Sono tornati a percuotere il ferro dei bidoni, nella nordica Islanda, dove una seconda rivoluzione è dovuta ripartire.
La seconda rivoluzione d'Islanda. E il Mensile domani è in edicola con il numero di dicembre.
Fra i reportage il viaggio nella terra islandese, dove la crisi ha colpito duro e dove i cittadini erano riusciti a 'far pagare' chi aveva causato il default. ma quella rivoluzione non è stata compiuta. Ce lo racconta Nicola Sessa.
Qui il multimedia del viaggio con le interviste ai principali protagonisti del fronte di opposizione alle politiche del governo.
E il Mensile, dal 29 novembre in edicola.
Fonte: Peace Reporter
PEacereporter, sito doppiogiochista, il finto pacifismo di chi parla di nucleare e guerre ma EVITA ACCURATAENTE DI FAR TRAPELARE QUALSIASI INFORMAZIONE SULLE SCIE CHIMICHE
RispondiEliminaL'assemblea costituente non è ascoltata dal governo che segue le solite politiche insidiose neoliberiste che impone il prestito FMI.
RispondiEliminaGiustamente il popolo islandese non si sente rappresentato e ascoltato, quindi fa rumore.
Intanto diventa sempre più povero, eppure l'Islanda è una nazione ricca.
Il Governo come motiva il non ascolto della proposta della assemblea costituente?
Cos'era un "contentino"?
Sembrava una strada nuova quella islandese, la strada 2.0, ma a quanto pare si è arenata.
O l' Assemblea Costituente impone il suo potere contro quello del governo, oppure si crea un nuovo partito politico, come intendono fare gli indignati americani.
RispondiEliminaNon vedo altre vie....almeno io.