Huxley scriveva: 
“Nella politica, l’equivalente del pieno sviluppo di una teoria o sistema filosofico è una dittatura totalitaria. Nella economia, l’equivalente di un’opera d’arte composta in modo meraviglioso è la fabbrica che funziona senza intoppi ed in cui i lavoratori sono perfettamente adattati alle macchine. La Volontà di Ordinare può rendere tiranni coloro che semplicemente aspirano a far pulizia del casino. La bellezza delle cose a posto viene usata come giustificazione per il dispotismo”.[1]
“Nella politica, l’equivalente del pieno sviluppo di una teoria o sistema filosofico è una dittatura totalitaria. Nella economia, l’equivalente di un’opera d’arte composta in modo meraviglioso è la fabbrica che funziona senza intoppi ed in cui i lavoratori sono perfettamente adattati alle macchine. La Volontà di Ordinare può rendere tiranni coloro che semplicemente aspirano a far pulizia del casino. La bellezza delle cose a posto viene usata come giustificazione per il dispotismo”.[1]
Huxley spiegava che, “i soggetti del futuro dittatore saranno  regimentati in modo indolore da corpi di ingegneria (manipolazione)  sociale altamente addestrati” e citava un “fautore di questa nuova  scienza” dicendo che “la sfida della ingegneria sociale, nei nostri  tempi, è come quella ingegneria tecnologica di 50 anni fa. Se la prima  metà del ventesimo secolo fu l’era della ingegneria tecnologica, la  seconda parte potrà ben essere di quella sociale”. 
Cosi, proclamava Huxley: “il XXI° secolo, suppongo, sarà l’era  dei Controllori del Mondo, del sistema della casta scientifica e del  “Brave New World.”[2]
Nel 1952, Bertrand Russell, un filosofo britannico, storico,  matematico e critico sociale scrisse il libro “The Impact of Science on  Society” (L’impatto della Scienza nella Società) in cui ammoniva ed  esaminava come la scienza e la rivoluzione tecnologica, stavano  cambiando e avrebbero cambiato la società.
In tale libro Russell spiegava:
“Credo che l’argomento che sarà di massima importanza  politicamente è la psicologia di massa, che, parlando scientificamente,  non è uno studio molto avanzato… Tale studio è immensamente utile agli  uomini pratici, sia che vogliano diventare ricchi o acquisire il  governo. Come scienza è, ovviamente, fondato sulla psicologia  individuale  ma finora ha impiegato metodi  ad indicazione generale,  basati su una sorta di buon senso intuitivo. La sua importanza è  enormemente cresciuta con l’aumento dei metodi moderni di propaganda.  Tra questi, quello più influente, è quel che viene definito  “educazione”. La religione vi gioca un ruolo, sebbene sia in  diminuzione; la stampa il cinema e la radio giocano un ruolo in  crescendo. 
Ciò che è essenziale nella psicologia di massa è l’arte  della persuasione. Se fate un paragone con un discorso di  Hitler e diciamo con uno di Edmund Burke, vedrete che passi sono stati  fatti nell’arte dal diciottesimo secolo. Ciò che precedentemente non  aveva funzionato era che le persone avevano letto nei libri che l’uomo è  un animale razionale ed avevano incorniciato le loro discussioni in  questa ipotesi 
Sappiamo che le fanfare e l’essere molto in vista fanno molto di  più ai fini della persuasione di quanto non lo possa fare il più  elegante treno di sillogismi. Si può anche sperare che nel tempo tutti  saranno in grado di persuadere chiunque su ogni cosa, basta catturare il  giovane paziente ed avere sovvenzioni di denaro e strumentazione da  parte dello stato. Questo tema farà grandi passi, quando gli scienziati  lo assumeranno sotto una dittatura scientifica”.[3] 
Russell andò oltre nell’analizzare la questione se “una dittatura  scientifica” fosse più stabile di una democrazia, postulando che:
“A parte il pericolo della guerra, non vedo ragioni  per cui un  tale regime  dovrebbe essere instabile. Dopotutto, molti dei paesi  civili e semi-civili, noti alla storia hanno avuto una grande classe di  schiavi o servi, completamente subordinata ai loro proprietari. Non c’è  nulla nella natura umana che renda impossibile la persistenza di un  simile sistema. E tutto lo sviluppo della tecnica scientifica lo ha reso  più facile di quanto era solito essere in passato al fine di mantenere  un ruolo dispotico di una minoranza. Quando il governo controlla  la distribuzione del cibo, il suo potere è assoluto per il tempo in cui  può contare sulla polizia e le forze armate, la cui fedeltà  può essere assicurata dando loro alcuni dei privilegi della classe che è  al governo. Non vedo come alcun movimento interno di rivolta possa mai  portare libertà agli oppressi in una dittatura scientifica moderna.[4] 
Ricorrendo al concetto reso popolare da Aldous Huxley – quello che le  persone amano il loro essere servi - Bertrand Russell spiegò che sotto  una dittatura scientifica:
“Ci si deve aspettare che progressi nella fisiologia e  psicologia, daranno ai governi più controllo sulla mentalità  dell’individuo, più di quanta ne abbiano ora persino in paesi  totalitari. Fichte disse che l’educazione (nel senso di istruzione  ovviamente, ndt) dovrebbe avere per scopo quello di distruggere il  libero arbitrio cosicché, dopo che gli scolari hanno lasciato la scuola,  saranno incapaci, per tutto il resto della loro vita, di pensare od  agire se non come avrebbero desiderato i loro maestri e professori.
