10 novembre 2010

GLI USA PREVEDOVO DI APPROPRIARSI DELL'ARSENALE NUCLEARE DEL PAKISTAN

“Mentre la guerra in Afghanistan, la maggiore e più lunga del mondo, continua con un numero record di vittime tra i civili e combattenti su entrambe le frontiere afgano-pakistane, ci sono piani in atto per espandere ancora di più la guerra verso il Pakistan e minacciare anche l’Iran….Si fanno comparazioni con la guerra di Washington in Indocina. Ma il Pakistan, con i suoi 180 milioni di abitanti ed armi nucleari, non è la Cambogia, e l’Iran, con la sua popolazione di più di 70 milioni non è il Laos”.

© 2010 Rick Rozoff 

Due notizie recenti provenienti dagli USA hanno cominciato a risuonare nel Pakistan e causano speculazioni sul fatto che l’aumento degli attacchi dei droni statunitensi e gli attacchi degli elicotteri della NATO in questo paese potrebbero essere il presagio di azioni molto più grandi: Niente meno che l’espansione della guerra dell’Occidente in Afghanistan verso il Pakistan con l’obiettivo finale di appropriarsi delle armi nucleari di questa nazione.

News International, il maggior giornale in lingua inglese del Pakistan, ha pubblicato un documento il 13 ottobre scorso basato su passaggi del recente libro pubblicato dal giornalista statunitense Bob Woodward, Obama’s War, i quali segnalano che durante un vertice trilaterale tra i presidenti di USA, Afghanistan e Pakistan il 6 maggio 2009, il capo di Stato pachistano, Asif Ali Zardari ha accusato Washington di essere dietro gli attacchi dei talebani all'interno del suo paese in modo che gli USA possano invadere e appropriarsi delle sue armi nucleari” [1] 

Woodward ha descritto commenti scambiati ad una cena di Zadari e Zalmay con Khalilzad, nato in Afghanistan, ex ambasciatore degli USA alle Nazioni Unite (2007-2009) , in Iraq (2005-2009) e Afghanistan (2003-2005).
Khalilzad è stato anche uno stretto collaboratore del Consigliere Nazionale della Sicurezza di Jimmy Carter, Zbigniiew Brzezinski, architetto della strategia statunitense dal 1978 per sostenere gli attacchi armati da parte di militanti con base in Pakistan contro l'Afghanistan, quando si unì al polacco espatriato nell’Università della Columbia dal 1979 al 1989.

Il “testimone”, di ciò che è oggi il coinvolgimento di più di 30 anni di Washington in Afghanistan, fu passato da Brzezinski a Khalilzad negli anni ottanta quando quest’ultimo fu nominato come uno dei funzionari superiori del Dipartimento di Stato del Governo di Ronald Reagan per sostenere i combattenti mujaheddin che operano da Peshawar in Pakistan. Entrò nel Dipartimento di Stato nel 1984 con una sovvenzione del Consiglio delle Relazioni Estere e lavorò per Paul Wolfowitz, allora vice segretario di Stato per gli Affari dell’Asia Orientale e il Pacifico. I suoi sforzi furono aumentati dal VICE direttore della Central Intelligence Agency (CIA) di allora, Robert Gates, attualmente segretario degli USA.  Due dei suoi principali clienti, Gulbuddin Hekmatyar e Jalaluddin Haqqani sono i fondatori e dirigenti dell' Hezb-e Islami Gulbuddin e la rete di Haqqani, contro i quali il Pentagono di Gates combatte attualmente su entrambi i lati della frontiera tra l’Afghanistan ed il Pakistan. 

Secondo le informazioni Woodward circa le accuse di presidente pakistano a Khalilzad nel maggio dell'anno scorso, Zardari ha lasciato cadere la sua diplomazia. Suggerì che uno dei due paesi stava organizzando gli attacchi dei talebani pachistani nel loro paese: India o USA. Zardari non pensava che l’India potesse essere così abile, ma gli USA si. (Il presidente afgano Hamid Karzai gli aveva che gli USA erano dietro gli attentati, confermando le dichiarazioni dell’ISI pachistano (Intelligence Inter-Servizi) [2] 

Si dice che Khalilzad, il cui curriculum comprende anche compiti nel Dipartimento della Difesa, il Consiglio della Sicurezza Nazionale, il Centro di Studi Strategici ed Internazionali, la National Endowment for Democracy (NED), la Rand Corporation (dove ha contribuito a stabilire il Centro di Studi del Medio Oriente) ed il Progetto per il Nuovo Secolo Americano, si è mostrato in disaccordo con l’affermazione di Zadari, dicendo che quanto questo aveva descritto era un “complotto per destabilizzare il Pakistan” tramato affinchè, secondo le parole di Woodward, “gli USA potessero invadere e appropriarsi delle armi nucleari (del Pakistan)”. 

