5 gennaio 2011

DEMOCRAZIA

Troppo spesso si parla di democrazia come valore assoluto, come bene inalienabile dell’uomo moderno, ma quasi sempre ci si dimentica cosa la democrazia abbia significato e significhi tuttora. Nella realtà la Democrazia (Demos=Popolo e Kratos=Governo) è stato (e rimane) il modo migliore per mettere gli imprenditori al potere.
di Tonguessy
http://www.appelloalpopolo.it/


Nell’antica Grecia (culla della nostra “Civiltà”) chi lavorava erano gli schiavi ed il loro lavoro permetteva ai padroni di godersi le giornate, magari con qualche fanciullo (oggi si chiamerebbe pedofilia omosessuale).
Nella tanto acclamata democrazia ateniese del periodo classico (V-IV sec AC) solo i padroni potevano partecipare attivamente alla ecclesia (l’assemblea con poteri legislativi e giudiziari). Erano escluse le donne, i meteci (gli stranieri residenti) e, ovviamente, gli schiavi. Addirittura chi non aveva entrambi i genitori ateniesi non poteva parteciparvi.
In quel periodo la popolazione di Atene si aggirava intorno alle 500.000 persone; di queste, circa 300.000 sono schiavi. Se togliamo i 70.000 meteci restano 130.000 persone, tra maggiorenni e minorenni, uomini e donne. Queste ultime non avevano diritto di voto, e rimaniamo a quota 65.000. Quanti saranno stati i minorenni? Facciamo il 20%? Restano quindi all’incirca 50.000 persone che si fregiano del titolo di Demos (popolo), pur essendo il 10% della popolazione. Cioè la parte ricca e maschile della società. [1][2]
Cominciamo bene….. 
Nel 411 AC Atene fu governata dal regime oligarchico dei Quattrocento. Ora è pur sempre vero che 400 son ben di meno rispetto a 50.000. Ma di questi 50.000 chi si dedicava attivamente alla politica era una stretta minoranza. Quindi le persone che governavano Atene erano sostanzialmente uguali: che si trattasse di oligarchia o di democrazia non c’era una grande differenza numerica. Resta da comprendere il motivo per cui si fosse chiamato “popolo” il 10% degli abitanti. Bisognerebbe conseguentemente capire quale nome affibbiare al restante 90%. E capire anche cosa si intendesse per oligarchia.
Sicuramente oligarchia e democrazia non avevano il significato numerico che usiamo oggi.

Facciamo un passo indietro: prima che venisse introdotta la democrazia esisteva in Grecia la cultura Micenea (costituita da una quantità di piccoli o piccolissimi stati) dove il re patriarca (wanax) condivideva la vità quotidiana e l’attività dei sudditi (agricoltura, pastorizia, artigianato). Non è esattamente l’idea attuale che abbiamo di un Re. Non aveva vita facile, continuamente minacciato com’era dall’aristocrazia fondiaria che voleva scalzarlo tramite congiure di palazzo oppure fomentando il malcontento popolare.
Per impedire rivolte popolari, il re manteneva un rapporto diretto con il popolo e schiavi, agricoltori, allevatori e artigiani avevano un grado di libertà superiore rispetto ad altre civiltà contemporanee.
Nel corso del VIII secolo AC in quasi tutti gli stati greci i poteri del sovrano miceneo passarono progressivamente nelle mani dei capi delle famiglie nobili che si spartirono le competenze e le funzioni del monarca e gli insediamenti urbani rinnovati assunsero il nome di Polis.

Il latifondo che dava sostentamento all’organizzazione politica degli aristocratici era però una risorsa statica, spesso limitata. Ecco quindi nascere una nuova classe sociale che fa affidamento non più sull’agricoltura ma sul commercio. E’ il periodo delle colonie greche. A rendere ancor più agevoli i commerci fu l’introduzione della moneta come mezzo di scambio.
Il conflitto di classe tra l’aristocrazia e le classi emergenti di commercianti e artigiani portò in quasi tutte le Polis nel VII-VI secolo alla creazione delle tirannidi.
I tiranni erano in genere nobili passati dalla parte del popolo. Furono generalmente favorevoli alle istanze di quest’ultimo e cercarono di conquistarne il favore con la distribuzione di terre ai contadini e con politiche favorevoli ai commercianti e agli imprenditori marittimi. Cioè quel 10% di cui si parlava sopra.