La dieta, le punture e le ingiunzioni si mischieranno dalla  giovane età, per produrre una sorta di carattere e di credenze  considerate desiderabili dalle autorità ed ogni seria critica dei poteri  che ci potesse essere, diventerà psicologicamente impossibile. Anche se  tutti saranno alla povertà, tutti si considereranno felici perché il  governo dirà loro che lo sono.[5] 
Russell spiegò anche che “la completezza del controllo  sull’opinione, che ne derivava, dipende in vari modi dalla tecnica  scientifica. Dove tutti i bambini vanno a scuola e tutte le scuole sono  controllate dal governo, le autorità possono chiudere le menti dei  giovani nei confronti di tutto ciò che sia contrario alla ortodossia  ufficiale”.[6] 
Russell successivamente proclamò nel suo libro che, “una società  di un mondo scientifico non può essere stabile a meno che non ci sia un  governo mondiale.”[7] 
Elaborò anche questi pensieri:
“Fintanto che non c’è un governo mondiale, che assicuri un  controllo delle nascite universale, ci devono essere di tanto in tanto  delle grandi guerre, in cui la penalità per la sconfitta sia una vasta  morte per carestia. Questo è esattamente lo stato attuale del mondo ed  alcuni possono sostenere che non ci sono ragioni per cui non dovrebbe  continuare cosi per secoli. Io personalmente non credo sia possibile. 
Le due grandi guerre di cui abbiamo fatto esperienza,  hanno abbassato il livello di civiltà in molte parti del mondo, e la  prossima è pressocché certo che aumenterà ancora più il conto in tale  direzione. 
Fino a che, ad un certo punto, un potere - o gruppi di  potere - emergerà vittorioso e procederà a stabilire un unico governo  mondiale con il monopolio delle forze armate, è chiaro che il  livello di civiltà dovrà continuamente diminuire fino al punto in cui   la guerra scientifica diventi impossibile, ossia fino a che la scienza  non sarà estinta."[8]
Russell spiega che l’eugenetica gioca un ruolo centrale nella  costruzione di qualsiasi dittatura scientifica mondialista, affermando  che: ”gradualmente, allevando selettivamente le persone, le differenze  congenite tra governatori e governati aumenteranno fino a diventare  quasi delle differenze nelle specie. Impossibile pensare ad una rivolta  delle plebi tanto quanto ad una insurrezione organizzata di pecore  contro la pratica del mangiare montoni”.[9]
Nel discorso del 1962 alla università UC Berkeley, Aldous Huxley  parlò del mondo reale che stava diventando l’incubo del ‘Brave New  World’ che aveva previsto. Huxley parlò primariamente della “Rivoluzione  Finale” (the ‘Ultimate Revolution’) che si concentrava sul  controllo comportamentale delle persone.
Di questa “Rivoluzione finale” Huxley disse che:
“In passato, possiamo dire che tutte le rivoluzioni hanno  essenzialmente avuto come scopo quello di cambiare l’ambiente per poter  cambiare l’individuo. C’è stata una rivoluzione politica, una economica…  una religiosa. Tutte avevano per scopo, come ho detto, non direttamente  l’essere umano, ma il suo ambiente circostante, cosicché modificandolo  si raggiungeva – rimuovendolo- un effetto sull’essere umano.
Oggidì, penso, siamo davanti all’approccio di ciò che si può definire  la “Rivoluzione Finale”, in cui l’essere umano può agire direttamente  sulla mente e sul corpo dei suoi simili. Inutile dire ovviamente che una  certa azione diretta su menti e corpi umani è in corso dall’origine del  tempo, ma questa è stata generalmente di natura violenta.