Il dossier ha segnalato che Zadari “non poteva spiegare in nessun altro modo la veloce espansione della violenza. E la CIA non aveva perseguito i leaders talebani pachistani, un gruppo conosciuto come Tehirk-e-Taliban-e-Paklistan o TTP che aveva attaccato il governo. TTP fu anche incolpato dell’uccisione della moglie di Zardari, Benazir Bhutto”. Nelle parole del presidente pakistano: “Ci sono obiettivi talebani che non perseguite. Perseguite altri settori. Siamo sconcertati”. 

Quando Khalilzad ha detto che gli attacchi con droni nel Pakistan “hanno l’obiettivo primario di dare la caccia ai membri di Al-Qaida e ribelli afgani e non ai talebani pachistani”, Zardari ha risposto insistendo “Però il movimento talebano è legato ad Al-Qaeda…e quindi al non attaccando gli obiettivi raccomandati dal Pakistan, gli USA hanno dimostrato il loro appoggio al TTP. Ad un certo punto la CIA ha anche lavorato con il leader del gruppo, Baitullah Mehsud” [3] (tre mesi prima un attacco con droni guidato dalla CIA uccise a Mehsud, sua moglie e vari parenti politici e guardie del corpo).

Nel mese di agosto del 2009, mentre ancora comandava tutte le forze degli USA e della NATO in Afghanistan, l’allora generale Stanley McChrystal ha emesso la sua confidenziale Valutazione Iniziale del COMISAF (Comandante delle Forze Internazionali dell’Aiuto alla Sicurezza) in cui affermò che “I principali principali gruppi ribelli secondo l’importanza della loro minaccia per la missione sono: Quetta Shura Taliban (05T), la Rete Haqqani (HQN) e Hebz-e-Islami Gulbuddin (HiG)” [4]. Il primo è un gruppo talebano afgano che, come indica il suo nome, è situato nella capitale della provincia del Baluchistan del Pakistan.

Steve Coll, Alfred McCoy, e altre autorità  in materia hanno documentato il coinvolgimento della CIA con Gulbuddin Hekmatyar e Jalaluddin Haqqani: Che erano condivisi con l’ Inter-Services Intelligence del Pakistan, trasferiti da questi alla CIA come risorse private. Coll ha affermato inoltre che Haqqani diede rifugio e sostegno a Osama Bin Laden dagli anni 80.

Nella riunione tra Obama, Zardari e Karzai a maggio del 2009, il presidente statunitense affrontò i suoi due omologhi per la presunta mancanza decisionale nel condurre la guerra su entrambi i lati della Linea Durand, nonostante il fatto che mentre parlava il Pakistan era coinvolto in un grande attacco militare nella Valle Swat che portò allo spostamento di 3 milioni di civili.

Quattro giorni dopo lo scambio di parole tra Zadari e Khalilzad, il presidente pachistano apparve nell’edizione del 10 maggio di Meet the Press della NBC, in un programma che includeva anche la partecipazione del presidente Karzai e a Steve Coll, adesso presidente e direttore esecutivo della New American Foundation e autore di Ghost War: The secret history of the CIA, Afghanistan, and Bin Laden, from the soviet invasion to september 10, 2001 (2004) e il The Bin Ladens: An Arabian Family in the American Country (2008).

I commenti di Zardari di fronte alla platea statunitense inclusero l’affermazione che  i talebani “formano parte del vostro passato e del nostro passato, e l’ISI e la CIA li crearono insieme. E posso trovare per voi 10 libri, e 10 filosofi e dieci saggi su questo….” [5].

Il fatto che i leaders degli altri gruppi armati identificati da McChrystal- Haqqani e Hekmatyar- si trovavano tra i tre dirigenti mujaheddin finanziati, armati e allenati dalla CIA (il difunto Ahmed Shah Massud fu il terzo), completa il quadro: Robert Gates, il segretario della difesa, muove guerra contro le forze che Robert Gates, il vice direttore della CIA, ha sostenuto attraverso uno dei programmi clandestini più lunghi e costosi dell’Agenzia, l’Operazione Ciclone.

