5 novembre 2012

ABBANDONARE L'€URO

Di  Vicenç Navarro
Vista l'enorme crisi finanziaria ed economica vigente in Spagna, ci sono tre alternative. Una è quella di continuare le politiche di austerità del governo del Partito popolare, seguendo le istruzioni del Consiglio europeo (dominato da conservatori e liberali), della Commissione Europea (di chiaro orientamento conservatore neoliberista) e della Banca Centrale Europea (sotto l'enorme influenza della Bundesbank, la banca centrale tedesca, che è stata definita ironicamente e con ragionevole certezza, come il Vaticano del neoliberismo), massima esponente del sistema bancario tedesco. Queste politiche conducono inevitabilmente ad una situazione di recessione, rasentando la depressione per molti anni. Il suo fulcro è un attacco frontale al mondo del lavoro, allo stato sociale e alla democrazia. 

L'evidenza di ciò è forte e sconvolgente. La sua massima espressione è ciò che sta accadendo in Grecia. Dietro questa strategia c'è il capitale finanziariario (che oggi domina il comportamento, non solo finanziario, ma anche economico, nell'area dell'euro) e il capitale delle grandi aziende. Questa opzione è, senza dubbio la peggiore. Aspettarsi che le politiche di quella che viene chiamata "austerità espansiva" siano efficaci nello stimolare l'economia e uscire dalla recessione, appartiene all’ambito del dogma neoliberista, accettato per molto tempo dalle sinistre al governo che stanno portando la Spagna, l'Europa e il mondo al disastro.


Un'altra alternativa è quella di seguire politiche quasi opposte alle politiche di austerità. Questa alternativa sarebbe ispirata alle politiche espansive del New Deal del XX secolo negli Stati Uniti e anche alle politiche espansive degli anni Cinquanta e Sessanta che hanno seguito la maggior parte dei paesi in Europa, stimolati dal Piano Marshall. Tali politiche espansive, effettuate su entrambi i lati dell'Atlantico, hanno permesso agli Stati Uniti e all'Europa occidentale di uscire dalla Grande Depressione. L'applicazione di queste politiche in Spagna e nell'UE implicherebbe un forte aumento della spesa pubblica, che avrebbe lo scopo di creare posti di lavoro e, attraverso questi, aumentare la domanda interna e stimolare l'economia. Tali politiche avrebbero al centro della loro strategia, lo stimolo della crescita, sia per la Spagna, quanto per l’Unione Europea. Contrariamente a ciò che sostiene la saggezza convenzionale, questa strategia potrebbe essere sviluppata anche in Spagna, anche se la sua esecuzione sarebbe più semplice se tali politiche fossero effettuate anche a livello dell'Eurozona e dell'Unione Europea.

Mi si dirà che il governo francese ha già iniziato questo percorso. Ma, come ho scritto di recente, questo governo ha firmato il Patto Fiscale che impone agli Stati di avere bilanci in pareggio, senza mettere in discussione il Patto di Stabilità, che è quello che sta determinando i massicci tagli alla spesa pubblica che si stanno attuando nei paesi dell'Eurozona. Non possono sviluppare politiche di crescita senza mettere in discussione tali trattati. Il fatto che il governo socialista francese abbia proposto al Parlamento francese di approvare un simile patto fiscale, è un indicatore della scarsa probabilità che tale alternativa espansionista avvenga in quel paese.

Non escludo che le crescenti proteste popolari, guidate dai sindacati, e la crescita dei partiti più oltranzisti dei socialdemocratici al potere, muovano questi partiti verso posizioni più coerenti con il loro discorso a favore della crescita. Ma questa possibilità è campata in aria. Non la escludo (e sarebbe la mia preferita), ma sono scettico. I partiti socialdemocratici non hanno fatto l'autocritica che implicava il cambiamento notevole che avrebbero dovuto fare nelle loro politiche economiche. La socialdemocrazia spagnola e catalana ne sono un chiaro esempio. Le politiche economiche che stanno proponendo presumono che l'economia si riprenderà sulla base di un aumento delle esportazioni, senza rendersi conto che l'elemento chiave di tale recupero passa attraverso un aumento della domanda interna.