Le tecniche di terrorismo, sono note da tempi immemorabili e le  persone le hanno impiegate con più o meno ingenuità, a volte con massima  volgarità, a volte con molta capacità acquisita nei tentativi ed  errori, scoprendo cosi le vie migliori per usare tortura,  imprigionamento, costrizioni di vario tipo. 
Se dovete controllare una qualsiasi popolazione per un dato  lasso di tempo, dovete avere un certo consenso. È estremamente difficile  vedere come il puro terrorismo possa funzionare in modo indefinito, per  un bel lasso di tempo. Prima o poi dovete inserire un elemento di  persuasione, un elemento che porti le persone al consenso per ciò che  sta accadendo loro. 
Dunque a me sembra questa la natura della Rivoluzione Finale con la  quale ora ci stiamo confrontando, precisamente: stiamo sviluppando una  intera serie di tecniche, che consentiranno ad una oligarchia  controllante – che è sempre esistita e che presumibilmente sempre  esisterà - di far amare alle persone proprio la loro stessa servitù.
Tale è la parte finale, nella rivoluzione malevole...
Sembra esserci un movimento generale nella direzione di questo tipo  di Controllo Ultimo, questo metodo di controllo attraverso il quale le  persone possono essere ridotte ad avere piacere di uno stato di cose,  che non sarebbe ambito da nessuno standard decente, ovvero godere della  propria condizione di servitù.
Tendo a credere che le dittature scientifiche del futuro – e penso  che ce ne saranno tante in molte parti del mondo - saranno probabilmente  molto più vicine allo schema del “Brave New World” che a quello del  1984.
Si, saranno molto più vicine, non per scrupoli umanitari nei  dittatori scientifici, ma semplicemente perché lo schema del ‘brave new  world’ è probabilmente molto più efficiente dell’altro.
Se potete avere dei consensi dalle persone  per la condizione   in cui stanno vivendo – ovvero la servitù - se potete fare questo,  allora è molto probabile che avrete una società più stabile, duratura,  più controllabile che se doveste fare riferimento solo ai clubs, ai  plotoni di esecuzione, ai campi di concentramento.[10] 
Nel 1961, il Presidente Eisenhower fece il suo discorso di addio alla  nazione, in cui mise in guardia dai pericoli della democrazia posta dal  complesso industriale-militare: la rete interconnessa di industria,  militare e politica che creano le condizioni per una guerra costante.
In quello stesso discorso, Eisenhower mise in guardia l’America ed il  mondo da un altro importante cambiamento nella società:
“Oggi, l’inventore solitario, che armeggia nel suo negozio, è stato  oscurato da commissioni di scienziati nei laboratori e dai campi di  verifica. Nella stessa foggia, la libera università, storicamente la  sorgente delle libere idee e della scoperta scientifica, ha fatto  esperienza di una rivoluzione del come condurre la ricerca.
Parzialmente a causa degli elevatissimi costi implicati, un contratto  governativo diventa virtualmente un sostituto della curiosità  intellettuale. Per ogni vecchia lavagna a gessetti, ci sono ora  centinaia di nuovi computer elettronici.
Bisogna aihmè considerare la prospettiva di dominio degli studenti di  una nazione attraverso un loro impiego federale, attraverso le  assegnazioni di progetto e il potere del denaro onnipresente.
Tuttavia, nel tener in considerazione la ricerca scientifica e la  scoperta, come dovremmo, dobbiamo anche essere allertati sul parimenti  ed opposto pericolo che la politica pubblica possa essa stessa diventare  il prigioniero di una élite tecnologico-scientifica”. [11] 
Nel 1970, Zbigniew Brzezinski scrisse del “graduale apparire di una  società più controllata e diretta,” nella rivoluzione tecnocratica”;  spiegando con ciò:
“Una tale società sarebbe dominata da una élite la cui rivendicazione  al potere politico si fermerebbe ad un know- how di supposta  superiorità scientifica
“Senza gli intralci dei valori liberali tradizionali, questa elite  non esiterebbe a raggiungere I suoi fini politici, usando le più recenti  tecniche moderne per influenzare il comportamento del pubblico e tenere  la società sotto stretta sorveglianza e controllo.
In tali circostanze, l’apice scientifico e tecnologico del Paese non  sarebbe rovesciato ma sarebbe nutrito letteralmente dalla situazione che  sfrutta. [12].
