22 marzo 2010

L' FMI DISPONE, LA ROMANIA ABDICA...


di Jérome Duval

La rielezione a fine del 2009 come capo di Stato del Presidente Traian Basescu (del partito democratico liberale, PDL), in elezioni sospette di frode e per un piccolo margine di vantaggio, per un secondo mandato di cinque anni suppone di mettere fine ad una crisi politica di più di due mesi, da ottobre del 2009. Durante questo periodo, la Romania diretta verso una grave recessione, è stata governata da un esecutivo provvisorio. Il primo ministro Emil Boc, anch’egli rieletto, ha appena costruito un nuovo governo liberale. La Romania, integrata alla NATO dal 2004, è uno degli Stati più poveri dell’UE, alla quale ha aderito nel 2007.
E’ evidente che l’accordo concluso a marzo del 2009 con il FMI, l’UE, la BM ed altri creditori per un aiuto di 20 miliardi di euro non servirà, sfortunatamente, affinchè la popolazione povera si liberi dalla crisi finanziaria che attraversa il paese. Come al solito, ogni volta che il FMI concede un prestito, questa istituzione si intromette nella politica economica del paese, in questo caso per riformare il sistema delle pensioni e ridurre gli stipendi dei funzionari pubblici, impedendo qualsiasi atto di sovranità al governo.
Per ottenere questo, soffoca ancora di più l’economia malridotta, il FMI blocca insieme all’UE una parte del prestito, di 2,5 miliardi di euro, che la Romania doveva ricevere da novembre del 2009. Allo stesso modo, e al tempo stesso, nel caso dell'Ucraina (1), il FMI, incurante degli effetti della crisi economiche che colpiscono i più poveri, esercita questo blocco per far pressione sulle negoziazioni per la soddisfazione delle sue esigenze neoliberali.
Già nel mese di agosto, Jeffrey Franks, responsabile del FMI ed in quel momento in piena conversazione sul futuro economico del suo paese, annunciava che le autorità devono ridurre la massa stipendiata del settore pubblico, dall’attuale 9% del PIL fino ad arrivare ad un 6% in sei anni. Franks calcola che allora le condizioni imposte alla Romania sono “ambiziose ma realiste”, e “adattate al paese”. Ma questa non sembra essere l’opinione della popolazione che ha realizzato un’importante mobilitazione: il 7 ottobre del 2009 uscirono per strada migliaia di persone per manifestare contro le misure di austerità del governo. Inoltre appaiono altri fronti di mobilitazione- un segno di effervescenza sociale- come nel caso della multinazionale Alcatel Lucent, dove i lavoratori hanno deciso di creare il loro primo sindacato e cominciare uno sciopero per difendere i loro diritti (la multinazionale, presente in Romania da 18 anni, prevede il trasferimento del 30% dei suoi lavoratori verso la subappaltatrice indiana Wipro) (2).
Siccome era necessario facilitare le negoziazioni in corso con il FMI, il presidente Traian Basescu nominò il 15 ottobre del 2009, Lucian Croitoru, ex rappresentante del FMI in Romania, che ha lavorato anche nella BM, come nuovo primo ministro. Egli ha proposto un nuovo governo che è stato respinto dal Parlamento e si è dovuto dimettere. Alla fine di dicembre, Sebastian Vladescu, il futuro ministro d’Economia del nuovo governo di Traian Basescu, confermò la sottomissione all’istituzione finanziaria impegnandosi a sopprimere 100.000 posti di funzionari durante il 2010, cioè, il 7% dei funzionari pubblici. Le condizioni del prestito del FMI saranno rispettate quindi dal nuovo governo. Anche una gran parte dei posti di lavoro si ridurranno non essendo sostituiti gli impiegati beneficeranno del pensionano, è inconcepibile accettare un piano che forma parte di una strategia il cui obiettivo è di ridurre la metà della massa stipendiata della funzione pubblica. Il FMI e l’UE, in missione a Bucarest il 14 dicembre del 2009, intervengono direttamente nell’elaborazione della finanziaria 2010, che è una delle condizioni per portare avanti il prestito. E’ così come Lyberck, rappresentante del FMI in Bucarest, segnala: “una commissione tecnica ristretta del FMI e dell’UE visita Bucarest per continuare le discussioni sul progetto della finanziaria 2010 con gli esperti del ministero delle finanze (3). Da parte sua, il primo ministro Emil Boc sottolinea della forma più esplicita possibile: “La finanziaria è basata sugli indicatori accettati dal FMI (…). Le mie priorità sono le seguenti: rispettare gli impegni assunti derivanti dall’accordo con il FMI e quelli presi con la Commissione Europea”(4). Inoltre la soppressione di 100.000 posti di lavoro rientrano nelle misure imposte dal FMI ed incluse nella finanziaria; un congelamento delle pensioni e degli stipendi, mantenendo lo stipendio minimo mensile a 600lei (145 euro). Ed in cambio di questo la Romania, a febbraio, ha ricevuto un “aiuto” di 2.300 milioni di euro da parte del FMI.
La crisi finanziaria della quale il FMI ha una grande responsabilità non avrebbe frenato la dinamica dell’Istituzione ma anzi, tutto il contrario. In questi ultimi anni, vari paesi avevano restituito anticipatamente i loro debiti al FMI, e quindi il Fondo ha visto come si riducevano i suoi prestiti da circa 100.000 milioni di dollari a inizio del 2000 a 17.000 milioni proprio prima della crisi del 2007, mentre che il suo unico prestito è stato per la Turchia (5) In quel momento interviene il G-20 che, riunito a Londra il 2 aprile dell’anno scorso, ha chiesto agli Stati (cioè, a noi, i contribuenti) di iniettare all’istituzione quasi mille milioni di dollari. In questo modo, il G.20 promuove di fronte al pubblico un FMI screditato e sprezzato dai movimenti sociali, soggetto a vari problemi di corruzione e debilitato dai suoi problemi di liquidità. Però il FMI può continuare con la sua politica lucrativa e di prestiti verso tutta una serie di paesi in difficoltà (Islanda, Ucraina, Lettonia, Ungheria, ecc) e Dominique Strauss-Kahn, come un banchiere entusiasta di incontrare nuovi clienti, spiegava: “Il fondo è lì, è stato creato per questo, e siamo in procinto di somministrare ai paesi che lo desiderino la liquidità necessaria”. Da allora, gli affari ricominciano e l’istituzione annuncia guadagni in aumento di circa 700 milioni di dollari per l’anno 2009-2010-, senza contare i 4.700 milioni di dollari di beneficio generato per la vendita nel 2009, i quasi 212 tonnellate di oro delle sue riserve. Questa vendita continua nel 2010 (il FMI contava a fine gennaio 2010 su una riserva di 3.005 tonnellate d’oro, che a prezzo di mercato vale circa 105.000 milioni di dollari).
In modo molto simile alla crisi del 1982, il FMI arriva come un prestatore dell’ultimo momento accompagnato dalle sue conseguenze funeste, chiamate volgarmente, aggiustamenti strutturali. Come si può spiegare, allora, il discorso erroneo di alcuni economisti, che come Bernard Maris, apparentemente riconciliato con il FMI di Dominique Strauss-Kahn, affermava il 7 ottobre del 2009: “Certo è che con Dominique Strauss-Kahn e i suoi puntuali interventi, senza contropartite strutturali in Ungheria, Irlanda, Polonia, -Ucraina, ecc, il FMI si è riconciliato con la sua modestia e la sua filosofia originale. Ed è per questo che Dominique Strauss-Kahn riceve complimenti unanimi” (6).

