31 agosto 2012

IL CONTROLLO INFORMATICO DELLA "JVSTITIA" ITALIANA

Anm e Csm attaccano i pm ma dimenticano i rischi di abusi informatici nelle procure Mentre il Csm apre un un’inchiesta sulla “questione Ciancimino”, vanno avanti le indagini sull’illecita aggiudicazione degli appalti per la gestione delle intercettazioni. Per Silvio Berlusconi i magistrati che indagano sui poteri “forti” sono un cancro. Daniela Santanchè li definisce addirittura come delle metastasi. Luca Palamara chiede che si faccia chiarezza sul lavoro dei pm antimafia in merito alla collaborazione di Ciancimino e il CSM ha aperto un’inchiesta su tale questione.
Abbiamo dunque, in ordine, il Presidente del Consiglio, un sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e l’organo costituzionale di autogoverno della magistratura che, in vario modo, puntano il dito sui magistrati che stanno conducendo indagini importantissime sui cosiddetti poteri forti e sui rapporti fra Stato e mafia.
L’attacco di Berlusconi e della Santanchè è ovviamente inaccettabile e dovrebbe portare alle immediate dimissioni di entrambi.
Basta citare, fra i tanti, l’articolo 54 della Costituzione che impone a tutti i cittadini di “essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi”, e per i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche il “dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Ciò significa che nell’ambito della più ampia libertà di pensiero, nessun cittadino ha il diritto di aggredire e denigrare le istituzioni, figuriamoci i rappresentanti istituzionali, senza che questi abbiano commesso alcun reato o si siano resi colpevoli di comportamenti disdicevoli al ruolo.

La Corte dei Conti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2011, ha messo in guardia dal fatto che le privatizzazioni e le esternalizzazioni si sono ridotte a un mezzo per la gestione clientelare del potere politico-amministrativo.
In un paese dilaniato dalla corruzione della classe politica che cede al dio denaro, servito su un piatto d’argento da scellerate lobbies affaristiche, la posizione del CSM e dell’ANM nei confronti dei magistrati di Palermo assume toni inquietanti. Come possono, infatti, organismi così importanti fare le pulci a magistrati dalla indiscussa moralità e comprovata correttezza professionale (si veda l’arresto di Massimo Ciancimino) e lasciare che società coinvolte in gravi bufere giudiziarie, tramite le privatizzazioni, abbiamo in mano la gestione dell’informatica giudiziaria e delle intercettazioni?

In prima fila a mettere le mani sulla gestione centralizzata dei dati giudiziari con accesso “da remoto” abbiamo Telecom Italia e Finmeccanica con le sue controllate. Telecom Italia, società indagata e condannata assieme a Pirelli per l’attività di spionaggio illegale realizzata anche attraverso intrusioni informatiche. Finmeccanica, coinvolta in diversi guai giudiziari, mira a mettere le mani sul sistema unico delle intercettazioni e recentissimamente scoppia l’inchiesta che mette sotto accusa l’impresa, il PD e la fondazione D’Alema per favoreggiamenti nell’assegnazione degli appalti in cambio di denaro. Elsag Datamat, altra società protagonista del piano di informatizzazione e controllata Finmeccanica, è finita nel mirino degli inquirenti assieme alla Selex Communications (altra società di Finmeccanica) per illecita aggiudicazione di appalti. Secondo l’accusa alcuni dati relativi a determinati indagati sono stati copiati illecitamente generando una fuga di notizie che ha danneggiato l’inchiesta (tg24.sky.it, giugno 2010).

Diverse denunce arrivano dalla magistratura (e non solo), sia per malfunzionamenti legati ai sistemi informatici forniti da operatori privati che per i rischi di traffici illegali di dati giudiziari insiti nel modo attraverso cui questa ondata di innovazione tecnologica sta invadendo tribunali e procure.
L’ANM, basandosi su valutazioni di natura economica, spinge per la centralizzazione della gestione dei dati su tutto il territorio nazionale. Il 18 gennaio 2011 il CSM ha stipulato un protocollo d’intesa con il ministro Brunetta, la cui prima linea di azione consiste nella creazione di un servizio informativo ed informatico di “governo, monitoraggio e valutazione dei magistrati e dell’organizzazione giudiziaria da parte del CSM”. Viene spontaneo dunque porgere alcune domande al Csm e all’Anm.

-Qual è la posizione del CSM e dell’ANM rispetto al fatto che con gli appalti dell’informatica giudiziaria i grandi poteri economici stanno entrando nella gestione di tribunali e procure?
-I suddetti organismi non ritengono che sia più importante occuparsi della “privatizzazione della Giustizia”, immersa in una serie di indagini per aggiudicazione illecita di appalti e scandali di abusi informatici, piuttosto che puntare il dito sui magistrati antimafia della procura di Palermo che stanno indagando sui poteri “forti”?


-Reputano, infine, che le dichiarazioni della Corte dei Conti con cui si condannano le privatizzazioni e le esternalizzazioni, ridotte a “mezzo di mera elusione delle regole della contabilità pubblica o della gestione clientelare del potere politico-amministrativo”, siano di per sé sufficienti per l’apertura di una “inchiesta” sull’applicazione di tali strumenti nel settore Giustizia?

Scarica il dossier di Lidia Undiemi sulla riforma “occulta” della Giustizia

Fonte: Giustizia e Lavoro

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