3 marzo 2011

Gheddafi, Neoliberismo, FMI e i governi presunti difensori dei diritti umani

Di Vicenç Navarro
http://www.vnavarro.org/
Gheddafi non è sempre stato ciò che è (ed è stato) da alcuni anni: un dittatore corrotto ed estremamente repressivo. In realtà, nel 1969, il colonnello Gheddafi, allora aveva 27 anni, capeggiò un colpo di stato ad immagine e somiglianza del suo idolo il colonnello Nasser in Egitto, rovesciando il monarca Idris (che era sotto cure mediche in Turchia).

Nei suoi primi anni fece riforme sostanziali, tra le quali c'è stata una riforma agraria e la nazionalizzazione del petrolio (maggiore risorsa del paese), destinando gran parte dei proventi derivanti dallo sfruttamento del petrolio per migliorare sostanzialmente il benessere delle classi sociali popolari e, in particolare i servizi sanitari e l'istruzione. Stabilì anche forme di partecipazione dei lavoratori nei luoghi di lavoro nelle imprese (più di duecento) che furono nazionalizzate. I suoi primi anni sono stati caratterizzati anche da un interventismo statale nell'economia di quel paese, compresa la nazionalizzazione del credito attraverso la Banca Centrale dello Stato. Gheddafi presentò quell'esperienza come la terza via tra capitalismo e socialismo, associato all’epoca all’Unione Sovietica.

Ci sono state però, notevoli differenze tra Gheddafi e Nasser. Ed una di queste differenze con Nasser, è  che Gheddafi non ha voluto creare uno stato laico, ma islamico. Ma, in questo intento si scontrò con un movimento islamico più radicale che tentò anche di ucciderlo nel 1993. Questa corrente radicale aveva rapporti con Al Qaeda, influente anche in Marocco e Algeria. Così Gheddafi è diventato l’acerrimo nemico di Al-Qaeda e sia durante che dopo gli attacchi alle Torri Gemelle a New York, Gheddafi ha sostenuto l'amministrazione Bush nella sua lotta al terrorismo islamico. Vijay Prashad, nel suo saggio The Lybian Labyrinth, fa molti riferimenti espliciti favorevoli su ciò che Gheddafi fa per la politica del presidente Bush e contro il terrorismo del Radicalismo islamico. Fu allora che il presidente Aznar applaudì Gheddafi ed il suo sostegno alla guerra contro il terrorismo islamico del Presidente Bush. 

Il cambiamento della sua politica economica

La sua terza via si è trasformata, più tardi, in un capitalismo popolare, sviluppando politiche pubbliche che hanno cambiato significativamente molte delle riforme che erano state fatte nei primi anni del suo mandato. Sotto molti aspetti è stato un cambiamento di 180°. Una di queste misure è stata quella di favorire la privatizzazione delle aziende produttrici e distributrici del petrolio, facilitando e stimolando l’investimento estero, che ha raggiunto la massima espressione negli anni 90. Il massimo architetto di queste privatizzazioni dell’industria petrolifera è stato Shokri Ghanem che è stato il primo ministro del governo Gheddafi e che guidava la potente Compagnia Nazionale del Petrolio (Nacional Oil Corporation). Le compagnie che beneficiano di queste privatizzazioni includevano un ampio ventaglio, dall’Occidental Petroleum, alla China Nacional Petroleum Inutile dire che i governi occidentali, ed in particolar modo, gli europei hanno gareggiato per ottenere i favori di Gheddafi.  

Il governo Blair ha anche liberato i responsabili dell’attentato terroristico all’aereo Pan Nam, che era avvenuto in territorio britannico e Berlusconi realizzò campagne per promuovere Gheddafi raggiungendo livelli istrionici, che il presidente italiano giustificòaffermando che " la prevenzione dell’immigrazione legale ed il petrolio” ben valevano le sue attenzioni. E per non essere da meno, il Presidente Aznar prima, seguito dal presidente Zapatero e il monarca spagnolo, tutti loro hanno visitato Gheddafi con la loro lista di richieste e investimenti.

Queste privatizzazioni hanno colpito la maggior parte delle aziende pubbliche, che realizzate in un sistema dittatoriale, furono accompagnate da una grande corruzione che ha arricchito i membri della famiglia Gheddafi e, in particolar modo, uno dei suoi figli che aspirava ad essere il suo successore. Tutti questi cambiamenti di privatizzazione (che erano stati adulati dall’allora presidente Aznar) furono realizzati sotto la supervisione del Fondo Monetario Internazionale che, nel suo ultimo rapporto, segnalava lo stato dell’economia libica come molto buono. In realtà, come era avvenuto in Tunisia e in Egitto, gli indicatori della crescita economica libica erano altamente positivi.