Nonostante la politica positiva dei tiranni, questi non resistettero a lungo, presto sostituiti dal governo diretto del Demos, il popolo del 10% di padroni che aveva preso coscienza del proprio potere. E che ne reclamava la gestione.
Pisistrato ad esempio instaurò un governo buono, ma le classi medie emergenti volevano più potere. Segui così un periodo di guerre civili che portò infine al potere Clistene, il vero fondatore della democrazia ateniese.[3]
Arrivò successivamente Pericle che governò Atene sfruttando la sua grande popolarità e ricoprendo numerose volte la carica di stratega (dal 443 al 430 ininterrottamente). Formulò proposte di legge riguardanti l’ecclesia, il diritto di decidere il destino di Atene, senza limiti se non quelli che imponeva lei stessa.

Pericle riteneva che la democrazia fosse la forma più evoluta di governo e fu sotto la sua democrazia che si svilupparono le figure del Demagogos (capopopolo) e del Rhetor, ovvero il politico professionista formatisi presso le scuole di retorica. Fu lui a far approvare una legge che istituì la mistoforia, cioè il pagamento di un’indennità giornaliera a coloro che ricoprivano cariche pubbliche.
Nella sua ottica la democrazia e l’economia di mercato rappresentavano le due facce della stessa medaglia.[4]
A quell’epoca un’autentica novità.

Ricorda molto da vicino la storia di Zhu Di ed il suo tentativo di far avvicinare al potere la classe borghese. Invece le cose in Cina andarono diversamente, come spiegato nel mio articolo “Nobiltà o Borghesia?”[5]
Questo è un aspetto ricorrente della borghesia di qualsiasi tempo e latitudine: dove si sviluppa la classe borghese cresce il mercato e l’aristocrazia viene messa ai margini del potere. Succede nell’Europa del XV secolo come in America del nord del XVIII secolo o nella Atene del V secolo AC (in Cina i mandarini la scamparono per un pelo, come abbiamo già detto).
Ed infatti nella Grecia antica si passò dal regime monarchico alla repubblica aristocratica che durò finchè il ceto borghese, arricchitosi grazie ai commerci, cominciò ad avanzare pretese di partecipazione politica.
A tale scopo fu introdotta la democrazia.


[1]http://it.wikipedia.org/wiki/V_secolo_a.C.
[2]http://riassumendo.blogspot.com/2008/08/le-grandi-civilta-i-greci.html
[3]http://www.tuttitemi.altervista.org/Storia/StoriaA/StoriaAntica.htm
[5]http://www.appelloalpopolo.it/?p=2330
[4]http://ospitiweb.indire.it/~copc0001/demo/politica.html

2 commenti:

  1. Bè, comunque nell' Atene di Pericle, così come nell' Occidente
    del trentennio d' oro (1945-1975)
    i poveri stavano meglio di quanto
    fossero stati prima e di come stettero dopo. Con la democrazia
    è possibile per i poveri difendere
    le loro ragioni, con l' oligarchia
    no. Certo, la democrazia non è mai
    stata veramente realizzata, ma il
    problema è proprio questo: realizzarla. Oggi corriamo purtroppo in direzione opposta.

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  2. “Qui ad Atene, noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, per questo è detto democrazia. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Ma in nessun caso si avvale delle pubbliche cariche per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e ci è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero.
    Qui ad Atene noi facciamo così.”

    E' vero: la democrazia non è ancora stata realizzata, anzi oggi è una prassi (soprattutto dei media) distorcerne il significato.
    Oggi i paesi occidentali governati da una dittatura invisibile vengono chiamati "democratici" mentre quelli con governi legittimamente eletti dal popolo sono definiti "Regime".

    « La vita di un popolo non consiste nel diritto di eleggere i propri rappresentanti, ma nell'invogliarli, nel dirigerli sulla via, nel trasmettere loro la propria ispirazione. Nelle piccole repubbliche antiche, il popolo era chiamato a decidere intorno le leggi proposte. Nei grandi Stati moderni, l'associazione deve supplire all'esercizio impossibile di quel diritto. L'opinione del Paese dovrebbe legalmente, normalmente rivelarsi al governo intorno a ogni cosa che tocca i più. »
    (Aurelio Saffi)

    « Spesso abbiamo stampato la parola Democrazia. Eppure non mi stancherò di ripetere che è una parola il cui senso reale è ancora dormiente, non è ancora stato risvegliato, nonostante la risonanza delle molte furiose tempeste da cui sono provenute le sue sillabe, da penne o lingue. È una grande parola, la cui storia, suppongo, non è ancora stata scritta, perché quella storia deve ancora essere messa in atto. »
    (Walt Whitman)

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