Questo ci porta alla terza alternativa, che non è la mia prima opzione, ma credo più che mai che sia l'unica opzione rimasta, dal momento che, come ho detto prima, la peggiore scelta è quella di continuare la situazione attuale. E la terza opzione è che la Spagna esca dall'euro. L'aver raggiunto questa conclusione deriva dalla mia consapevolezza del fatto che la Spagna non ha i mezzi e gli strumenti per uscire dalla crisi. Non è possibile svalutare la moneta per rendere più competitiva la Spagna, e lo stato non può proteggersi dalla speculazione finanziaria, non avendo una banca centrale che lo protegge. Questo è intollerabile. A meno che non si recuperino questi strumenti, la Spagna, nel quadro attuale della zona euro, non può riprendersi. In realtà, non è un caso che la Gran Bretagna e la Svezia stanno iniziando politiche espansive, in quanto entrambi i paesi hanno la loro moneta e la loro banca centrale.

Le argomentazioni che sono state addotte contro questa uscita dall'euro, nella maggior parte dei mezzi di comunicazione sono così di parte che peccano di credibilità. Vediamo. Uno di questi è che alla Spagna, con uscita dall'euro, si vedrebbe negata la possibilità di prendere in prestito denaro sui mercati finanziari. Lo stesso argomento è stato utilizzato, naturalmente, con molti paesi, tra cui Argentina (quando si separò dal dollaro), ma questo non è confermato dalla realtà dei fatti. Il sistema finanziario di oggi è multipolare, e non mancano nel mondo di oggi, la liquidità né il credito. Al contrario. Oggi il mondo è inondato di denaro. Vi è un eccessivo accumulo di capitale finanziario. Il problema è la mancanza di domanda da parte la maggior parte delle popolazioni. Tale carenza è creata artificialmente in Spagna (e progettata fin dall'inizio dai creatori dell'euro e della BCE). Oggi la Spagna potrebbe ottenere credito ad interessi molto più bassi, se non aderisse all’unità monetaria. Svezia e Gran Bretagna, entrambe nell'UE, ma non nella zona euro, non hanno difficoltà di accesso al credito.

Un altro argomento che è stato usato è basato sull'ignoranza rispetto ad alcuni fatti. E' stato detto più volte che l'Argentina ha potuto recuperare molto presto (ha avuto bisogno di soli sei mesi per ricrescere dopo aver lasciato il dollaro) a causa della forte domanda di prodotti naturali in un'economia globale molto espansiva. Questo argomento non tiene conto del fatto che la ripresa argentina non era basata sull'incremento delle esportazioni, ma sulla crescita della domanda interna.

Un argomento che ha più validità, tuttavia, è il rischio di inflazione crescente, a causa dell'emissione di molta moneta da parte della banca centrale per supportare le politiche espansive. Questo rischio è reale. Ora, tra due mali minori, è preferibile un'inflazione elevata con basso tasso di disoccupazione e una crescita elevata, piuttosto che la situazione attuale con una bassa crescita, alta disoccupazione, e recessione.

Ammetto che l'uscita dall'euro non sarebbe un processo facile. Ma questo argomento, - la difficoltà di abbandonare l'euro - deve essere considerata alla luce dei costi umani, sociali, economici rispetto alla permanenza nell’euro. Le proposte di uscire dalla crisi nell'euro, sulla base di un aumento delle esportazioni (così come proposto, non solo dai gruppi di lavoro economici del Partito Popolare, ma anche del PSOE e PSC), ignorano (ripeto quello che ho detto prima) che il più grande problema dell'economia spagnola è l'enorme paralisi della domanda interna. Come ho già sottolineato, il settore delle esportazioni è andato crescendo in Spagna, mentre l'economia continuava a collassare, anno dopo anno. La soluzione passa attraverso un aumento della domanda che non può essere risolto se non si rompe con le politiche imposte dalle autorità della zona euro e dal Fondo Monetario Internazionale. È interessante notare che i due stati di cui sopra, il britannico e lo svedese (entrambi governati da partiti conservatori) hanno convenuto che senza politiche espansive, di stimolo economico, non si riprenderanno dalla loro crisi. Ma, come ho detto prima, entrambi sono in grado di farlo perché hanno una propria banca centrale e una propria moneta. Quindi, anche se il debito britannico è superiore a quello spagnolo (che è relativamente basso), gli interessi sul debito pubblico sono molto più bassi, e nessuno dei due, né Gran Bretagna e né Svezia, hanno una forte inflazione. Il fatto che vi è un rischio di alta inflazione non basta per concludere che l'uscita dall'euro della Spagna porterebbe a un'inflazione elevata che colpirà l'efficienza dell'economia spagnola.

