14 febbraio 2011

RISCHI GLOBALI 2011, VI EDIZIONE (Sintesi)

Il mondo non è in grado di fronteggiare gravi perturbazioni. La crisi finanziaria ha indebolito la resistenza dell’economia mondiale; allo stesso modo, l’aumento della tensione geopolitica e la crescente preoccupazione sul piano sociale ha fatto si che tanto i governi quanto le società abbiano meno possibilità che mai di fare fronte alle difficoltà su scala globale. Tuttavia, come mostra questo rapporto, vi è una maggiore preoccupazione per i rischi globali, le possibilità di una rapida diffusione attraverso sistemi sempre più interconnessi e la minaccia di effetti catastrofici.

In questo contesto, Rischi Globali 2011, Sesta Edizione mostra informazioni provenienti dal World Economic Forum e analizza il quadro generale riguardante i rischi nei prossimi dieci anni (1).

Due rischi globali trasversali
Esistono due rischi due rischi di particolare importanza per il loro alto grado di influenza e di interazione. La disuguaglianza economica (2) e le carenze in materia di governance (3) si ripercuotono sull’evoluzione di molti altri rischi globali e limitano la nostra capacità di rispondere a questi rischi in modo efficace.
In questo senso, il contesto dei rischi globali del 2011 è definito da un paradosso del XXI secolo: come cresce l’unione nel mondo, così aumentano le distanze.
La globalizzazione ha garantito una forte crescita economica per un’intera generazione. Ha ridisegnato il mondo, riducendone le distanze ed aumentando interconnessioni e interdipendenze. Ma sembra che i suoi benefici non siano stati distribuiti equamente e una minoranza abbia beneficiato dei frutti in modo sproporzionato. Sebbene la crescita delle nuove potenze  sta riequilibrando il potere economico tra i paesi, l’evidenza empirica indica che la disuguaglianza economica all'interno di ogni paese aumenta.

I problemi di disuguaglianza e equità economica sia a livello nazionale che internazionale acquistano sempre più importanza. Sul piano politico, ci sono indizi di una rinascita del nazionalismo e del populismo, così come di frammentazione sociale. Dall’altra parte, cresce la divergenza di opinioni tra i paesi su come promuovere una crescita sosenibile a livello globale.

Per fare fronte a queste sfide, è fondamentale migliorare la governance mondiale. Ma qui c’è un altro paradosso del XXI secolo:  le stesse ragioni, le divergenze di interessi, incentivi in conflitto e le differenze di regolamentazione e di valori, che è fondamentale per migliorare la governance globale sono, al tempo stesso, i motivi che rendono difficile, complesso e confuso la realizzazione di questo imperativo. Questo spiega alcuni fallimenti come quelli della Doha Development Round dell’ Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), e del mancato raggiungimento di un accordo internazionale in occasione della Conferenza di Copenhagen sui cambiamenti climatici. Il G20 è considerato l’organismo più promettente per lo sviluppo di un buon sistema di governo globale, ma ad oggi non ha ancora fornito prove concrete della sua efficienza. 

Focalizzazione su tre grandi rischi
Oltre a questi due rischi trasversali, tre importanti gruppi di rischio sono risultati dall’analisi di quest’anno:
L’area degli “squilibri macroeconomici”. Un gruppo di rischi comprendente disparità macroeconomiche, volatilità monetaria, crisi finanziarie e crollo dei valori patrimoniali, scaturisce dalla crescente ricchezza ed influenza delle economie emergenti da un lato, e dall’elevato indebitamento dei Paesi avanzati dall’altro. I divari concernenti le riserve di risparmi e le bilance commerciali fra, e all’interno dei singoli Paesi, diventano sempre più insostenibili; di conseguenza i debiti non consolidati gravano sui bilanci per periodi estremamente lunghi. Un’azione coordinata sul piano globale permetterebbe di porre rimedio a questa situazione. Putroppo questa è sempre più difficile da attuare a causa degli interessi divergenti dei singoli Stati.

L’area dell’“economia sommersa”. in questo gruppo di rischi rientrano la fragilità degli Stati, il commercio illecito, la criminalità organizzata e la corruzione. Nel 2009 il commercio mondiale illegale era stimato a oltre 1,3 trilioni di dollari statunitensi. Fattori come interconnessione globale, insuccessi di cooperazione internzionale, disuguaglianze economiche, favoriscono il prosperare di queste attività illecite. I rischi legati al sommerso, oltre a comportare ingenti costi per le attività economiche legali, indeboliscono gli Stati mettendo a repentaglio opportunità di sviluppo, vanificando l’efficacia delle leggi e costringendo i Paesi a fronteggiare fasi cicliche di povertà e instabilità. La collaborazione internazionale – sia sul fronte della domanda che dell’offerta – è un’impellente necessità.

L'area «acqua-cibo-energia». La rapida crescita demografica del mondo e la crescente prosperità economica esercitano pressioni insostenibili sulle risorse.Si prevede che la richiesta d’acqua, energia e alimenti crescerà del 30-50% nei prossimi 20 anni; nel frattempo, le disparità economiche stimolano risposte a breve termine a livello di produzione e consumi, pregiudicando la sostenibilità a lungo temine di tali risorse. Penurie in quest’ambito potrebbero innescare instabilità sociale e politica, conflitti geopolitici e danni irreparabili all’ambiente. Strategie che non tenessero conto dei rischi acqua-cibo-energia come strettamente correlati potrebbero comportare gravi e imprevedibili conseguenze.

Cinque rischi sui quali vigilare
Sono stati identificati cinque rischi che “devono essere monitorati”, dato che gli intervistati li hanno valutati con alti rischi di varianza e bassi livelli di fiducia, mentre gli esperti (4) dicono che possono avere conseguenze gravi, impreviste o sottovalutate.
  • -I problemi sulla cyber-sicurezza, dalla pratica sempre più frequente del cyber-furto fino alla possibilità poco compresa di una totale guerra cibernetica.
  • -I problemi demografici che peseranno in misura crescente sui bilanci dei Paesi avanzati e comporteranno gravi rischi per la stabilità sociale delle economie emergenti.
  • -I problemi della sicurezza delle risorse che generano estrema volatilità e un rincaro sostenuto, a lungo termine dell’energia e delle materie prime, se l' offerta non riuscirà ad eguagliare la domanda.
  • -Il rifiuto della globalizzazione attraverso risposte populiste alle disuguaglianze economiche, se le economie emergenti non assumono un ruolo di leadership.
  • -Le armi di distruzione di massa, in particolare la possibile ripresa della proliferazione di armi nucleari a livello mondiale.
Una risposta efficace ai rischi non solo coinvolge attivamente la riduzione delle perdite associate a rischi globali, ma anche le opportunità di innovazione e di crescita che possono sorgere. La presente relazione prende in esame un certo numero di strategie che rispondono a questi rischi e contribuisce affinché i principali interessati raggiungano entrambi gli obiettivi.

(1) Per maggiori informazioni vedi l’Appendice 2 del rapporto.
(2) Disuguaglianze patrimoniali e reddituali all’interno delle singole nazioni e nel raffronto internazionale.
(3) Istituzioni, accordi o reti globali deboli e inadeguate.
(4) Se non diversamente specificato, questa relazione "specialistica" si riferisce ai membri del Consiglio dell'Agenda Globale e altri della cui collaborazione si ringrazia alla fine di questa relazione. Tutti hanno contribuito in vari modi, per esempio, partecipando al Global Risk Survey, workshop,esaminando la relazione e fornendo consulenza e orientamento.


Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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