23 luglio 2012

L'€URO E' LA ROVINA DELL'EUROPA

«Spero che i pochi amici che abbiamo, che vogliono bene all’Italia, spingano i politici a uscire dall’euro». Problema numero uno, i politici: «Ormai sono un’ombra, degli spettri nel Parlamento». Parola di Ida Magli, autorevole antropologa: una delle poche voci, vent’anni fa, a mettere in guardia gli italiani dal trionfalismo europeista che – col Trattato di Maastricht – pose le condizioni per il “massacro sociale” con cui oggi facciamo i conti: privatizzazione del debito pubblico a vantaggio della finanza speculativa e fine della moneta sovrana, arma fondamentale per gestire le crisi proteggendo i cittadini. Risultato: il debito – storico motore dello sviluppo sociale – ora diventa un incubo, e costringe gli Stati sotto ricatto a svendere i “gioielli di famiglia” alle stesse multinazionali che, attraverso la grande finanza e i suoi emissari – Bce e Commissione Europea – hanno manovrato per scatenare il panico con un obiettivo chiaro: fare man bassa dei beni comuni, ovvero l’ultimo terreno di conquista rimasto, in un’economia ridotta in mutande.
Di Ida Magli

Lo scenario è cupo: le manovre speculative che deprimono l’economia reale inducendo i governi a tagliare le spese vitali preservando solo le banche – operazioni che qualcuno non esita a definire “golpe finanziario” – sono state accelerate negli ultimi mesi di fronte alla grande crisi dell’Occidente globalizzato, che dopo due secoli e mezzo sta letteralmente smettendo di crescere. Crisi climatica, penuria energetica, recessione economica dovuta all’eccessiva produzione di merci superflue, che i consumatori non riescono più ad assorbire: più l’economia fatica, più il business si trasferisce nella sola sfera finanziaria, centralizzando il potere e facendo saltare le tutele democratiche. 

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