Di Tito Pulsinelli
SelvasBlog
Per dirla con le parola di Correa: "Dedico questa vittoria a Chávez, uno straordinario leader latinoamericano... Oggi ha perso la partitocrazia, il potere mediatico, il FMI, l'oligarchia interna e i suoi alleati internazionali, ha vinto il popolo dell'Ecuador, la sua volontà e la sua sovranità che mai più potrà essere piegata dai poteri forti".
Il governo di Alianza País potrà ora contare su una maggioranza parlamentare che consentirà di approvare le leggi che i partitelli e gruppi d'affari -ora scomparsi dal parlamento- rifiutavano di mettere a discussione. Una delle prime leggi ad essere varate sarà quella che regolerà e responsabilizzerà i monopoli mediatici, che finora hanno agito come un potere contrapposto alle leggi dello Stato e di ogni normativa giuridica. I media hanno perso il potere di mettere e togliere presidenti, o di far votare o cadere governi legittimi.
Correa dispone d'una forza elettorale senza recedenti, ma è presente anche su tutto il territorio con una forza politica organizzata, in via di trasformazione da movimento a quasi-partito. Continuità e maggiore slancio nella politica di crescita con redistribuzione, mantenendo alla larga il FMI e la banca privata. Continuità nella politica internazionale, per consolidare il blocco regionale dell'UNASUR e l'unione basata sulla complementazione con l'ALBA. Dopo l'ampia vittoria dell'ottobre scorso in Venezuela, la travolgente cavalcata di Correa riconferma la tendenza generale anti-liberista nel subcontinente americano.
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