26 settembre 2009

CHI HA DETTO CHE LA CRISI E' FINITA?


Nessuna istituzione o esperto del sistema osa mettere la sua firma alla "fine della crisi" globale del capitalismo. Con sfumature diverse, dal FMI, al Gruppo degli Otto, anche per i più prestigiosi analisti e media di Wall Street concordano sulla valutazione. In questo scenario, i numeri in rosso che continuano a spuntare da tutte le variabili della prima economia imperiale invalidano qualsiasi ipotesi di recupero immediato della crisi che è diventata da economica a sociale in tutto il territorio statunitense.


Anche se le autorità ufficiali e i mercati azionari si congratulano per "l'uscita dalla crisi", i dati (compresi gli ufficiali) continuano a dimostrare che la crisi (indebitamento e calo del guadagno) non è andata via, negli Stati dell' Unione peggiora la disoccupazione (tasso di disoccupazione e tagli salariali), e gli adeguamenti si estendono (riduzione dei piani sociali) in tutto il territorio degli Stati Uniti.

Sul fronte interno, accompagnata dal declino di Obama, la crisi economica (debito e basso recupero), degli Stati peggiora la disoccupazione (tasso di disoccupazione e tagli salariali) e si estendono gli "adeguamenti" selvaggi (riduzione dei programmi sociali) in tutti gli Stati Uniti.

Nella sua intervista alla Cnn il presidente Usa ha detto che il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti è destinato a peggiorare nei prossimi mesi.

Obama ha avvertito che non ci sarà una creazione di posti di lavoro sufficienti fino all’anno prossimo. "Vorrei mettere in chiaro che la situazione occupazionale probabilmente non migliorerà in modo significativo e che potrebbe persino peggiorare leggermente nei prossimi mesi", ha detto alle telecamere della CNN.

“Non vedremo sufficienti posti di lavoro fino all’anno prossimo” ha concluso. Ad agosto di quest’anno, il tasso di disoccupazione negli USA è salito al 9,7% (a luglio era del 9,4%), il tasso più alto dal 1983.

Secondo una relazione del Dipartimento del Lavoro Usa, rilasciato giorni fa, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti ha stabilito un record nel mese di agosto e si attesta ora al 9,7% (nel mese di luglio è stato del 9,4%), il più alto tasso di in ventisei.

Lo scorso mese, ha precisato l' informativa del ministero del lavoro, si sono persi altri 216.000 posti di lavoro in tutto il paese, nel quadro della peggiore crisi economica degli USA dal tempo della Depressione degli anni 30 del secolo scorso.

"Agosto è diventato il terzo mese consecutivo in cui i governi statali e locali eliminato posti di lavoro, riflettendo le riduzioni che hanno dovuto fare per rispondere al calo delle imposte sul reddito e sul patrimonio. Questo motivo è stato la causa che una buona parte dei 18.000 posti di lavoro governativi persi ad agosto ( il servizio postale statunitense ha licenziato circa 8.500 lavoratori), e gli analisti prevedono che le riduzioni proseguiranno per tutto l'anno" mette in allerta il Wall Street Journal.

Secondo David Rosenberg, ex capo di economia degli Stati Uniti di Merrill Lynch: "Le cifre ufficiali relative ai disoccupati durante la recessione sono raddoppiate per raggiungere 14 milioni, e se si considera tutta la depressione che esiste nel mercato della mano d’opera, le cifre non ufficiali arrivano quasi ai 30 milioni, e questo rappresenterebbe un altro record”

Aumenteranno le perdite di posti di lavoro per più tempo del previsto? Dopo la recessione “arriveranno cifre in ribasso di nuovi posti di lavoro, persisterà e continuerà ad essere comune la disoccupazione a due cifre? “, si chiedeva in un dossier pubblicato a settembre sul Time Kissinger Associates.

E 'oscura anche la ripresa dei consumi attraverso il credito.

Da un dossier diffuso venerdì scorso dalla Federal Reserve, i prestiti industriali e commerciali delle banche principali degli Stati Uniti sono scesi da 2,400 miliardi a 1,867 miliardi di $ nella settimana conclusa il 9 settembre, l’ultima settimana per la quale sono disponibili dati statistici.Nella settimana precedente, i prestiti sono diminuiti di 11 miliardi di $.

