20 novembre 2010

HAITI: RIVOLTA POPOLARE

L’emittente televisiva Al Jazeera informa su scontri tra la popolazione haitiana e le forze dell’ordine delle Nazioni Unite (Minustah), che qualifica come “rivolta popolare”. Le proteste sono sorte a causa dell’indignazione popolare di fronte al sospetto che l' epidemia, che ha già causato più di 1000 morti nel paese caraibico, abbia avuto la sua origine nella filtrazione delle acque reflue dal campo dei soldati delle Nazioni Unite nepalesi. 
Kaos En La Red

Gli scontri hanno causato già due morti tra la popolazione civile e più di 30 feriti mentre, secondo informazioni non confermate, si parla di soldati della Minustah morti per spari di armi da fuoco.
L’ONU ha negato che l' epidemia sia sorta nella base dei soldati nepalesi. Dall’altra parte, secondo la giornalista di Al Jazeera in Haiti, Cath Turner, la situazione “stava fermentando da tempo” a causa delle estreme tensioni tra i soldati della Minustah e la popolazione, e che erano peggiorate da quando ad agosto fu trovato impiccato ad un albero un sedicenne. Anche se l' ONU ha dichiarato che si trattava di un suicidio, nel sentimento popolare giaceva l’idea che si trattava di un omicidio per mano dei soldati delle Nazioni Unite. Nessuna indagine ufficiale è stata portata a termine.

Turner attribuito l'esplosione della violenza in Haiti alla crescente frustrazione della popolazione haitiana per quanto riguarda l’esercito dell’ONU e al sentimento esistente che siano state queste, e specialmente il nepalese, a causare l’inizio dell'epidemia di colera.
Quest'emittente televisiva denuncia da tempo il divario esistente tra i collaboratori internazionali e le forze dell’ONU da una parte, e, dall’altra, la popolazione haitiana. Secondo alcuni testimoni, il sentimento di insicurezza a causa dell’inutilità e la mancanza di efficienza dell’esercito dell’ONU in Haiti è fortemente presente nella popolazione, specialmente nel caso di stupri di donne di fronte alla passività dell’esercito ONU e statunitense, così come per i costanti abusi, uccisioni e torture che gli haitiani stanno subendo dall’esercito della Minustah durante gli ultimi anni.

Secondo Niger Fisher, un coordinatore negli aiuti ad Haiti, “ci sono casi di colera in tutti i dipartimenti” e “si prevede un aumento significativo del numero di casi”. Fisher ha aggiunto anche che non è inusuale che centinaia di migliaia di persone siano state colpite dal colera, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di casi lievi.

Il dottor Jim Wilsom dell’Haiti Epidemic Advisory System ha detto ad Al Jazeera che le proteste rendono difficile l’aiuto impedendo ai servizi sanitari di arrivare nelle zone colpite.

La cifra dei morti sale a oltre 1000 con più di 14.600 persone trattate negli ospedali. Anche se la ONU sta negando che l’origine dell’epidemia radica nel suo esercito, un portavoce dello stesso, Vincenzo Pugliese, ha affermato, mercoledì, che ufficiali delle Nazioni Unite stanno analizzando gli scarichi di acque reflue prodotti vicino alla base nepalese nel sistema fluviale haitiano. Il fiume colpito fluisce attraverso la città di Mirebalais, dove già ci sono stati molti casi di colera. Pugliese ha dichiarato che secondo i campioni raccolti da specialisti civili nella base non ci sono indizi di colera. Tuttavia, i politici locali e il sindaco di Mireballais stanno incolpando alla base nepalese di aver causato l’epidemia. La base si trova nel Meille River, un’affluente dell’Artibonite River nel Massiccio  Centrale di Haiti.

Il colera è endemico in Nepal, paese che ha sofferto un’epidemia ad agosto. Secondo un recente articolo sul Japanese Journal of Infection Diseases, i ceppi trovati dai ricercatori in Nepal, il “Vibrio colera 01 Ogaba el Tor”, erano gli stessi di quelli trovati ad Haiti.

Da parte sua, la televisione spagnola ed El Pais hanno messo in evidenza le dichiarazioni dell’ONU secondo le quali lo scoppio della violenza si deve alla presunta manipolazione ed agitazione dei politici locali a due settimane dalle elezioni, nonostante non sia chiaro chi c’è dietro agli incidenti.

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