18 novembre 2010

IL COMPLOTTO DEI PACCHI BOMBA

L’ULTIMO REGALO DI  AL-QUAEDA A ISRAELE
Anche se Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP) può aver rivendicato la responsabilità del complotto dei pacchi bomba, vale la pena considerare come quest’ultimo allarme terrorismo legato allo Yemen è stato un regalo per i suoi nemici dichiarati.
di Maidhc Ó Cathail

Solo due settimane prima della scoperta delle bombe inviate per posta a “due siti di culto ebraici a Chicago”, Rupert Murdoch suonò profetico quando ricevette un premio della Lega contro la Diffamazione (ADL) per il suo appoggio ad Israele. “I terroristi continuano ad attaccare gli ebrei in tutto il mondo”, dichiarò il magnate mediatico nel suo discorso cerimoniale. “Ma non hanno avuto successo nel far cadere il governo israeliano- e non hanno indebolito la determinazione israeliana”. Equiparando la critica a Israele con l’antisemitismo, il proprietario di Fox News ha calunniato la crescente condanna mondiale alla condotta criminale di Israele come “guerra continua contro gli ebrei”.
Benjamin Netanyahu, frequente ospite in casa Murdoch a Londra, e probabile destinatario delle donazioni politiche, ha approfittato velocemente dello sventato piano. Informando il gabinetto sul suo imminente discorso di fronte all’Assemblea Generale delle Federazioni Ebree in Nord America, il primo ministro israeliano ha detto che “avrebbe avuto a che fare con lo sfondo delle notizie sul tentativo di attaccare la comunità ebraica di Chicago". 

Vincolando la cospirazione dei pacchi bomba con alcuni degli attacchi terroristici più emblematici del post 11-settembre, Netanyadu ha detto che “non importa se l’obiettivo dell’attacco è stata una sinagoga a Chicago o una stazione di treni a Madrid, Londra, Mumbai o Bali”. Associando abilmente il suo governo sempre più isolato con le vittime di quegli attacchi, il primo ministro israeliano ha proclamato: “Affrontiamo una crescente ondata di terrorismo dell’Islam estremista”.

Netanyahu, per niente amico degli eufemismi, ha presentato quest' analisi del tentativo fallito di usare stampanti pc come armi del terrore: “cresce nell’espansione e nell' audacia sfacciata degli attacchi, nelle armi con le quali si stanno armando e negli ampi obiettivi dei leaders del terrorismo globale”.
Ha quindi assicurato i suoi colleghi che “uno dei temi principali” che avrebbe affrontato a New Orleans con i leaders ebraico-statunitensi sarebbero stati "passi che il mondo civile e libero dovrebbe prendere per arginare la marea che minaccia tutti noi".

Inutile dire che è improbabile che questi "passi" comprendono la fine di 43 anni di occupazione e colonizzazione della Cisjordania o la fine del blocco di 4 anni a Gaza.

Un apologista statunitense dell’autoproclamato guardiano israeliano del “mondo civilizzato e libero” adottò una linea simile. Joe Pollak, candidato repubblicano alle elezioni, ha rilasciato una dichiarazione che condanna il tentativo di attentato terroristico, dicendo che sarebbe accaduto durante il sabato ebraico a West Rogers Park, “in solidarietà con le persone del 9° distretto parlamentare che furono gli obiettivi diretti del terrore di A-Qaeda”. In un tono molto simile a quello di Netanyahu, Pollak ha cercato di mobilitare i suoi elettori dicendo: “Non dobbiamo smettere di lottare per sradicare i mali gemelli del terrore e dell’odio”. 

Ancora una volta, possiamo supporre che s'incoraggiano solo gli statunitensi a combattere il “terrore e l’odio” quando si tratta dei nemici di Israele.

DEBKA-Net-Weekly, che si descrive come “il principale bollettino di notizie geopolitiche”, ha anche cercato di coinvolgere l'attuale nemico numero uno di Israele, l'Iran. La prossima edizione, solo per gli abbonati, promette di rivelare “come il complotto dei pacchi aerei di Al-Qaeda è in linea con la cooperazione selettiva tra Teheran e al-Qaida e si dirige verso le aree dove coincidono le sue congiure”.

Ma quanto è affidabile “il principale bollettino di notizie in quel campo arido?”.

"Debka è elaborato principalmente da ex-agenti del Mossad. Una corrente affidabile dell’informazione”, ci assicura Martin Peretz, l’islamofobo redattore del New Republic, e fermamente pro-Israele.

Da quando un’azienda israeliana ha permesso che l’autore della bomba si “intrufolasse inavvertitamente” alla vigilia di Natale nell’aeroporto Schiptol senza passaporto, alcune voci autorevoli con stretti legami con Israele hanno contribuito positivamente a trasformare lo Yemen nel “nuovo cliché di moda”

Su Fox News, due giorni dopo, il difensore numero uno d’Israele e leader nel Congresso, il senatore Joe Lieberman, ha annunciato: 
  • “L’Iraq è stata la guerra di ieri. Afghanistan è la guerra di oggi. Se non agiamo preventivamente, lo Yemen sarà la guerra di domani”.
Una settimana dopo, Bruce Riedel, socio senior nel Centro Saban nel  Brookings Institution, pubblicò un articolo in prima pagina sul Daily Beast, intitolato “La minaccia dello Yemen”. Promuovendo il fallito complotto del Giorno di Natale come evidenza della “crescente ambizione della franchigia yemenita di al-Qaida”, Riedel ha chiesto un “appoggio significativo statunitense per sconfiggere a AQAP (Al-Qaeda nella penisola araba)”.

Il datore di lavoro del Riedel, il Centro Saban, fu battezzato con il nome di Haim Saban, il magnate mediatico israeliano- statunitense, che nel 2002 promise 13 milioni di dollari per fondare il Centro Saban per la politica del Medio Oriente. Due anni dopo, il multimilionario ha ammesso al New York Times, "Io sono un soggetto di un unico problema, il mio problema è Israele." 

“Gli USA starebbero per infilarsi in una specie di trappola”, ha avvertito Gregory Johnsen, un esperto in Yemen e studente di dottorato nel Dipartimento di Studi del Medio Oriente nell’Università di Princeton.

Questa “Trappola” è stata molto ben descritta da Philip Giraldi. “La guerra sbagliata degli USA contro il terrore”, dice Giraldi in un recente articolo, ”è in realtà un' adozione totale dei paradigmi della sicurezza israeliana senza alcuna considerazione delle minacce reali che gli USA affrontano, trasformando anche i numerosi nemici di Israele in nemici di Washington”.
Israele deve certamente essere molto grato per questo ultimo atto diterrorismo. Se non esistesse Al-Qaeda nella Penisola Arabica, Israele dovrebbe inventarla.

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/article26775.htm 

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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