18 maggio 2014

COLOMBIA: Ritratto dei Vandali al Potere

“Questi trovavano una serie di corpi sfigurati, sparsi intorno, indizi di un antagonismo sociale cieco e distruttore. Questa scena poteva corrispondere a qualcosa di assolutamente caotico e disordinato in cui si trovavano i cadaveri smembrati, disseminati o impilati tutt’intorno. Ma era altrettanto facile imbattersi in scene dove c’era un ordine intenzionale, una vera messa in scena. (…) Questo metodo cercava innanzitutto di terrorizzare gli abitanti del paese che fuggivano abbandonandolo del tutto.” (María Victoria Uribe Alarcón, “Antropologia dell’Inumanità”, 2004, p.92)
L’arrivo a Buenaventura, in un primo momento,  lascia un certo senso di ansia. Dà la sensazione che tutti gli edifici stiano per crollare, ammuffiti e marci. A differenza di altri luoghi colombiani, si respirano sfiducia e paura: la sensazione di abbandono è evidente. Pare incredibile che la maggior parte del commercio internazionale colombiano passi per questo porto, rimarcando il carattere contraddittorio del capitalismo, in cui investimento e privazione sono termini indissociabili. La miseria è un concetto relativo e diventa tanto più odiosa se è circondata  da tanta ricchezza.

Quello che accade a Buenaventura, dove quotidianamente saltano fuori corpi umani smembrati che galleggiano tra le mangrovie o sono sparsi per le strade, non è niente di nuovo per la maggior parte delle persone. All’improvviso, tutto il mondo si è messo a parlare di Buenaventura in Colombia. Vengono scritti resoconti giornalistici e trasmessi programmi televisivi colmi d’indignazione sulla situazione scoraggiante che la città vive alle prese del flagello paramilitare (che ora agisce sotto i nomi di Urabeños, Rastrojos, Empresa). Ha suscitato rabbia e risentimento l’orrore delle “Casas de Pique”(case della tortura), vere e proprie macellerie per esseri umani, che tutto il mondo conosce e può vedere, tranne che la polizia, l’esercito e le autorità. Ma il tratto dato a queste notizie, come sempre, è molto povero, sensazionalista e decontestualizzato.

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