20 ottobre 2013

L'OLOCAUSTO AMERICANO

Per un presente di lotta radicato in un movimento per la difesa della causa amerindia (indigenismo) degno e combattivo contro l’ingiustizia, in fratellanza con gli afro-discendenti e con i meticci. Un’identità nella lotta per una società senza sfruttatori; un’identità senza esclusioni divisioniste né misticismi artificiali paralizzanti; senza manipolazioni dello pseudo-indigenismo made in USAID-UE - tanto compiacente alla genuflessione e al divisionismo neo-razzista dell’ambito popolare quanto funzionale al Grande Capitale. Alla vigilia del 12 Ottobre, abbiamo cominciato a ripensare la nostra identità con un fulcro unitario nella lotta per la giustizia sociale per tutte e tutti.

Da piccoli, per molte generazioni, ci hanno insegnato a celebrare il 12 Ottobre come Il Giorno della Razza… Questa distorsione della storia è solamente un dato in più di tante altre menzogne che ci hanno fatto ripetere fino a ritenerle vere. All’inizio, questa celebrazione venne imposta a ferro e fuoco. Fu imposta dal genocida conquistatore così come la sua lingua, le sue religioni, le sue credenze, il suo sistema politico ed economico, la sua cultura… attraverso lo sterminio sistematico di 70 milioni di nostri avi che vennero assassinati in molti modi, con il proposito di strappare loro la propria terra, spogliarli dei propri diritti ancestrali e, molte volte, addirittura per il solo piacere di vederli soffrire – come si può apprezzare in uno dei numerosi racconti di Fray Bartolomé de las Casas (Siviglia, 24 agosto del 1474 o 1484 – Madrid, 17 luglio del 1566) che fu un “encomendero” spagnolo [colonizzatore a cui veniva concessa un’ “encomienda”, ovvero l’assegnazione di un gruppo di indios a un colono, NdT] e poi frate domenicano, cronista, filosofo, teologo, giurista, «Procuratore o protettore universale di tutti gli indios delle Indie», ed è considerato uno dei fondatori del diritto internazionale moderno, un grande protettore degli indios e precursore dei diritti umani:

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