27 gennaio 2013

DEMOCRAZIA, TERRORISMO E STATO SEGRETO

DALL'ERA DI GLADIO ALLA GUERRA CONTRO IL TERRORISMO

La natura, la necessità e la portata dell’insieme dei poteri esercitati dallo Stato sui cittadini per alcuni aspetti sono argomenti di controversie nelle attuali circostanze del mondo occidentale, come lo sono stati nel lontano passato medievale pre-democratico. Nella sua opera Della Ragion di Stato, completata nel 1589, il pensatore italiano Giovanni Botero argomentava contro l’amoralità abbracciata e sostenuta filosoficamente da Niccolò Machiavelli ne Il Principe, un trattato politico incentrato sui modi e i metodi della manipolazione delle leve del potere da parte di un dominatore in uno Stato organizzato.
Di Makinde Adeyinka
In buona sostanza, il senso generale e il motore primo del trattato di Machiavelli insistono sul fatto che qualsiasi azione intrapresa da un “principe” per preservare e promuovere la stabilità e la prosperità del suo dominio sia intrinsecamente giustificabile. Pertanto, l’impiego della violenza, dell’omicidio, dell’inganno e della crudeltà verso il conseguimento di tali obiettivi non è ignobile, nella misura in cui "il fine giustifica i mezzi”.
Tuttavia, date le implicazioni ad un necessario ricorso all’illegalità e a metodi conseguenti che generano ben più di un soffio di autoritarismo, il “fine giustifica i mezzi” non corrisponde alla rappresentazione concettuale del modus operandi con cui i moderni Stati occidentali democratici, si suppone, dovrebbero operare, in termini di strategie politiche, sia in ambito nazionale che all’esterno.

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