26 giugno 2011

G20 Agricoltura: No all "accaparramento degli alimenti" da parte delle nazioni più ricche del mondo!

Comunicato stampa – La Vía Campesina (Giacarta, 16 giugno 2011). L'alimentazione e l'agricoltura saranno nell’agenda della riunione dei ministri dell'Agricoltura del G20 che si terrà a Parigi il 22 e 23 giugno, come appuntamento preparatorio della conferenza del G20 di novembre a Cannes, Francia. Il movimento contadino internazionale Vía Campesina condanna il tentativo costante dei governi delle nazioni più ricche del mondo di appropriarsi delle politiche alimentari, e di controllarle, cosa che colpisce non solo gli agricoltori ma anche ogni essere umano. 
Il G20 non ha l'autorità per dettare le politiche al resto del mondo. Comprende solo le 20 economie più ricche ed esclude le più povere. Ad esempio, in Africa, un continente colpito dalla fame, è presente solo nel club Sudafrica.
Il G20 non solo è illegittimo, ma è anche incompetente. Con la sua intenzione di costruire un nuovo ordine economico mondiale, il G20 ha cercato, sin dalla sua creazione nel 1999, di controllare la speculazione e i paradisi fiscali, di smantellare le banche "troppo grandi" e di imporre tasse sulle transazioni finanziarie...
Ma questi tentativi sono falliti perché i leader di queste nazioni continuano a promuovere le stesse politiche neoliberiste che hanno creato la crisi alimentare e finanziaria attuale. La presidenza francese del G20 colloca la volatilità dei prezzi agricoli e lo sviluppo rurale nell'agenda del G20.
I prezzi degli alimenti raggiungono di nuovo il prezzo massimo, arrivando ai livelli del 2008 quando i prezzi elevati determinarono un aumento del numero di persone affamate ad oltre un miliardo, colpendo soprattutto le zone rurali.
L'instabilità dei prezzi alimentari è la conseguenza di diversi fattori, tra cui la liberalizzazione del commercio, la deregolamentazione dei mercati, la speculazione e la promozione dei biocarburanti. Gli agroalimentari orientati alle esportazioni e la dipendenza verso i mercati esterni creano volatilità dei prezzi. Quando la produzione principale è venduta ai mercati e non c'è disponibilità di scorte, sia a livello comunitario sia del paese, l'instabilità dei prezzi può avere un impatto mortale. Gli agricoltori perdono ogni potere di contrattazione per poter determinare il prezzo, poiché sono gli esportatori, i grandi intermediari di borsa ed i supermercati che controllano i mercati e beneficiano delle loro fluttuazioni.
Inoltre, a differenza dell'agro ecologia, l'agricoltura industriale dipende fortemente dai combustibili fossili per la produzione di pesticidi e per il trasporto, cosa che contribuisce anche ad un aumento della volatilità del mercato mondiale. Anche se producono alimenti, i contadini e le contadine, sono le prime vittime dei prezzi elevati. Essi non hanno sufficiente accesso alla terra ed altre risorse produttive. Di conseguenza, devono comprare una grande quantità dei loro alimenti per sfamare le loro famiglie. I costi di produzione aumentano anche per gli elevati prezzi del carburante. I prezzi ai produttori spesso scendono al di sotto dei prezzi di produzione, molto più che i prezzi pagati dai consumatori. Il crescente divario tra i prezzi ai produttori e prezzi pagati dai consumatori se lo accaparrano gli intermediari, i supermercati ed i grandi operatori commerciali.
L'acquisizione massiccia di terreni agricoli da parte delle multinazionali, che ha avuto luogo negli ultimi anni, ha fatto aumentare il numero di sfratti di contadini e contadine ed ha ridotto la capacità di alimentarsi di molti paesi e comunità  dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina. A questo proposito, l'iniziativa della Banca Mondiale volta a rendere l’"accaparramento di terre" più accettabile socialmente non sta portando a nessuna soluzione. I "Principi per un Investimento Agricolo Responsabile" (RAI, il suo acronimo in inglese) sono stati istituiti per legittimare l'appropriazione della terra pregiudicando i piccoli produttori e produttrici. Dovrebbe essere vietato agli investitori stranieri e nazionali di prendere il controllo di vaste aree. 