Dopo di essersi ritirato dalla vita pubblica, George Kennan, il principale architetto della politica della Guerra Fredda degli USA, ha citato una frase che ha attribuito a Goethe per avvertire che in definitiva siamo tutti distrutti da mostri creati da noi stessi. Per correggere a Voltaire, la Casa Bianca al posto di Dio “è un commediante che agisce per una platea troppo spaventata per ridere”.

La versione di Woodward sui commenti dell’anno scorso del presidente  del Pakistan e di Zalmay Khalilzad potrebbero essere disdegnati come semplici aneddoti se non fosse per un articolo apparso sul New York Post il 3 ottobre e gli eventi dello stesso Pakistan nelle ultime sei settimane.
Arthur Herman, un esperto visitatore del think tank conservatore dell' American Enterprise Institure ha dichiarato in un articolo intitolato “Il nostro problema nel Pakistan: la visione di Obama sta fallendo”, che “l’ironia amara è che anche mentre Obama cerca di uscire dalla guerra in Afghanistan, potrebbe portarci verso un’altra in Pakistan”.

L’autore ha spiegato che mentre nel 2009 gli USA lanciarono 45 attacchi da veicoli aerei Predator (droni) nel Pakistan, ora aveva triplicato la cifra e che solo a settembre erano stati lanciati la metà della quantità di attacchi realizzati durante tutto l’anno scorso.
Herman ha avvertito, menzionando anche l’attacco dell’elicottero della NATO del 30 settembre presso l'Agenzia Kurram delle Aree Tribali sotto l’amministrazione federale del Pakistan, che uccise 3 membri del Corpo di Frontiera e che “incursioni della Squadra Controterrorista della CIA.- con i suoi 3000 soldati afgani- dentro il Pakistan stanno diventando una rutine”.
  • “Tutto questo riflette uno sforzo statunitense in Pakistan che ricorda di molto a quello iniziato nel Laos negli anni 60- uno dei trampolini di lancio che portarono al pantano del Vietnam”.
“Se la crescente pressione di Obama sul Pakistan destabilizza questo governo, l’unica cosa che potrebbero mantenere le armi di questo paese fuori dalle mani di Al-Qaida sarebbero gli truppe statunitensi. E’ un panorama bellico che farà desiderare ad Obama che il suo nome fsia Lyndon Baines Johnson” [6].

Herman attribuisce l’espansione della guerra afgana verso il Pakistan ad un livello qualitativamente più pericoloso delle macchinazioni dell’ex agente della CIA e attuale Socio Senior del Brookings Institution, Bruce Riedel e del comandante di 152.000 soldati degli USA e della NATO in Afghanistan, il generale David Petraeus.

Un documento del 13 ottobre mostra che da quando Petreaus si è fatto carico del comando dello sforzo bellico in Afghanistan a giugno c’è stato un aumento di un 172% negli attacchi aerei degli USA e della NATO, di 257 missioni di attacchi a settembre del 2009 a più di 700 lo scorso mese. Inoltre “i voli di controllo sono aumentati di quasi tre volte la quantità di settembre del 2009 ed i anche voli di fornitura sono aumentati….A volte sembra che Petraeus fosse più disposto a rischiare il cosiddetto “danno collaterale” di morti di civili….[7].

Gli attacchi di droni del mese scorso furono i più numerosi di qualsiasi altro mese da quando iniziarono le uccisioni selettive nel 2004 e la quantità di morti che hanno causato- più di 150- è il totale mensile più elevato fino a questa data.
Fino a metà di questo mese ci sono stati almeno 8 attacchi con droni e non meno di 66 persone morte.
Secondo la New American Foundation di Steve Coll, 1439 delle 1844 morti causate dagli attacchi dei droni nel Pakistan sono avvenute dal 2009 fino ad ora [8].

Allo stesso modo, le morti di 1111 sui 2160 soldati degli USA e della NATO in Afghanistan dal 2001 avvennero nello stesso periodo.
Diciassette soldati stranieri risultarono morti solo tra il 13 ed il 16 ottobre.
Il 13 ottobre, la stampa pachistana ha informato che elicotteri della NATO, che fino ad allora operavano solo nelle Aree Tribali sotto l’Amministrazione Federale (in 4 attacchi contro la rete Haqqani tra il 25 ed il 30 settembre) hanno violato lo spazio aereo della nazione sulla provincia del Baluchistan, portando a Islamabad a presentare una protesta formale alla NATO.

