I Paesi Bassi sono il luogo dove l’Italia ha cambiato la propria storia
negli ultimi 25 anni, non solo legandosi al Trattato di Maastricht, con
la cessione della sovranità monetaria e legislativa, ma per poter
definitivamente abbandonare la veste di Stato sovrano era necessario
rinunciare all’esclusività delle funzioni delle forze armate sul proprio
territorio, con l’istituzione di una milizia sovranazionale. Questo
passaggio è avvenuto nel 2007 a Velsen, piccola municipalità dei Paesi
Bassi, dove è stato firmato un trattato congiuntamente a Francia,
Spagna, Paesi Bassi e Portogallo che istituisce la gendarmeria europea,
l’Eurogendfor, che andrà ad esautorare le forze dell’ordine nella
gestione dell’ordine pubblico. Uno scenario irrealistico, ma che è stato
messo nero su bianco con la legge di ratifica numero 84 del 14 maggio
2010, votata dal Parlamento con 443 voti favorevoli su 444 presenti,
solamente un astenuto. L’Eurogendfor sarà la milizia che si incaricherà
della gestione delle crisi (scioperi, manifestazioni) sul territorio italiano, e non risponderà più direttamente alle istituzioni parlamentari.
La nuova super-polizia, scrive Cesare Sacchetti su
“L’Antidioplomatico”, non risponderà più neppure al presidente della
Repubblica, che è il comandante in capo delle forze armate secondo la
Costituzione italiana. Eurogendfor obbedirà solo agli ordini
del Cimin, l’alto comando interministeriale composto dai rappresentanti
dei ministeri delle parti firmatarie, che ha il compito di governare la
gendarmeria europea. «Nelle democrazie costituzionali il controllo
delle forze armate deve rispondere a criteri di trasparenza e sono
previsti precisi meccanismi di controllo sul loro operato», ricorda
Sacchetti. Eurogendfor, invece, «si colloca gerarchicamente al di sopra
delle forze di polizia italiane, indirizzandone le attività ordinarie e
persino d’intelligence». Potrà infatti «condurre missioni di sicurezza e
ordine pubblico, monitorare, svolgere consulenza, guidare e
supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro
ordinarie mansioni, ivi compresa l’attività d’indagine penale». Inoltre
potrà assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del
traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence.
«I servizi segreti italiani potranno trovarsi tagliati fuori nella
gestione dell’intelligence, con gravi rischi per la sicurezza
nazionale».
Ma l’aspetto più inquietante, secondo Sacchetti, è l’immunità penale
che questo trattato attribuisce ai membri della gendarmeria europea: «I
membri del personale di Eurogendfor – recita la normativa – non potranno
subire alcun procedimento relativo all’esecuzione di una sentenza
emanata nei loro confronti nello Stato ospitante o nello Stato ricevente
per un caso collegato all’adempimento del loro servizio». Super-polizia
sovrana, al di sopra della magistratura: niente informazioni,
controlli, perquisizioni, indagini. «Le autorità delle parti non
potranno entrare nei locali e negli edifici senza il preventivo consenso
del comandante Egf o, ove possibile, del comandante della Forza Egf»,
si legge. «Gli archivi di Eurogendfor saranno inviolabili». E
l’inviolabilità degli archivi «si estenderà a tutti gli atti, la
corrispondenza, i manoscritti, le fotografie,
i film, le registrazioni, i documenti, i dati informatici, i file
informatici o qualsiasi altro supporto di memorizzazione dati
appartenente o detenuto da Eurogendfor, ovunque siano ubicati nel
territorio delle parti».
In linea teorica, segnala Sacchetti, «Egf potrebbe avere già un
archivio (illegale) dove vengono schedati cittadini che per qualche
motivo sono sotto osservazione». Archivio ovviamente «precluso l’accesso
alle autorità italiane». L’obbligatorietà dell’azione penale, alla
quale è tenuta la magistratura italiana?
«In questo modo è annullata, e
viene meno uno dei principi fondamentali del nostro ordinamento
costituzionale, attraverso il trapianto di una milizia sovranazionale
sul territorio italiano con sede a Vicenza, le cui spese sono a carico
dello Stato italiano come previsto dall’articolo 10 del trattato».
Milizia che «non risponde all’autorità giudiziaria dello Stato, e non è
tenuta ad osservare le sentenze emesse dai suoi tribunali».
L’inviolabilità delle sedi e l’impossibilità di intercettare le
comunicazioni della gendarmeria europea «è una situazione di extra
legem, ovvero la completa inefficacia degli atti giuridici nazionali».
Per Sacchetti, «il Trattato di Velsen rappresenta una chiara violazione
della Carta, poiché le forze armate non debbono e non possono possedere
un’immunità penale nell’esercizio delle loro funzioni, né tantomeno sono
escluse dalla possibilità di essere intercettate e le loro sedi possono
essere perquisite su mandato della magistratura». Di fatto, «la
gendarmeria di Velsen non risponde alle leggi italiane e alla sua
Costituzione».
Chi ha concepito e firmato quel trattato «ha pensato di istituire una
forza di polizia che non appartenesse direttamente agli Stati
nazionali, da poter utilizzare violando le fondamentali procedure di
controllo democratiche». Storia: «Gli esempi di polizie che non rispondono a principi democratici sono da rintracciare nel passato come la Gestapo della Germania
nazista, o la Ceka dell’Unione Sovietica, vere e proprie polizie
politiche incaricate di perseguire gli avversari dei rispettivi regimi»,
scrive Sacchetti. «La gendarmeria europea è stata utilizzata ad Atene
nel 2010 durante le manifestazioni contro la Troika, e non è da
escludersi che possa operare prossimamente sul nostro territorio per
reprimere il dissenso montante nei confronti delle politiche di
austerità». Col pretesto dei tagli
alla spesa, l’Italia di Renzi torna a parlare di riordino delle forze
dell’ordine (troppi corpi di polizia) ma definisce fantascienza la
sparizione dell’Arma dei carabinieri, assorbita da altre strutture.
Sicuri che siano solo fantasie? L’articolo 3 della legge di ratifica di
Velsen dice chiaramente che «la forza di polizia italiana a statuto
militare per la forza di gendarmeria europea è l’Arma dei carabinieri».
Fonte: Libreidee
Sono i 443 parlamentari DA ARRESTARE su 444 dei presenti che ha votato in parlamento la legge di ratifica numero 84 del 14 maggio 2010 per l'eurogenfor(SS), solamente l'astenuto da salvare e darli una medaglia!
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