Può essere che un economista sia così cieco da non vedere i recenti prestiti del FMI ai paesi del Nord con l’imposizione degli aggiustamenti strutturali devastanti  che li accompagnano?

Il Tribunale costituzionale della Lettonia sembra, però, aver capito correttamente che la diminuzione delle pensioni era condizionata dal prestito dei 7.500 milioni di dollari del FMI e dell’UE, dato che a dicembre del 2009 dichiarò la misura anticostituzionale e ha ordinato il rimborso ai pensionati delle somme corrispondenti alla riduzione delle loro pensioni (7).
Al contrario di quanto diceva Micheal Camdessus (ex presidente del FMI dal 1987 al 2000), noi non pensiamo che sia necessario “adattare il capitale”(8) ad un mondo in crisi per preservarlo meglio, ma bensì attaccare il problema in modo radicale, cioè, alla radice del sistema capitalista killer e promuovere un’egualitaria distribuzione della ricchezza.  

E’ necessario sopprimere il FMI, le cui politiche ultraliberali ci portano da una crisi ad un’altra crisi, con le stesse ricette di sempre, che ingrassano gli stessi azionisti. E’ il momento di sostituire questa istituzione, i cui errori dimostrano innumerevoli volte la sua incapacità di stabilizzare l’economia mondiale, mandato che lo stesso FMI si è aggiudicato. Dobbiamo instaurare istituzioni finanziare democratiche, che funzionino con il controllo del cittadino, che rompano definitivamente con il Consenso di Washington e che lavorino per un vero sviluppo umano diretto ad una decrescita materialista.

| 1 | Nonostante la visita di una delegazione ucraina a Washington nel mese di dicembre, la concessione di un credito altrove 16.400 miliardi di dollari che il FMI aveva dato a Kiev nel mese di novembre 2008, rimane bloccato, e fortemente in discussione da è aumentato del 20% del salario minimo a fine ottobre. I negoziati dovrebbero continuare nel gennaio 2010.

| 2 | Vedi l'articolo «Romania: i dipendenti dell'Alcatel-Lucent fanno la loro rivoluzione a Timisoara»

| 7 | http://fr.reuters.com/article/frEuroRpt/idFRLDE5BK14A20091221

| 8 | "C'è stata una separazione. Tuttavia siamo in un sistema basato su un mondo come la fine della seconda guerra mondiale. Il mondo è cambiato, quindi si deve adattare il capitale", Michel Camdessus, 11/02/2008, RFI.


Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA 

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