15 novembre 2010

LO ZIO SAM E LE SPIE...

Mentre moltiplicano le loro operazioni di ingerenza in ogni paese dove non riescono ad imporsi, gli Stati Uniti mantengono nel proprio territorio un complesso e  inesorabile meccanismo di registro obbligatorio di agenti d’influenza estera che, se fosse applicato da altri paesi, ridurrebbe in polvere le attività aperte o segrete dei servizi d’intelligence statunitense.
di Jean-Guy Allard

Il Foreign Agents Registration Act (FARA) o Legge di Registro degli Agenti Stranieri obbliga ogni persona che agisce come agente al servizio di un paese estero di identificarsi di fronte al Dipartimento federale della Giustizia oltre a dichiarare periodicamente le sue entrate e le spese in relazione a questa attività.
Non sottomettersi a questo obbligo implica una pena di 10 anni di carcere e multe di diverse migliaia di dollari.
La definizione di “agente straniero”, secondo la FARA, è molto ampia e include le "persone legate a governi stranieri, partiti di opposizione, compagnie statali, uffici del turismo, compagnie aeree” e molti altri secondo la percezione politica di chi applica la legge.

Secondo la FARA, il termine di “agente straniero” designa qualsiasi persona le cui attività sono “direttamente o indirettamente supervisionate, dirette, controllate, finanziate o sovvenzionate da un governo o partito politico straniero”.
Attenzione perchè lo Zio Sam prende l’argomento sul serio: L’unità di Registro del FARA, situata a Washington, appartiene niente di meno che alla Sezione del Controspionaggio della Divisione Nazionale della Sicurezza del Dipartimento di Giustizia.

Mero prodotto della Guerra Fredda, la Legge di Registro degli Agenti Stranieri obbliga i cosiddetti “agenti” di compilare moduli in cui si fa un lungo elenco di domande, ognuna delle quali richiede una risposta dettagliata su ogni prospettiva di collaborazione del firmatario con la designata “potenza straniera”.

Il questionario da compilare richiede di specificare, tra molti altri elementi, se l'autore ha ricevuto "qualcosa di valore, come un compenso o come esborso o qualsiasi altro modo”. Oppure se l’interessato ha difuso materiale informativo “tra cui orale, visivo, grafico, scritto o illustrativo compresa la pubblicità, giornali, conferenze, film, o qualsiasi altro mezzo o strumento [...] fra cui lettere, telegrammi, comunicati stampa, discorsi, internet….”

L’autore della dichiarazione deve indicare a chi si è rivolto: “gruppi civici, funzionari dello stato, legislatori, gruppi educativi, agenzie del governo, gruppi nazionali, giornali, editori o altri”.
La cosa buffa è che “l’agente straniero” deve sborsare, in ognuna delle sue visite ai funzionari FARA, l'importo di 305 dollari per ognuna delle sue dichiarazioni “volontarie”.

Il Foreign Agents Registration Act è amministrato da un gruppo selezionato di personale da un’ufficio che ha un accesso limitato, in un edificio fatiscente di New York Avenue, a Washington, lontano dalla vista del cittadino comune, anche se la legge fu fatta nel 1938 con il pretesto di far conoscere al pubblico chi agisce sotto il nome di “straniero”.
FARA non è l’unica legislazione nordamericana  volta a coloro che potrebbero essere in grado di provocare danni per l'impero.

La Legge di Dichiarazione sul Lobbying aggisce allo stesso modo con i “lobbisti” che, a Washington, si avvicinano ai politici in favore di interessi particolari di nazioni estere in cambio di donazioni, inviti a viaggiare, cocktail o altre bontà prescritte dalla peculiare democrazia rappresentativa di questa nazione.

Stranamente, un’altra legge recante il numero 50 U.S.C  §  851 richiede la registrazione di "qualsiasi persona che abbia conoscenze, istruzione o orientamento ai servizi di spionaggio, controspionaggio o sabottaggio (sic) di un paese estero o di un partito politico”. 

Naturalmente, queste leggi vengono applicate in un modo agli amici dell’impero. Mentre ai paesi che non si inginocchiano di fronte al loro potere, vengono applicate con assoluto rigore.

Tra le vittime del sistema, nell’ultimo decennio, si trovano i cinque cubani condannati a sentenze totalmente ingiustificate per essersi infiltrati in gruppi terroristici cubani (nord) americani di Miami.

Nel frattempo, i 200.000 funzionari delle 16 agenzie dell’intelligence degli USA spendono annualmente più di 70 milirdi di dollari per spiare, complottare e corrompere nel mondo intero attraverso gli “agenti stranieri” dell’USAID, della NED, IRI ed altre organizzazioni che si dedicano all’ingerenza, la sovversione e la destabilizzazione quando alcuni paesi colpiti da questo gigantesco apparato di molestie possiedono simili strumenti legali in grado di contrastare, neutralizzare e smantellare le innumerevoli operazioni sviluppate nel loro territorio dalla potenza imperiale.

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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