27 ottobre 2010

OBAMA CEDE ALLE PRESSIONI DELL'FBI: MAGGIORE CONTROLLO DELLE INTERCETTAZIONI (VoIP)

L’FBI ha convinto l’amministrazione Obama ad indurire la legislazione sulle intecettazioni. Ciò che è paradossale è che la riforma legislativa che preparano è diretta a sanzionare le grandi compagnie che innovino, creino nuovi servizi o li migliorino senza tener conto che “tutto” deve essere controllato dal governo.
di David Ballota

Lo rivela il New York Times: “Dobbiamo garantire che qualsiasi cambiamento tecnologico non modifichi la capacità del governo di controllare le comunicazioni e le intercettazioni telefoniche in particolare (incluso il VoIP)"
Un gruppo di lavoro che include funzionari della Giustizia, il Dipartimento del Commercio (pirateria, amici) e l’FBI, e in particolare l’FBI, lavora a questo progetto di legge per rafforzare ed amplificare CALEA Il controverso programma di assistenza di applicazione della legge delle comunicazioni (CALEA) che ha emendato il titolo 18 del Codice degli Stati Uniti permettendo all’FBI di godere praticamente del libero accesso all'ascolto.
CALEA si è “modernizzato”, sotto l’Amministrazione Bush, ingrandendo la sua lesiva discrezione a tutte le comunicazioni realizzate attraverso la rete (incluso VoIP). Perché l’FBI, ovviamente il Pentagono, ed il dipartimento anti-pirateria vogliono che Obama vada oltre Bush?

Perché le compagnie telefoniche e i servizi di telefono IP (Skype, ad esempio) non si fermano di innovare e presentare programmi mentre che le orecchie dell’amministrazione sono quelle che sono ed hanno bisogno come ai vecchi tempi, della collaborazione delle compagnie telefoniche. In questo caso richiedono di seguire il ritmo dell'amministrazione.
In modo che le compagnie che offrono servizi telefonici devono frenare “un po’” e garantire sempre che quei servizi, prima di uscire sul mercato, possano essere “ascoltati” o propriamente parlando: controllati dal governo. Ci mancherebbe.

Le compagnie devono disegnare i loro servizi in modo tale che dal primo giorno il governo possa cominciare a realizzare i suoi lavori di vigilanza. Albert Gidari Jr, un avvocato che rappresenta le aziende di telecomunicazioni, ha spiegato che l’intervento del governo potrebbe avere delle ripercusioni gravi ed importanti per l’industria in termini di investimenti, spese, innovazione e competività.

La risposta del governo è quella di non implementare nuovi servizi ed aspettare che il governo si aggiorni. Ma non è così che funziona. Molti servizi si sviluppano molto velocemente e ci sono troppi giocatori in questo momento.

“L’impulso del governo per estendere la legge del 1994 è l’ultimo esempio di un dilemma su come equilibrare la libertà su Internet con i bisogni di sicurezza in un’era di veloce evoluzione tecnologica. La questione ha molta importanza perché le tecnologie di controllo sviluppate dagli USA per dare la caccia ai terroristi ed ai trafficanti di droga possono essere anche usate da regimi repressivi a caccia di dissidenti politici”. Ricorda il New York Times.

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA 

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