19 febbraio 2014

"Renzi non deve chiedere a Bruxelles il permesso di governare"

"Renzi andrà a Bruxelles a tentare di ridurre i vincoli di bilancio. Ma un premier dovrebbe andare a chiedere il permesso di governare il paese che rappresenta?"


Siamo “cavie” da laboratorio economico? Si domanda Lidia Undiemi oggi sul suo sito per specificare meglio i concetti espressi nella trasmissione di Rai 3. In tutti i paesi in cui è intervenuta la Troika (UE, BCE e FMI) per fornire “assistenza finanziaria”, del resto, il debito pubblico è aumentato e non diminuito. Inoltre, in Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro i cittadini europei colpiti dall’austerità hanno pagato a caro prezzo i salvataggi degli interessi finanziari della zona euro.
L'Italia dimostra poi come lo Stato non sia poi così “cattivo”, con il deficit pubblico che si è progressivamente ridotto, passando dal 5,5% del 2009 all’attuale soglia del 3%. Ma allora come è stato possibile che il debito pubblico lordo sia aumentato passando dal 116,4% del 2009 al 132,9% stimato per il 2013? La risposta è chiaramente da ricercare negli aiuti finanziari all’Eurogruppo, a cui l’Italia ha già contribuito con circa 55 miliardi di euro. Non vi è alcuna valida esigenza di carattere economico legata al rispetto dei limiti di spesa e la questione è di natura puramente politica e riguarda il salvataggio degli interessi finanziari dell’eurozona e il governo del territorio. E se uno Stato accetta di essere vincolato a rigidi e predefiniti vincoli di spesa pubblica sanciti a livello comunitario (si veda la legge di attuazione del cd. pareggio di bilancio), è chiaro che il governo del paese passa dall’Italia a Bruxelles. Potrebbe dunque accadere che l’Europa conceda a Renzi la possibilità di sforare il limite del 3% relativo al deficit, ma si tratterebbe comunque di sottostare al volere di chi non rappresenta le nostre istituzioni nazionali.
Anche l’UE ha il suo “vincolo esterno”, conclude Lidia Undiemi, si chiama consenso popolare, se si tira troppo la corda c’è il rischio che si strappi. Basti pensare a quanto recentemente accaduto in Spagna, dove a seguito di una serie di proteste contro i limiti al deficit strutturale – praticamente insostenibili secondo i criteri dettati da Bruxelles – la Commissione Europea, assieme ad un gruppo di esperti, ha raggiunto un nuovo accordo tecnico per ridefinirli.

Fonte: L'Antidiplomatico

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