4 novembre 2009

Il "GOVERNO MONDIALE" di George Soros


di Alfredo Jalife

Dal suo letto di Procuste mentali, Soros desidera imporre un nuovo ordine globale di taglio finanziario quando il mondo vola verso l’economia politica e/o finanziaria regolate e addomesticate dall’alta politica.

Antecedenti: due mesi dopo il fallimento della banca Lehman Brothers, che ha fatto precipitare la crisi finanziaria globale, Gideon Rachman- molto vicino ad Israele e ai circoli finanziari della City, e colonnista del Financial Times- pontificò i supposti benefici per l'installazione di un "governo mondiale" (9-12-2008), inquietante idea che i suoi apologisti critici negavano in modo fariseo come una paranoica “teoria della cospirazione”.



Fatti: György Schwartz, alias, George Soros, è stato esposto da DeDefensa (30-10-09), centro del pensiero strategico europeo, nel cercare di imporre un “governo mondiale” con maschera finanziaria, come si evince dalla sua intervista al Financial Times (23-10-09) portavoce della globalizzazione neoliberale.

Come se lui stesso fosse un’azione borsistica, il megaspeculatore Soros (che opera con travestimento “filantropico”) ha cambiato le sue idee in base alla quotazione degli interessi della banca israeliana- anglosassone oggi totalmente sfondata.

Molto prolifico ai suoi 79 anni, insiste nell' enunciare alla soglia del ciarlatanismo una molto poco seria teoria della “riflessività”(sic), miscelata dalle luci filosofiche dell’epistemologo Karl Popper, e, in poco tempo è passato a proporre la riforma del modello neoliberale globale (che tanti benefici gli ha portato con una fortuna di 11 miliardi di $) attraverso una “globalizzazione soft”, fino a diagnosticare correttamente adesso “il fallimento del sistema finanziario globale”, che lo porta a richiedere la sua imperativa riorganizzazione attraverso un inquietante governo mondiale finanziario. Come diciamo discorsivamente in Messico: con Soros passiamo da "Guatemala e Guatepeor" (gioco di parole tra “mala” e “peor” = peggiore, come dire che con Soros si è passati dalla padella alla brace NDT).

Oggi Soros propone fuori tempo di chiudere i flussi monetari della sua “società aperta”.

DeDefensa espurga le affermazioni del megaspeculatore “filantropico” (non dimenticare: uno dei pilastri della banca israeliana- anglosassone, da qui l’importanza delle sue opinioni, anche se senza senso), sulla base di un riesame del rilevante portale RawStory (28-10-2009) che sintetizza che Soros seppellisce sia gli Stati Uniti che il dollaro e sostituisce il superato decalogo neoliberale del Consenso di Washington con il “Consenso di Pechino” (titolo di un libro del suo collega Joshua C. Ramo, soggetto precedebte della Goldman Sachs, pubblicato dal britannico Foreign Policy Centre nel 2004). Resta chiara l’impronta e i caratteri della leggendaria perfidia britannica vincolata al sionismo finanziario.

Già lo aveva espresso in modo sublime il “dossier Wegelin” (vedere SBajo La Lupa, 21-10-09): i topi hanno già cominciato ad abbandonare la barca finanziaria neoliberale che sta affondando. Dalla banca britannica HSBC, che spostò il suo quartier generale da Londra a Hong Kong, a Soros, a tutto il settore bancario israeliana-anglosassone abbandona gli Stati Uniti, in piena decadenza, per la Cina, il suo ultimo salvagente.

I topi finanziari cercano, per tropismo biologico, il loro nutrimento primario: le pletoriche riserve di divise del “circuito etnico cinese” (Cina, Hong Kong, Macao, Taiwan e Singapore) il 35 % globale.

Dal suo letto di Procuste mentali, Soros desidera imporre un nuovo ordine mondiale di taglio finanziario quando il mondo vola verso l’economia politica e/o finanziaria regolate e addomesticate dall’alta politica.