Quello che ignorava e nascondeva questa visione ottimista dell’economia libica era che tali misure, sostenute dal FMI, stavano danneggiando seriamente le classi popolari e la classe operaia. Le misure neoliberali che hanno determinato l'aumento dei prezzi degli alimenti e l’eliminazione delle sovvenzioni pubbliche avevano creato le rivolte che precedettero l’ultima mobilitazione. E come in Tunisia e in Egitto hanno determinato, infine, che le classi popolari scendessero in piazza, cercando di forzare le dimissioni di Gheddafi e la fine della sua dittatura. In questa mobilitazione si trovano movimenti laici e islamici che sono quelli che ricevono maggior attenzione da parte dei mass media internazionali. 

Ancora una volta, il FMI, facendo pressione sull'élites dittatoriali per portare avanti politiche di stampo neoliberale, stavano colpendo negativamente le difficili condizioni che la popolazione libica doveva sopportare, costringendola  a scendere per strada per protestare ed esigere al dittatore e alla sua compagnia corrotta la fine di quel regime. 
E’ interessante, certamente, sottolineare che una delle prime misure prese dalla Giunta Militare in Egitto è stata, oltre a vietare gli scioperi, di abbandonare gran parte delle politiche neoliberali che il FMI aveva imposto al governo Mubarak.

Un’ultima osservazione. La maggior parte delle armi ed equipaggiamento della repressione, di Gheddafi dispone è stata fornita dagli USA, Gran Bretagna, Francia e Spagna. Come giustamente ha affermato Amer Tarecq nel suo saggio Oil, Arms  and the imperial enterprise in north africa”, parlare di Gheddafi è come parlare di corruzione e armi per acquistare petrolio da parte di poteri autodefiniti come difensori dei diritti umani, compresa la Spagna.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

5 commenti:

  1. ti voglio ringraziare per il prezioso lavoro che stai facendo.

    Oltre a metterti nei preferiti ti sto linkando dove posso in modo da poter dare risalto a facce della medaglia che altri neanche si sognano di prendere in considerazione

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  2. Grazie Yuma,
    sono gli apprezzamenti come questi che danno una marcia in più per andare avanti...
    Un abbraccio
    Alba

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  3. Questo articolo non lo condivido, se dovesse essere vero quello scritto perchè avviene una grande scomunica da tutto l'occidente, perchè volere a tutti i costi eliminare Gheddafi se lui stesso è il punto di riferimento dei capitalisti? Inoltre se è vero quello che è scritto perchè la maggior parte della popolazione sostiene Gheddafi? Articolo troppo superficiale, lo stesso è opposto a quello sulla Cirenaica, però fate bene a inserire la Tesi e l'Antitesi.

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  4. Complimenti Alba per l'ottimo lavoro, non commento quasi mai, ma ti seguo sempre, continua così :)
    Ciao

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  5. @Andrea
    Anch'io commento poco...troppo poco...perchè a volte non commento nemmeno qui, e chiedo scusa se non rispondo sempre ai commenti.
    Anc'hio ti seguo sempre.

    @idea3
    Navarro è un'ottimo analista, in questo articolo io vedo fatti accaduti nel lungo governo Gheddafi.
    Poi l'opinione sulle rivolte e cioè sulle loro cause, sono tutte da accertare....chi dice che sono "spontanee" e chi "colorate", forse la verità è nel mezzo.
    Riguardo al "perchè" l'occidente sia contro Gheddafi, visto che fin'ora ha fatto comodo la sua presenza, per me è molto semplice.
    Non ci sono "dittatori" a vita per l'Impero, finchè funzionano vanno bene, poi se ne possono anche andare.
    Di sicuro l'occidente deve sempre fingere di essere dalla parte del popolo, ved anche le ultime dichiarazioni di Obama e H.Clinton.
    L'abbiamo visto proprio settimane fa con Mubarak. Prima erano con il dittatore, poi gli scontri sono continuati, ed è seguito un lungo silenzio (per vedere come si mettevano le cose), dopo di che Obama ha capito che Mubarak aveva fatto il suo tempo e si è "schierato" dalla parte del popolo...mentre Israele continuava a blaterare ed appellarsi all'UE perchè aiutasse Mubarak, ma con un pò di ritardo, lo ha capito pure Israele...
    ;)
    Certo è difficile trovare un buon dittatore, ma gli Usa hanno una grande esperienza...

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