Molti scienziati e vasti movimenti sociali sono diretti dalle  stesse basi e denaro che finanziò il movimento eugenetico all’inizio  del 20° secolo. Le Fondazioni Rockefeller, Ford, Carnegie, Mellon,  Harriman e il denaro Morgan che fluì nella eugenetica portò direttamente  al “razzismo scientifico”  e infine all’olocausto della Seconda Guerra  Mondisale.[13].
Seguendo l’Olocausto, Hitler screditò il movimento eugenetico che  ammirò cosi tanto in America. Cosi il movimento si diramò formando molti  altri progetti di ingegneria sociale: controllo della popolazione,  genetica, ambientalismo. Le stesse basi che posero le fondamenta della  ideologia eugenetica - il credere in una superiorità biologica ed al  diritto di governare (giustificando il potere) - posero anche le basi  per questi ad altri nuovi movimenti sociali e scientifici.
Le maggiori organizzazioni ambientaliste e di conservazione  furono fondate col denaro della Fondazione Rockefeller e Ford, [14] che  continuarono poi ad essere le fonti centrali di sponsorizzazione fino ai  nostri giorni; mentre il WWF fu fondato nel 1961 da Sir Julian Huxley,  fratello di Aldous Huxley, che fu anche il presidente della British  Eugenetics Society (Società britannica di Eugenetica). 
Il Principe Bernando di Olanda, divenne il primo Presidente della  organizzazione. Guarda caso il Principe è anche uno dei Fondatori della  élite globale, dei “pensatori”: il Gruppo Bilderberg di cui fu il  co-fondatore nel 1954. Precedentemente fu membro del partito nazista ed  ufficiale SS.[15]
Sir Julian Huxley fu, guarda caso, il primo Direttore Generale della  UNESCO (=United Nations Educational, Scientific and Cultural  Organizations). Nel 1946 Huxley scrisse un documento intitolato:   “UNESCO: il suo scopo e filosofia”, in cui affermò che tale  organizzazione servisse per:
“contribuire a far emergere una singola cultura mondiale, con la  sua propria filosofia e retroterra di idee e con suo proprio scopo.  Questo è opportuno, poiché questa è la prima volta nella storia che sono  disponibili l’impalcatura e i meccanismi per l’unificazione del mondo  ed anche la prima volta che l’essere umano ha avuto i mezzi (nella forma  di scoperte scientifiche e sue applicazioni) per porre una base  mondiale per un minimo di benessere fisico di tutta la specie  umana…”[16] 
“Al momento è probabile che l’effetto indiretto della civiltà sia  disgenico più che eugenetico; in ogni caso sembra probabile che il peso  morto della stupidità genetica, della debolezza fisica, della  instabilità mentale, della tendenza alla malattia, che già esistono  nella specie umana, si dimostreranno essere un fardello troppo pesante  perché si possa ottenere un vero progresso. Così, sebbene sia piuttosto  vero che per molti anni sarà impossibile politicamente e  psicologicamente qualsiasi politica eugenetica radicale, è importante  che l’UNESCO veda che il problema eugenetico sia esaminato con massima  attenzione e che la mente pubblica sia informata delle problematiche che  sono in ballo, cosicché molto di ciò che ora è impensabile possa almeno  divenire pensabile…[17]
Fine prima parte
Note:
[1] Aldous Huxley, Brave  New World and Brave New World Revisited. (Harper Perennial, New York,  2004), page 255
[2] Ibid, page 259.
[3] Bertrand Russell, The  Impact of Science on Society, (Routledge, 1985), page 40
[4] Ibid, page 66.
[5] Ibid, page 62.
[6] Ibid, page 58.
[7] Ibid, page 117.
[8] Ibid, page 118.
[9] Ibid, page 63.
[10] Aldous Huxley, The  Ultimate Revolution, March 20, 1962. Berkeley Language Center - Speech  Archive SA 0269: link
[11] Dwight D. Eisenhower,  Eisenhower's Farewell Address to the Nation. January 17, 1961: link
[12] Zbigniew Brzezinski,  Between Two Ages: America’s Role in the Technetronic Era. (Viking Press,  New York, 1970), page 97
[13] Edwin Black, Eugenics  and the Nazis -- the California connection. The San Francisco  Chronicle: November 9, 2003: link
[14] Michael Barker, The  Liberal Foundations of Environmentalism: Revisiting the Rockefeller-Ford  Connection. Capitalism Nature Socialism: Volume 19, Number 2, June 2008
[15] Bruno Waterfield,  Dutch Prince Bernhard 'was member of Nazi party'. The Telegraph: March  5, 2010:link
[16] Julian Huxley, UNESCO  Its Purpose and Its Philosophy (1946). Preparatory Commission of the  United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation, page  61.