Prega per un “nuovo sistema di divise” sollevato dai molto controversi “diritti speciali di prelievo” (DEG), ai quali gli “Stati Uniti resistono”.

Si sostiene che sono stati emessi 250 miliardi di dollari in DEG (nota: una “divisa virtuale” il cui valore rappresenta la media del paniere di dollaro, euro, libra sterlina, e yen). La sua prossima massiva emissione “può essere utilizzato per fornire beni pubblici globali”, con lo scopo di beneficiare i paesi in via di sviluppo”. Come no!

Ammette che la sua emissione comporta un costo di 0.5 % spesa pagata dal Fondo Monetario Internazionale attraverso la vendita delle sue riserve d’oro.

La trappola di Soros, uno speculatore in fin dei conti, è duplice:
  • 1) prosegue la politica della vendita massiccia di oro dalla banca centrale britannica (che si è sbagliata tantissimo al riguardo) per impedire che altri attori (v. gr: il BRIC e le petromonarchie arabe) controllino le finanze mondiali con il modello più stabile di oro (che può includere le materie prime, come gli idrocarburi e l’uranio) e
  • 2) insiste nell’alchimia finanziaria di gonfiare una divisa virtuale ( i DEG) che comporta nel suo seno il cancro mescolando frammenti di carta moneta praticamente senza valore economico (ad esempio, il dollaro e la sterlina).
Soros pretende di curare il cancro finanziario globale “trattando” selettivamente la sua metastasi e omettendo il tumore maligno primario. Difficilmente la Cina cadrà nella doppia trappola finanziaria di Soros, che ignora la risurrezione della Russia, che hanno cercato di destabilizzare fino alla nausea mediante il finanziamento osceno delle ONG che controllano il mondo (tra cui Messico e la sua Torre Maggiore).

Raw Story e De Defensa traducono senza ostacoli l’ideologia dello speculatore Soros : “Un cosmopolita (sic) a favore di un governo mondiale”. E’ palese l’allusione alla banca israeliana–britannica che desidera il controllo mondiale la carta straccia delle finanze: il vecchio trucco dei conquistatori del secolo XVI, che hanno barattato l'oro per “specchi” e i neoliberali globali del XX secolo hanno portato alla trasmutazione alchimista dell’ “oro nero” per miraggi teologici.

Il commento di Raw Story è sconcertante: “alcuni critici del sistema finanziario globale argomentano che i DEG rappresentano il lato buono del cuneo per la creazione di un governo mondiale, quando l’ FMI e il G-20 tolgono la sovranità ai paesi prendendo il controllo della politica economica dalle mani dei leader nazionali”.

De Defensa amplia la letteratura sul “governo mondiale” che è abbondante e cataloga Soros come “l’uomo del disordine” che rappresenta “una corrente cosmopolita (sic) che non è nuova”, e la cui visione si riassume nella “manipolazione finanziaria”

Il portale strategico europeo ha respinto “la rinuncia volontaria degli Stati Uniti del suo status di superpotenza” con le arie del “suo destino manifesto per guidare al mondo”.

Conclusione: La teologia finanziaria ultra riduzionistica di Soros è depredatrice apolide, astorica, antieconomica, apolitica, antietica, sgradevole, immorale, disumana e più di tutto, anticivilizzatrice.

Soros non può capire, a causa delle sue catene speculative monetariste, che il mondo finanziario collassato è stato quello che ha aiutato ad edificare e che adesso pretende di ricostruire con i detriti della discarica neoliberale che incarnano i DEG e con i quali cerca di resuscitare la defunta globalizzazione finanziaria deregolamentata attraverso un magico controllo dei danni quando il mondo si è incamminato verso la deglobalizzazione.

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/noticias/norteamerica/0762_soros_gno_mundial_02nov09.html

Traduzione per VociDallaStrada a cura di VANESA

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