo di Renzi, in
termini di crescita, ricchezza e sviluppo mente sapendo di mentire.
In un contesto drammatico di povertà diffusa, disoccupazione di massa
e perdita progressiva dei diritti sociali, Gozi prosegue a raccontare
come l’Europa abbia cambiato verso nel suo semestre. Ma si deve presto
interrompere perché i risultati non si possono inventare e quindi
utilizza la frase delle frase, lo specchio riflesso di tutti i
responsabili di questo progetto criminale chiamato zona euro: “i 60 anni
di pace”. E quindi, in perfetto stile propaganda Goebbels (tipo
pubblicità regresso recenti della Rai), il buon Gozi sale in cattedra:
“L’Europa è nata sulle macerie di Auschwitz e si fonda sul rispetto
della dignità umana, della libertà, della democrazia, e dei diritti
umani”.
L’Europa garantiva i diritti, le libertà e la pace prima di
Maastricht e soprattutto prima del Patto di Stabilità, prima
dell’imposizione della moneta unica, prima del Mes, del Two Packs, del
Fiscal Compact. E potremmo continuare per ore. Ora tutte queste
conquiste sono a rischio perché si è pianificato di distruggere il
tessuto sociale e produttivo dei vari paesi.
E sono a rischio perché hanno deciso, come Europa unita, di seguire
la folle politica estera statunitense che, pur di portare la Nato ai
confini della Russia, pur di sostituire le esportazioni del gas russo in
Europa con il suo più costoso gas di scisto e pur di creare le premesse
perché il TTIP si trasformi in una tappa forzata d’integrazione
europea, ha deciso di soffocare la Russia attraverso la crisi ucraina.
Da allora, abbiamo avuto il danno, le sanzioni contro Mosca che per
l’Italia significa eutanasia economica; la beffa, il salvataggio
finanziario dell’Ucraina – dove governa un mostro giuridico di
neo-nazisti, brocratici internazionali e ormai cittadini americani ma
per Gozi questo significa democrazia, diritti e libertà – con altri 15
miliardi da dare al più presto a Kiev; e, infine, le conseguenze
inimmaginabili in caso di gravi ritorsioni di Mosca. Ecco, dopo il Jobs
Act, il secondo risultato che la Troika ha raggiunto attraverso il
semestre europeo italiano e attraverso la nuova “responsabile” della
politca estera dell’Ue Federica Mogherini.
Ma Gozi non ha finito la sua lettera, perché a scavare scavare alla
fine un risultato per il semestre europeo riesce a trovarlo. Leggetelo e
meditate in silenzio: “Grazie alla nostra proposta, già approvata, di
organizzare almeno una volta all’anno e ogni qual volta ne emerga la
necessità un dibattito in Consiglio su legalità e diritti fondamentali
all’interno dell’Unione”.
Almeno una volta all’anno questi signori, quindi, si riuniranno e
parleranno di legalità. Immaginate la scena: funzionari tedeschi, il
paese più corrotto d’Europa, che vedranno una volta all’anno dirigenti
del Pd, Ncd e Forza Italia e commentranno chi è stato più bravo se loro o
noi con i vari Exxpo, Mose, Mafia Capitale…
“Il nostro semestre ha avviato un nuovo ciclo, all’insegna del
primato della politica e dei diritti fondamentali”, conclude Gozi. E
queste parole, ironia della sorte, le scrive quando Poletti, l’uomo di
Buzzi nelle istituzioni e padre della riforma liberticida del jobs act,
insulta per l’ennesima volta milioni di lavoratori italiani parlando di
“Dialogo, ma nessuna trattativa”. Il Pd di Renzi parla con Juncker – e
per Pittella questo è un grande risultato – ma non con i lavoratori del
suo paese: questo è il risultato più importante che la Troika ha
ottenuto attraverso il semestre europeo di Renzi ed è, al contempo, il
fallimento definitivo di una classe dirigente che ha ormai abiurato dal
suo compito primordiale, salvaguardare e proteggere la propria
popolazione.
Fonte: L’Antidiplomatico
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