Il cibo dovrebbe essere nel piatto di tutti, non solo in quello dei più ricchi. Pertanto, il G20 non dovrebbe prendere decisioni riguardanti gli alimenti e l'agricoltura, tanto meno il G8; piuttosto, queste decisioni dovrebbero essere prese a livello più globale, coinvolgendo tutti i paesi del mondo. Il G-20 sta prendendo in considerazione la creazione di una "riunione annuale delle parti interessate alla sicurezza alimentare" per coinvolgere la società civile. La Vía Campesina vede quest'iniziativa come un passo indietro e ribadisce che il riformato Comitato sulla Sicurezza Alimentare Mondiale (CSA) delle Nazioni Unite dovrebbe essere rispettato come lo spazio centrale dove le politiche globali sull'alimentazione vengano negoziate con la partecipazione della società civile e decise da tutti i governi. 
Insieme alla Confédération Paysanne, membro di La Vía Campesina in Francia, affermiamo che la soluzione alla crisi attuale risiede nelle politiche pubbliche nazionali, regionali ed internazionali che regolano i mercati per ottenere prezzi equi sia per i consumatori che per gli agricoltori, e soprattutto per le donne e i giovani. 
Le politiche basate sulla sovranità alimentare dovrebbero includere:
  1. * La difesa e la promozione di un'agricoltura a base contadina, su piccola scala e sostenibile, e venduta nei mercati locali. Ciò include la vendita diretta di prodotti alimentari nelle comunità, la protezione delle sementi dei contadini, l'accesso alla terra e all'acqua, e l'accesso all'istruzione... Per esempio, la conversione dei terreni agricoli per altri scopi, come la costruzione di case, il turismo o l'industria, non dovrebbe essere consentita. Quando i contadini e le contadine hanno un miglior controllo della trasformazione e commercializzazione dei loro prodotti, sono meno vulnerabili alla volatilità dei mercati. 
  2. * La (ri)costituzione di riserve alimentari diversificate (localmente e nazionalmente) per stabilizzare i prezzi e gestire i rischi in caso di calamità naturali e situazioni di emergenza. 
  3. * Misure ferree per vietare la speculazione sugli alimenti, come il divieto dei mercati di speculare sui futures. Invece di stabilizzare i prezzi, vengono create bolle speculative con prezzi fittizi. 
  4. * Porre fine allo smantellamento delle politiche agricole, come la PAC, imposta dall'OMC, tra gli altri. I paesi dovrebbero avere il diritto di proteggere i propri mercati di fronte al dumping e difendere la propria produzione locale. I paesi con un potenziale agricolo, in termini di numero di famiglie di agricoltori e disponibilità di terreni coltivabili, hanno bisogno di rilanciare la produzione alimentare per il loro fabbisogno interno. 
  5. * Porre fine alla promozione dei biocarburanti, che stanno facendo pressione sui mercati alimentari e stanno estromettendo i contadini dalle loro terre. 
  6. * Porre fine all'appropriazione della terra ed attuare gli impegni assunti dalla Conferenza Internazionale sulla Riforma Agraria e Sviluppo Rurale (ICARRD) della FAO. Chiediamo che il processo di elaborazione delle linee guida della FAO sulla governance della terra e dei beni naturali abbia un forte sostegno e che le linee guida offrano un quadro chiaro per proteggere i contadini e le contadine, i piccoli produttori e le comunità che lavorano la terra e vivono di essa, e per proteggere i diritti alla terra ed offrire protezione di fronte all'accaparramento delle terre.
Incontro con la stampa:
Mercoledì 22 giugno alle ore 12, Picnic-azione "G20 Agricoltura: Non giocare con il nostro cibo!" Jardin des Tuileries, a fianco di Place de la Concorde, vicino al Musée de l'Orangerie
Contatto per i media:
Josie Riffaud - cellulare: +33613105291 (francese e inglese)
Javier Sanchez - cellulare: +34609359380 (spagnolo)
Membri del Comitato Internazionale di coordinamento di La Vía Campesina.

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