Un'ultima osservazione. E' una grande imperizia che nessuno dei due partiti maggiori, in grado di governare la Spagna abbiano minacciato di abbandonare l'euro. L'ultima cosa che vogliono la Germania e le sue banche è che la Spagna lasci l'euro. Lo Stato spagnolo dovrebbe usare questa minaccia come merce di scambio nelle sue trattative con la Troika. Il fatto è che non lo fa indica il suo grado di dipendenza.

14 commenti:

  1. "L'ultima cosa che vogliono la Germania e le sue banche è che la Spagna lasci l'euro. "

    così identifichiamo le banche con la sola germania.Mi chiedo a chi sia utile la criminalizzazione della "cattiva di turno" come se da sola avesse fatto tutto il casino dell'euro e in 20 anni nessuno abbia firmato i trattati e nessuno abbia firmato il MES. La colpa è tutta e solo della Germania e delle sue banche. Tutti gli altri, da Draghi a Monti sono "vittime" e ricattate. Le banche nel mondo sono tutte tedesche. Certo. Come no.
    La sinistra che ha divinizzato e divinizza l'euro senza il quale vi sarebbe il vuoto più assoluto abbisogna sicuramente di un capro espiatorio. Poco importa se l'euro fin dall'inizio si è palesato come truffa proprio ai danni delle classi più debolil che la sinistra sola si dice in grado di difendere. Gli Usa idem, ce l'hanno con la Germania, vuoi che ha chiesto loro conto delle riserve auree, vuoi che si opponga alla trasformazione della BCE in FED Reserve....ma sicuramente se si contesta la Germania è "solo" per gli interessi dei popoli e dei ceti meno abbienti. Senz'altro, come no.

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    1. Ciao Barbara,
      ho pubblicato questo articolo perchè lo vedo comunque interessante anche per l'Italia e il resto dell'europa, però bisogna tener presente che Navarro parla della situazione spagnola che giustamente gli preme di più.
      Infatto in un altro articolo più vecchio spiegava come le banche tedesche avessero accumulato ricchezza speculando sulla bolla spagnola ed ora dettano legge....un pò di stizza verso la Bundesbank ci sta tutta!
      ;)
      http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=7590

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  2. ne approfitto per segnalarti sta news...visto quant'è contenta la Camusso del programma del banchiere Monti?

    La Camusso: «Bene il governo sull’Irpef»
    http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/11/05/APxKHEsD-governo_camusso_irpef.shtml

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  3. Brava Alba a portare avanti voci dissenzienti e coraggiose come quella del Sr Navarro.
    La questione punta a essere focale in un momento in cui è vitale dover fare scelte di campo diverse da quelle imposte dagli usurai europeisti.
    Se il Sr Navarro si preoccupa di una curva inflattiva ingestibile...beh, pur non essendo un economista, posso solo rispondere che l'esempio gaudente dell'Argentina dei Kirchner docet: quando batti moneta, fai riprendere la domanda interna, crei un circolo virtuoso per le esportazioni, salvaguardi occupazione welfare, nazionalizzi il comparto energetico a detrimento della colonizzazione imperante, non puoi far altro che gestire l'inflazione come meglio ti aggrada. Il soldo è solo una convenzione, non una sostanza. In fin dei conti, se i maldefiniti PIGS (ed escludo l'Irlanda) fossero minimamente più coscienti di poter attuare un mutuo soccorso nel bacino mediterraneo unendosi alla fascia nord-africana per strutturare un mercato agile e forte al tempo stesso, ecco che ogni dubbio svanirebbe nelle nebbie tutte nord-europee brussellesche. Affrancarsi dalla macelleria europeista (e tutto il discorso Bilderberg/FMI etc a pilotarne le mosse) significherebbe solamente l'emancipazione totale da una schiavitù che, come giustamente rimarca il Sr Navarro, affonda le più giovani radici nell'ERP e nel progetto UE/BCE. In fin dei conti, l'unica salvezza è uscire dall'Euro e rilasciare le tossine che stanno avvelenando, quando non uccidendo, le nostre società.
    @Barbara. Non credo che criminalizzare l'operato della Germania voglia significare solo la terra teutonica quale campo feritle per le politiche europeiste: la Germania - a prescindere dalle diverse connotazioni pippaiole dietrologiche - è stato il Check Point Charlie degli USA. E quando gli USA mantengono debole la moneta - ma non le riserve auree - lo fanno con un senno che sfugge ai più: è l'attrazione pericolosa nel vortice del debito. Hanno legato a sè tutto e tutti, dal dollaro forte per imposizione, al dollaro debole per implosione. Moneta debole vuol dire maggior forza di autopenetrazione finanziaria, fino a quando il volto del mostro svela la sua reale faccia: crediamo che aver impanciato involtini primavera fosse una debolezza a stelle e strisce? Ritengo piuttosto che il gioco d'azzardo dell'economia ora possa essere all'ultimo turno di poker con le fiches in euro: stanno uscendo fuori tutti i bluff e ci sono troppi mazzi di carte in giro perchè la partita possa essere svolta regolarmente. Il casino(ò) chiude sbancato da chi si vuole ritirare, lasciando sul tavolo poste troppo alte, come il welfare, l'occupazione, e la stessa economia domestica...per non parlare della sovranità!
    Un saluto

