Prelievo forzoso: dopo il precedente di Cipro, tutta l'Europa è a rischio. E ora l'Fmi apre anche a questa possibilità. |
L’idea "brillante" viene enunciata in uno dei capitoli del report semestrale "Monitor delle finanze pubbliche" preparato dagli economisti del Fondo. Quello proposto e riportato dai quotidiani, tra cui un giornale greco, sarebbe un provvedimento suicida, in quanto scatenerebbe una fuga di capitali dalle banche europee.
Quanto espresso dall’istituto di Washington è certamente stato preso in considerazione anche dalle autorità politiche. Il concetto è semplice: piuttosto che appesantire il carico fiscale delle imprese e far scendere ancora di più le buste paga, perché non andare a toccare i capitali "dormienti"?
Così sarebbero però i cittadini innoncenti, senza distinzione di classe, a pagare il prezzo della crisi del debito sovrano creata dalle autorità politiche che non sono riuscite a creare un’area della moneta unica salutare con un unico debito.
Urge una riforma prima che la deflazione provochi altri danni e le tensioni sociali diventino violente. Ma non questa proposta, la quale - ben nascosta nell’ultimo rapporto dell’organizzaizone – rischia per di più di esacerbare i rapporti già particolarmente delicati tra il Fondo e i Governi Ue e la Bce.
Il Fondo osserva che contributi una tantum come i prelievi coatti sono stati ampiamente utilizzati in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale (vedi il caso della Germania) e in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il report riconosce che le misure drastiche non hanno avuto i risultati attesi e che non hanno portato ad una riduzione del debito pubblico (l’obiettivo iniziale). E sopratutto che il ritardo nell'attuazione ha portato alla fuga di capitali e a un’elevata inflazione.
Concentrandosi nei problemi della zona euro e nella necessità di riportare il livello del debito pubblico a livelli pre-crisi (fine 2007), il FMI riconosce anche che per curare l’area ci sarebbe bisogno di un tasso di prelievo alto (10%) dei risparmi netti positivi dei nuclei familiari di 15 paesi della zona euro.
Questo, ovviamente, è un potente disincentivo. Sarebbe inoltre una missione estremamente difficile, conclude l'Fmi, ma l'idea deve comunque essere presa in considerazione e "messa a confronto con i rischi e le alternative per ridurre il debito pubblico", come ad esempio una moratoria delle passività o l'inflazione, che "è anche una sorta di tassa sul patrimonio".
"Dato il pessimo stato delle finanze pubbliche della zona euro – si legge sul quotidiano belga L'Echo - le idee per rafforzare i fondi pubblici non mancano, come questa piuttosto semplicistica e senza precedenti del FMI".
Degli analisti interpellati da L'Echo c'è solo un economista, Etienne de Callatay, che trova una qualche virtù nell'idea: "A prima vista, la proposta può sembrare perturbante, persino scioccante e scandalosa. Ma si tratta di una alternativa alle altre misure preconizzate per uscire dalla crisi, come il ricorso all'inflazione".
Fonte: Wall Street Italia
Nessun commento:
Posta un commento
Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog Voci Dalla Strada
Non sono consentiti:
- messaggi pubblicitari
- messaggi con linguaggio offensivo
- messaggi che contengono turpiloquio
- messaggi con contenuto razzista o sessista
- messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)