[17] Ibid, page 21.
Tradotto e pubblicato da: Cristina  Bassi in http://www.ecplanet.com/node  
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Il mondo e il processo scientifico-tecnologico non è solo quello che si racconta qui, per fortuna.
RispondiEliminaSono molto d'accordo con la frase di apertura del blog:
"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare." (di Albert Einstein); mi pare giusto il tentativo di denuncia, di incitamento al pensiero libero, che non fa mai male per tutti i motivi e oltre che vengono citati nel saggio.
Non vorrei farne una questione prettamente filosofica/bioetica ma credo che il processo e l'evoluzione è ovviamente legato al destino degli uomini e della loro storia. Se leggo: "Oggidì, penso, siamo davanti all’approccio di ciò che si può definire la “Rivoluzione Finale”, in cui l’essere umano può agire direttamente sulla mente e sul corpo dei suoi simili." mi sembra di ritornare al Processo di Norimberga. L'uomo sbaglia, ma questo non vuol dire che in eterno è condannato all'autodistruzione.
O per lo meno, credo ingiusto che si associ il progresso, e coloro che lavorano per il progresso (quindi tutti gli esseri viventi) destinati a fallire per mano della loro stessa mentalità, o della loro stessa mancata capacità di contestualizzazione e reziocinio. Io non mi immagino l'apocalisse, ma di certo credo che l'uomo stia soccombendo per incapacità singole. Ognuno di noi è capace solo di criticare "il sistema" quando dovremmo preoccuparci di curare un pò di mondo e di aria intorno a noi per renderla migliore, come un pò hai fatto tu scrivendo questo saggio, "hai mosso un pò d'aria intorno".
Ma il problema dell'uomo relativo al suo sviluppo sulla terra non è di certo legato alla scoperta scientifica, alla ricerca, a tutte quelle cose che muovono in senso positivo sia le persone che amano questo lavoro o lo trovano come scopo della vita, e che poi rappresenta una passione. Ma il problema è tutto quello che non rappresenta positività, l'uso che se ne fa delle cose. Allora sarebbe più intelligente cominciare a dire "vergognatevi a tenere i vostri figli gettati giornate intere davanti ai pc, fateli andare a lavorare, a svagarsi, a VIVERE, ad avere sogni, passioni. La mentalità "dominante" ci vuol far credere che ci sia un destino oscuro, scuro o severo: ma non è così!!! Vergognatevi a pagare per raccomandare i vostri figli per farli entrare a medicina o per farli promuovere all'esame!! Vergognatevi voi che fate lavorare i ragazzini per tutto il giorno dandogli 20 euro, senza assicurazione!
I giovani non sognano più, i genitori non hanno più speranze per i figli, non si dimenano ad insegnare senso di lealtà, senso di iniziativa, caparcietà chi sta al governo, ovviamente, peggio che andar di notte, perchè in questo clima, chi se ne può approfittare ne approfitta. Non ci deve essere senso di sconfitta difronte a tutto questo, non subiamo una realtà che non c'è! Se mostriamo tutte queste critiche e non cerchiamo di darci una mossa, tutti saranno convinti che è così e resterà così, e nessuno più nel suo piccolo sognerà come una volta, a rendere la sua esistenza migliore. Non è vero che il mondo è destinato a tutto quello che si dice nel saggio, perchè il saggio è nato per muovere una critica ed è contestualizzato, nella realtà, la storia si è mossa per equilibri tra "male" e "bene" se vogliamo. Non sono tentativi di manicheismo: ma non confondetevi, che non c'è solo male. C'è anche tanto bene che ci guida nelle scelte, tanto volontariato, tante persone e medici che lavorano veramente con senso di DIGNITà e loro fanno il progresso, sono le mosche bianche che ancora ci mantengono a galla e ci fanno muovere in questo equilibrio!
bravo. intelligente, sensibile e intuitivo.
RispondiEliminaè un fatto di scelta: manipolare, essere manipolati. vivere con situazioni soft sadiche, soft masochiste.
si può poi scegliere che ciò non ci piace, e ogni azione farla con senso di responsabilità su noi stessi, ma anche sugli altri, e perchè no.. uno sguardo ancora oltre, ad una comunità, ad uno stato. si può agire in un sistema di cose per costruire un nuovo futuro ai nostri figli e ai nostri nipoti. perchè no?
da capraia isola