Penelope Griffith London è  il nome della scrittrice, autrice del nuovo caso editoriale che si sta  diffondendo in Italia con l’opererazione “Liberiamo le Storie”. A metà febbraio, infatti, inizia a circolare sulla rete un manoscritto  che in meno di 20 giorni conta 2.000 copie scaricate e in circolazione, e  più di 300 ebook venduti. EA- Io sono l’acqua e vengo a liberarvi è un libro caldo, perchè tocca temi scottanti.
Primo fra tutti è un atto di protesta contro l’Acta “Anti-Counterfeiting Trade Agreement”,ossia legge anti- contraffazione.
[Che cos'è davvero l'Acta? (riassunto informativo per chi non conosce il vero volto del trattato a fine pagina) *]
Perchè mai una scrittrice dovrebbe essere contraria a una legge che la protegge dalla pirateria?
È noto, che il trattato non sia volto alla Nostra protezione, ma che abbia ben altri scopi, e soprattutto comporterebbe una sostanziale restrizione della libertà!
Perchè mai una scrittrice dovrebbe essere contraria a una legge che la protegge dalla pirateria?
È noto, che il trattato non sia volto alla Nostra protezione, ma che abbia ben altri scopi, e soprattutto comporterebbe una sostanziale restrizione della libertà!
L’iniziativa di protesta della London è chiara : 
“Se proteggermi dalla pirateria equivale a sotterrare la libertà di espressione e i diritti umani, allora sarò io stessa la pirateria !”
L’autrice,  in accordo con la casa editrice ha così deciso si “autopiratarsi”,  rendendo disponibile direttamente dalla sua pagina web, una copia  omaggio integrale divisa in capitoli del suo romanzo.
Il  romanzo è ambientato nell’antica Roma e racconta una storia realmente  accaduta, a cavallo fra l’impero di Domiziano e quello di Nerva.  Quest’ultimo, assieme al generale Sesto Giulio Frontino rivoluzionerà il  governo scoprendo e rivelando uno scandalo riguardante la corruzione  del senato e la gestione dell’acqua.
È  una vera e propria “Tangentopoli dell’acqua” nel 96 d.C. circa, quella  che svela i meccanismi di un governo con il volto del senato, corrotto,  subdolo, promiscuo, ladro e spesso anche assassino.
Tutto questo non vi ricorda qualcosa?
Non vi ricorda le innumerevoli Tangentopoli che in quasi vent’anni hanno dilaniato il nostro paese?
Non  vi ricorda personaggi fantocci susseguirsi al comando del nostro paese  senza che nulla davvero cambi mai? 
Non vi ricorda uno governo ladro,  meglio se fatto di banchieri, che ruba dalle casse del proprio stato,  corrotto, promiscuo e a volte assassino?
Non vi ricorda un referendum cestinato senza spiegazioni né riguardo, un referendum che aveva per protagonista l’acqua?
A me si, ricorda tutto questo e anche di più.
“Ea io sono l’acqua”,  è una storia antica, realmente accaduta, ma decisamente attuale. Una  storia che, credo, abbia una sola differenza dalla nostra: la grandezza  dell’impero Romano e dei suoi uomini.
Quello romano è un impero durato per millenni; invincibile, avanzato, evoluto come nessun altro regno.
Cultura,  filosofia, bellezza, coraggio, onore e orgoglio erano le fondamenta  sulle quali si basava tutto il sistema. 
Un sistema corrotto, nella Roma  antica, non era che un tarlo in un’opera d’arte.
Possiamo dire lo  stesso ora?
Uomini  disposti a combattere e a morire per la difesa della dignità di sé  stessi e della propria patria.
Esistono ancora questi uomini?
Nell’ epilogo del libro troviamo parole dure; parole rivolte a questo  tempo; parole che non risparmiano nessuno. 
Ma a chi è capace di fare  autocritica sarà chiaro che sono parole Vere.
È l’acqua a rivolgerci queste parole.
Se l’acqua potesse parlare, cosa pensate che ci direbbe ora?
 Ora, che è protagonista involontaria di uno scenario bieco?
Personalmente credo che direbbe : Io sono l’acqua… E VENGO A LIBERARVI.
Credo che direbbe:
“Io Sono l’Acqua.
Vi ho generato.
Sono in ogni cosa.
Sono tra voi, in voi.
Vi conosco tutti, uno ad uno.
Quando pensate di possedere dei segreti,
siete  molto lontani dal comprendere che non potete avere dei segreti con me.
Non provate a vincolarmi, Io non appartengo a nessuno.
Io Sono l’Acqua. So tutto di voi.
E quello che so mi piace sempre meno.”  (tratto dal romanzo)
Giulio Rovati
Cos’è L’Acta?
*L’ACTA  è un accordo commerciale plurilaterale, siglato a Tokyo il 26 gennaio  2012 tra 22 dei 27 Stati membri dell’Unione europea (tra cui l’Italia) .
Basti  solo pensare che in contemporanea con la firma della UE il referente  della Commissione Europea per l’Acta si è dimesso in segno di protesta  condannando le modalità dell’accordo e accusando il tutto di mancanza di  trasparenza e nessuna consultazione della società civile (l’accordo è  stato notoriamente delineato in segreto negli USA).
Che genere di misure  prende questo trattato per difendere il diritto di autore e di  copyrigth?
L’ACTA  è oggetto di protesta poiché identificata come un potenziale bavaglio  internazionale alle libertà degli internauti e dei cittadini.
Questo  trattato, infatti, tende a identificare ogni utente come un possibile  “trasgressore della legge”, e richiede di conseguenza un monitoraggio  preventivo sulla rete per mano dei Service Provider, che avranno il  compito, anzi, l’obbligo di sorvegliare tutti i movimenti che passano  attraverso i loro server, e segnalare immediatamente qualsiasi tipo di  condivisione di contenuti protetti in qualche modo dal copyrigth, senza  nessuna eccezione.
Sarà  perentoriamente illegale : condividere ogni sorta di file, estratto  testo, musica, video, citazione, con qualsiasi mezzo ( mail, social  network, blog, video, articoli) e con qualsiasi fine anche a solo scopo  informativo. Tutto ciò prevede l’avvicinarsi della fine, per come li  conosciamo, di Wikipedia, Youtube, Facebook, Twitter etc…Il trattato  però non prevede norme solo per quanto riguarda la rete, ma anche per  quanto riguarda il mercato.
Chiunque  detenga un brevetto può infatti richiedere l’intervento dell’Acta, nel  caso ritenesse che il prodotto in questione sia stato copiato,  completamente o solo parzialmente dalla sua idea originale.
L’Acta  “protegge” dall’anti- contraffazione in qualsiasi campo, farmaceutico,  agrario, commerciale; ed è noto che la maggiorparte dei detentori di  brevetti, e quindi di nuove scoperte frutto della ricerca,sono le  multinazionali, che grazie all’Acta potranno segnare la fine di tutte le  sottomarche che imitano il prodotto, per esempio i farmaci genereci.
Le  pene? Immediata rimozione dalla rete o dal mercato, dell’oggetto  ritenuto causa della trasgressione, successivamente, nel trattato  sarebbero suggerite fino a pene carcerarie «sufficientemente elevate da  rappresentare valido deterrente».
Di Giulio Rovati
 
Di Giulio Rovati

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