30 novembre 2009

AFGHANISTAN: «LA NATO E' UGUALE AI TALEBANI»


Gli Stati Uniti ed i suoi alleati non sanno cosa fare con l’ Afghanistan dopo i brogli elettorali di agosto e del risorgimento del movimento islamico talebano.

Chris Arsenault intervista la parlamentare afgana Malalai Joya- IPS


Il presidente entrante Hamid Karzai il 19 di questo mese ha iniziato il suo secondo mandato, senza ballottaggio dopo la rinuncia dell’oppositore Abdulah Abdulah per i dubbi sulla legittimità di nuovi comizi.


La raccomandazione della parlamentare afgana Malalai Joya al comandante degli Stati Uniti in Afghanistan, Stanley McChrystal, e ad altri militari è:
“Dovete andarvene via oggi dal mio paese, è molto meglio che domani”.

Il generale Mc Chrystal
è uno di quelli che hanno chiesto al governo di Barack Obama di inviare 40.000 soldati in Afghanistan, in aggiunta ai 69.000 che sono già in questo paese dell’ Asia Centrale.

“Loro
sostengono che ci sarà una guerra civile” se vanno via gli stranieri, segnala Joya mentre beveva qualche sorso di thè verde, “ma nessuno parla della guerra civile che c’è adesso”.

Sono morte 1.000 persone durante la prima metà del 2009, un aumento del 24 % rispetto all’anno scorso, in base ai dati dell’ Unità dei Diritti Umani della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan.


Ad ottobre sono morti più statunitensi che in qualsiasi altro mese durante gli otto anni di guerra.


Joya è la donna più giovane che sia stata eletta al parlamento afgano. Le sue valorose
denunce all’occupazione straniera e al fondamentalismo talebano sono le cause dei cinque attentati che ha subito.
“Sono un po’ stanca”, ha confessato, “ma dobbiamo essere instancabili”.

Joya ha parlato con IPS
in questa città del sud-ovest del Canada, in occasione del lancio della sua biografia, “A Woman Among Warlords: The Extraordinary Story o fan Afghan Who Dared to Raise Her Voice” (Una donna tra i signori della guerra: la straordinaria storia di un’afgana che ha avuto il coraggio di alzare la voce”).

IPS:
Il discorso dominante in Occidente sull’ Afghanistan è che se i soldati se ne vanno, i Talebani torneranno al potere, le bambine non andranno più a scuola ed il paese diventerà un trampolino di lancio per attacchi in tutto il mondo. Qual è la sua opinione su questa idea?

MALALAI JOYA:
La democrazia non nasce dalla guerra, nè da un’arma nè da una bomba a grappolo. La liberalizzazione non si ottiene mai pertendo da un’occupazione. Dopo la tragedia dell’ 11 settembre (2001, quando ci sono stati gli attentati terroristi contro New York e Washington), gli Stati Uniti e i suoi alleati ci hanno messo in una situazione che da cattiva che era è diventata peggiore.
Hanno sostituito i fondamentalisti Talebani con l’ Organizzazione del Trattato dell’ Atlantico del Nord (NATO), che sono la loro fotocopia.

Occupano il nostro paese in nome dei diritti delle donne, ma la loro situazione è tanto catastrofica quanto sotto il regime talebano (1996-2001). L’unica differenza è che quei delitti succedono in nome della democrazia, della libertà, dei diritti umani e (
in particolare) della donna. Ma non si possono concedere dall’estero nè sotto il tiro di una pistola.

Loro dicono che, se i loro soldati se ne vanno, i Talebani ci divoreranno. Ma loro li sostengono e appoggiano i signori della guerra.
Entrambi ci stanno mangiando. Lottare contro un nemico è più facile che lottare contro due nemici. E siamo tra due nemici.

IPS:
Il giornale statunitense New York Times ha recentemente riferito che Ahmed Wali Karzai, il fratello del presidente Hamid Karzai, è un noto trafficante di droghe e che da anni lavora per la CIA. Inoltre, The Nation ha segnalato che le forze occidentali finanziano i Talebani in modo indiretto pagandoli per la sicurezza delle loro strade. La gente comune commenta questa connivenza?

MJ:
La gente lo sa molto bene. Molti altri, come il presidente Abdulah Abdulah, sono seduti sulle ginocchia della CIA. Si dice che Gulbuddin Hekmatyar, un altro signore della guerra, faccia ricorso alla sua vecchia rete di traffico di droghe creata da questa agenzia.

Se il primo ministro canadese, Stephen Harper è onesto, perché sta zitto e sostiene un sistema mafioso?
Sono criminali, ma siccome hanno un vestito ed una cravatta sono al potere.

Come se non bastasse, Karzai ha nominato Izzatullah Wasifi come capo della lotta contro la corruzione nel 2007.
Si tratta di un condannato per traffico di droga che ha trascorso quasi quattro anni nella prigione di stato (stato americano), in Nevada, per la vendita di eroina, ma era un vecchio amico di famiglia del presidente dell'Afghanistan.
Come dicono gli afgani: “Karzai ha messo un coniglio a prendersi cura di una carota”.

IPS:
A Marzo del 2001, Rahmatullah Hashmini, importante assessore del leader talebano Mullah Omar, si sarebbe incontrato con funzionari di Washington per discutere della costruzione di un gasdotto trans-afgano, che porterebbe gas naturale dall’ Asia centrale all' India, passando dall’ Afghanistan e evitando l’ Iran e la Russia, che non sono alleati degli USA. Le trattative si sono interrotte a causa di divergenze sulla tassa di transito, in base a quanto ha scritto il giornalista Pepe Escobar dell’ Asia Times. Che rapporto c’è tra le riserve energetiche della regione e l’occupazione?

MJ:
Loro hanno occupato il nostro paese con scopi geopolitici.
L’ Afghanistan è nel cuore dell’ Asia. La Cina e la Russia sono sempre più potenti e questo non piace agli USA. Il mio paese è un buon punto di passaggio per accedere facilmente alle risorse di gas e di petrolio dell’ Asia Centrale.

La superpotenza usa e occupa il nostro paese come se fosse parte di una grande partita a scacchi. L’Afghanistan ha molte risorse naturali. La Cina ha appena offerto mille di milioni di dollari per poter sfruttare i nostri giacimenti di rame, valutati in circa 88.000 milioni di dollari.


IPS:
I canadesi e alcuni europei sono orgogliosi di non avere truppe in Iraq. Cosa ne pensa?

MJ:
Quando il suo governo dice che la guerra in Iraq è cattiva e che quella dell’ Afghanistan è buona deve chiederne il perché. La guerra in Afghanistan fomenta il terrorismo, nonostante che il presunto obiettivo è quello di combatterlo. I principali beneficiari del conflitto sono i gruppi estremisti che approfittano del legittimo risentimento contro la NATO.

Invio le mie condoglianze alle madri canadesi che hanno perso i loro figli e figlie in Afghanistan
in nome della guerra cosiddetta contro il terrorismo. Loro sono quelle che devono far pressione al governo, prendere forza dalle loro paure e alzare la loro voce contro questa guerra criminale. Loro sono le vittime delle cattive politiche del proprio governo.

Fonte:
http://www.iarnoticias.com/2009/noticias/asia/0343_otan_igual_taliban_24nov09.html

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di
VANESA

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