I 27 Stati membri dell’Unione europea devono crescere e sviluppare un  coordinamento delle loro politiche di difesa nazionale, se vogliono far  fronte al ritiro delle forze statunitensi dal suolo del Vecchio  Continente. Ad avanzare questa proposta è stato il ministro degli Esteri  finlandese, Alexander Stubb (nella foto), in un’intervista al  quotidiano della City londinese, Financial Times. Paese, la Finlandia,  non aderente alla Nato, ma membro dell’Unione europea. 
di Andrea Perrone
Rinascita.info
Per il titolare  della diplomazia di Helsinki questa soluzione rappresenta una sfida  importante per l’Europa, che però non sarà affrontata al vertice dei  capi di Stato e di governo della Nato di Lisbona, il 19 e 20 novembre  prossimi. Nella sua intervista Stubb ha più volte ribadito che  essenziale per i governi dell’Unione europea è migliorare il  coordinamento tra loro della politica di difesa, in un momento in cui i  bilanci militari delle singole nazioni vengono progressivamente tagliati  e gli Stati Uniti stanno concentrando la loro attenzione verso altre  sfide, come quella cinese. “Non credo che la presenza americana in  Europa sia permanente”, ha osservato Stubb.
“Gli Stati Uniti stanno  iniziando a flirtare con altri partner degli europei. L’Ue non è più  sexy come un tempo. Siamo come una vecchia coppia di brontoloni. Siamo  stati insieme per 60 anni. Ci critichiamo a vicenda. Potremmo avere gli  stessi valori ma l’America sta cominciando a guardare altrove”, ha  chiosato Stubb.
Per affrontare le conseguenze di ciò che  rappresenterà il “ritiro” degli Stati Uniti dall’Europa, il titolare  della diplomazia finlandese ha ribadito che le nazioni dell’Ue devono  pensare molto più alla difesa e alla sicurezza comune. “Abbiamo  fondamentalmente bisogno di crescere”, ha detto. “Questa è la realtà -  ha proseguito il ministro - non possiamo operare nel campo della  sicurezza come 27 entità diverse. Se gli americani stanno cercando  altrove, allora dobbiamo procedere con soluzioni europee”.
Dal canto  suo Stubb ha poi lodato i tentativi di un certo numero di Stati membri  Ue - in particolare Gran Bretagna e Francia - nelle politiche di difesa,  nel coordinamento dei risparmi nel settore militare in un momento di  austerità fiscale. Tuttavia, ha detto che gli Stati membri della Ue deve  andare molto più in là su questa strada per evitare la duplicazione  degli sforzi. Una linea questa vicinissima alle prospettive annunciate  dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che spera  nella nascita di un sistema di difesa europeo autonomo ma a rimorchio  delle strategie di Washington. Tanto più che Francia e Gran Bretagna  sono dei membri ben saldi dell’Alleanza Atlantica.
“Nell’Unione europea, dopo Lisbona, abbiamo un presidente, un ministro degli Esteri, garanzie di sicurezza, una personalità giuridica e un servizio diplomatico. Così abbiamo tutti gli strumenti per unire gli sforzi e collaborare più strettamente. La gente riteneva che la sicurezza e la difesa europea erano qualcosa che sembrava bello sulla carta. Ora sta diventando un po’ più reale”, ha proseguito il ministro finlandese, sostenendo le strategie per lo sviluppo e il potenziamento del Superstato europeo.
“Nell’Unione europea, dopo Lisbona, abbiamo un presidente, un ministro degli Esteri, garanzie di sicurezza, una personalità giuridica e un servizio diplomatico. Così abbiamo tutti gli strumenti per unire gli sforzi e collaborare più strettamente. La gente riteneva che la sicurezza e la difesa europea erano qualcosa che sembrava bello sulla carta. Ora sta diventando un po’ più reale”, ha proseguito il ministro finlandese, sostenendo le strategie per lo sviluppo e il potenziamento del Superstato europeo.
Nel corso dell’intervista Stubb non ha mancato  di sottolineare l’importanza di un miglioramento dei rapporti dell’Ue  con la Russia, facilitando il regime dei visti per i viaggiatori da e  per la Federazione, elogiando le scelte politiche del suo Paese che lo  scorso anno ha rilasciato 740.000 permessi ai cittadini russi.
Proseguendo nella sua intervista il ministro di Helsinki ha deplorato  invece il modo in cui alcuni Stati dell’Unione europea, come la   Francia, stanno bloccando l’adesione della Turchia all’Ue. “Appartengo  al gruppo di persone che credono che la Turchia sia più influente di  qualsiasi altro Stato Ue nella politica mondiale”, ha osservato. “Se si  guarda - ha proseguito il ministro - al ruolo della Turchia nei Balcani  occidentali, nel Corno d’Africa, nel Golfo Persico, in Iran, il suo  ruolo di cerniera tra est e ovest è enorme”. Anche in questo caso Stubb  ha voluto allinearsi alle posizioni espresse dagli Usa e dalla Nato, che  chiedono a gran voce l’ingresso di Ankara nell’Unione per reindirizzare  la Turchia nello scacchiere internazionale verso Occidente e frenare le  sue ambizioni di avvicinamento a Teheran, a Mosca e al mondo islamico.
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