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    1. Dici bene Francesco:
      "quando gli USA mantengono debole la moneta - ma non le riserve auree - lo fanno con un senno che sfugge ai più: è l'attrazione pericolosa nel vortice del debito."

      E hai ragione anche sul fatto che l'argentina insegna...ma purtroppo solo a chi vuole imparare...

      Colgo l'occasione per ringraziarti del tuo prezioso aiuto nella traduzione di questo articolo.
      Un caro saluto

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    2. Dici bene Francesco:
      "quando gli USA mantengono debole la moneta - ma non le riserve auree - lo fanno con un senno che sfugge ai più: è l'attrazione pericolosa nel vortice del debito."

      E hai ragione anche sul fatto che l'argentina insegna...ma purtroppo solo a chi vuole imparare...

      Colgo l'occasione per ringraziarti del tuo prezioso aiuto nella traduzione di questo articolo.
      Un caro saluto

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  4. siamo una minoranza noi "no euro"...
    la nostra voce è troppo bassa per PRETENDERE un sistema di emissione pubblico (simile alla noregs bank per intenderci).
    come possiamo farci capire dalla gente drogata dalle informazioni false dei media?
    credo che ci faremo un bel ventennio di mes prima che il 70% degli italiani capisca la gravità di vivere in un paese colonia usa-gb-israele

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    1. E' vero, siamo in pochi è con poco potere rispetto ai grandi mass media, ma credo che ci vorrà meno di 20 anni, non perchè sono ottimista, ma perchè penso che a queste condizioni non possiamo sopravvivere così a lungo!

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. @alba kan
    caro amico mio (ti definisco amico in quanto abbiamo un modus pensandi simile) mi credi se ti dico una cosa?
    nonostante abbia una preparazione in macroeconomia e riesca a spiegare fenomeni della speculazione, dell'emissione e dei derivati tramite esempi comprensibili a chiunque, la quasi totalità dei miei ascoltatori vede i mali dell'italia negli stipendi della casta (un millesimo del pil) o nel bunga bunga del nano. hai ragione che vent'anni cosi non possiamo reggere ma l'italiano medio è cosi indottrinato che pur di non accusare la bandiera blu con le stelline (massoniche) darà la colpa agli alieni, alle maree o agli asini che volano. una prova è il fronte mancino che non ammette l'antisocialità della moneta unica difendendola come se fosse più importante dei diritti guadagnati in decenni di lotte.

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    1. Gentile spadaccinonero,
      capisco di cosa parli, i media sono specializzati nel spostare l'attenzione su cose marginali rispetto ai problemi reali che se affrontati potrebbero risolvere la situazione.
      Se qualche volta vuoi scrivere qualcosa qui troverai uno spazio libero.

      ...riguardo al "caro amico mio" sono una donna e non intendo cambiare sesso!
      :D

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    2. scusami se ti ho scambiato per un lui (:
      sarei onorato di scrivere qualcosa per voi...
      ti lascio la mia mail?

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    3. Certo, oppure puoi scrivere a vocidallastrada@live.it poi in secondo momento (cioè non qui) posso darti anche la mail personale.
      A presto...

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  7. Cara Alba, e c'hai ancora ragione: il tempo non sarà affatto galantuomo!
    Per la traduzione: ti ringrazio per la nota, ma lo sai che non c'era bisogno.
    Uniti per la divulgazione dei pensieri outsider e obnubilati dai regimi!
    A presto

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