Dalle rivelazioni del nuovo libro di Bob Woodward e la pubblicazione dell’articolo di Arthur Herman, sono apparsi commenti sui giornali pachistani che indicano la serietà con la quale vengono considerati gli eventi recenti e presagi ancora più cupi.

Un articolo del 13 ottobre su The Nation ha segnalato che “la continua guerra contro il terrore in Afghanistan punta a portare le operazioni sul territorio pachistanoIl vero obiettivo è il potenziale nucleare del Pakistan, loro (USA e NATO) non si vedono di fronte una minaccia plausibile per la sicurezza dei mal equipaggiati talebani o estremisti in miseria”.

Commentando l’articolo del New York Post sopra citato, il giornalista pachistano A.R. Jerral ha affermato inoltre che quello che “Herman suggerisce nel suo testo è in realtà una direttiva politica per il governo degli USA. Implica che la politica di inviare droni e di attaccare nascondigli dei combattenti nel territorio pachistano non ha funzionato…L’obiettivo sono le bombe nucleari del Pakistan. E’ un modo tacito di dire ai responsabili politici a Washington di mantenere la pressione sul nostro paese, che indebolirebbe la posizione del governo pachistano, causando instabilità. 
Questo fornirà il motivo per l’ingresso dell’esercito degli USA”.

Ha aggiunto: “Sappiamo degli attacchi dei droni perché s’informa al riguardo sui media, ma quello che non sappiamo e che i media non ci dicono è il fatto che le forze della NATO guidate dagli USA stanno facendo incursioni attraverso la frontiera verso il Pakistan…Per farlo, la CIA opera Squadre di Persecuzione Contraterrorista in Afghanistan.
  •  “Queste squadre organizzano regolarmente incursioni terrestri nel territorio pachistano”.
“In questo modo, le cose si aggravano per quanto riguarda la guerra contro il terrore. Il Pakistan tende a essere messo in primo piano in questa guerra. Bruce Riedel, un ex funzionario della CIA e del NSC (Consiglio Nazionale della Sicurezza) ha consigliato al signor Obama di trasferire il focolaio della guerra “dall’Afghanistan al Pakistan”, ed è quello a cui stiamo assistendo attraverso l’aumento dello sforzo bellico verso il territorio pachistano”  [9].

Una nota pachistana del giorno precedente ha dichiarato: “Siamo stati….spinti a dare l’accesso al Baluschistan agli USA, da allora hanno cercato di destabilizzare il regime iraniano attraverso l’appoggio del gruppo terrorista Jundullah…Ancor più minaccioso è che, se non si cambia rotta adesso, avremo perso la battaglia per trattenere le nostre risorse nucleari perché in ultima analisi, è la strada della NATO e degli USA”.

“L’accesso incontrollato per gli agenti dei servizi segreti militari e contractors privati è un altro fattore destabilizzante che, apparentemente, non siamo in grado o non siamo disposti a controllare. E adesso abbiamo le incursioni della NATO verso il nostro territorio e i suoi attacchi, anche contro i nostri militari, il quale mostra lo Stato servile nel quale attualmente viviamo” [10].

“Mentre la guerra in Afghanistan, la maggiore e più lunga del mondo, continua con un numero record di vittime tra i civili e i combattenti su entrambe le frontiere afgano-pakistane, ci sono piani in atto per espandere ancora di più la guerra verso il Pakistan e minacciare anche l’Iran….Si fanno paragoni con la guerra di Washington in Indocina. Ma il Pakistan, con i suoi 180 milioni di abitanti e armi nucleari, non è la Cambogia, e l’Iran, con la sua popolazione di più di 70 milioni non è Laos”.
[2] Ibíd.
[3] Ibíd.
[4] Washington Post, 21 settembre 2009
[5] Meet the Press, 10 maggio  2009
[6] Arthur Herman, Il nostro problema nel Pakistan: la visione di Obama sta fallendo, New York Post, 3 ottobre  2010
Il fallimento di Obama nel Pakistan, American Enterprise Institute, 3 ottobre 2010
[7] ABC News Radio, 13 ottobre 2010
[9] A R Jerral, Shifting war on terror to Pakistan, The Nation, 13 ottobre 2010
[10] Shireen M Mazari, Ending Collaboration with the US on the War on Pakistan, The Dawn, 12 ottobre  2010

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