«Restare anziché scappare – spiegano dall’associazione L’Albero Vagabondo, che ha avuto l’idea - In queste terre non c'è ancora la cognizione necessaria a percepire l'attuale ritorno all’agricoltura; qui coltivare la terra non fa ancora tendenza, il ricordo della terra arcigna è ancora presente e le nuove generazioni la rifuggono. Ma è la capacità di adattarsi ai cambiamenti, quella capacità di resistere che si trova nelle situazioni più difficili, la possibilità di identificare risorse, di generare rete, di sviluppare rapporti e creare nuove relazioni felicitanti la premessa per avviare un esperimento di coltivazione comunitaria. Una ricerca dell’identità originaria attraverso relazioni tra vecchio e nuovo, tra interni ed esterni, tra la vita e la morte»La comunità di Cairano avrà a breve un orto da curare; pomodori e fagiolini, peperoni e melenzane, fave e piselli saranno colori e sapori da comunicare e assaporare durante gli appuntamenti visionari del gruppo “Cairano 7X” (primo appuntamento Recupera/Riabita dal 20 al 22 giugno prossimo) diretto da Dario Bavaro. Il gruppo iniziale è formato da Antonio Zarra, maestro dell'Orto, e Sebastian Scura dell'Istituto Superiore Maffucci di Calitri, da Michele Vitiello e Giuseppe Frieri (papà dell'orto); ai lavori di squadratura e irrigazione hanno collaborato Antonio Luongo, Claudio Ferraro e Giuseppe Di Domenico; attrezzature e semi rientrano nel supporto di Franco Dragone alla comunità di Cairano. Il progetto si inserisce nella campagna di sensibilizzazione e promozione degli orti biologici e sociali dell'Albero Vagabondo.
Fonte: Il Cambiamento
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