I certificati dei depositi di maggior quantità nelle banche inclusi nei sondaggi della FED si sono ridotti da 31.300 milioni di dollari a 1,867 milioni di milioni nella settimana recente, dopo essere saliti a 2 miliardi di dollari nella scorsa.

I prestiti ipotecari rinnovabili sono aumentati da 1.300 milioni di dollari a 604.000 milioni di dollari, dopo di essersi ridotti di 1.800 milioni di dollari la settimana scorsa.

L'incidenza del credito al consumo indicano che l'economia reale non sta procedendo nel suo recupero.
La Federal Reserve aveva informato a settembre che il credito totale al consumo è caduto in un record di 21.600 milioni di dollari a luglio e nell’anno 2,47 miliardi cioè di un 10,4%.

“E’ un segnale importante in più, che i consumatori non contribuiranno molto all’economia durante il resto di quest’anno e probabilmente (almeno) una buona parte dell’anno prossimo” è quanto affermato da Bernard Baumohl, economista capo globale di The Economic Outlook Group.

Per quanto riguarda la povertà, un rapporto pubblicato dalla Census Bureau Usa ai primi di settembre, indica che alla fine del 2008 39,8 milioni di persone si sono impoverite, la più alta dal 1960 e 17,1 milioni vivevano in condizioni di estrema povertà meno della metà del limite ufficiale.

"Ci troviamo in un recupero tecnico, ma i rischi sono ancora abbondanti", ha dichiarato Diane Swonk di Mesirow Financial. "Ci vorrà ancora un po 'di fortuna e abilità affinchè la popolazione generale senta parte del sollievo che ha sentito Wall Street”, ha aggiunto.

Dopo un anno dalla debacle della Lehaman Brothers Holding Inc (LEHMQ), 100 economisti interpellati dal The Wall Street Journal, hanno assegnato un punteggio di 80 su 100 alla risposta generale di fronte alla crisi data da Bush e Obama, così come la FED.

Sebbene gli economisti intervistati prevedono che l'economia creerà posti di lavoro nei prossimi 12 mesi, è previsto un aumento netto di solo 200.000 in questo periodo e che il tasso di disoccupazione si mantenga a dicembre 2010 sul 9,3%.

Quando gli hanno chiesto qual’era in questo momento il maggior rischio per l’economia, 10 economisti hanno messo in risalto la debolezza dei mercati del lavoro. Altri 10 hanno affermato di essere preoccupati per il sistema finanziario e nove hanno menzionato la fragilità del settore dei consumatori. Sette economisti hanno considerato che i problemi del settore degli immobili rappresentano il rischio più grande.

I segnali sono chiari: La crisi finanziaria che si è sviluppata in recessione prima, minaccia di diventare (per l'effetto combinato di disoccupazione e di tagli alla spesa pubblica) in un collasso sociale difficile da prevedere degli Stati Uniti.

L’ultimo rifugio per i lavoratori (e le classi sociali meno protette) si è visto colpito da un declino nella raccolta di fondi fiscali, segnala il Wall Street Journal.

Durante le prime fasi della recessione statunitense, aggiunge, gli stati ed il governo centrale hanno costituito un rifugio sicuro per i lavoratori. Ma adesso, anche il settore pubblico sta licenziando i suoi impiegati nel suo impegno nel ridurre costi ed equilibrare i preventivi.

In questo scenario, la nazionalizzazione della crisi sociale per mezzo degli adeguamentie dei licenziamenti abilita un passaporto verso gli scioperi ed i conflitti sociali apparsi fino ad adesso come fenomeni inediti nella prima potenza imperiale.

Secondo il Wall Street Journal, la proiezione anticipata del drastico taglio della spesa sociale (che già è presente in California) esteso a tutti gli stati, prevede licenziamenti e tagli degli stipendi degli impiegati pubblici, piani di pensione anticipata, riduzione dei fondi pensionistici, l' educazione, la salute pubblica e tagli nei programmi per alleviare la fame.

È interessante notare che, spinti dal malessere economico e da un deficit fiscale storico, l'Impero è costretto ad attuare le proprie ricette in casa per affrontare una crisi che ha portato alla crisi sociale del lavoro e della disoccupazione di licenziamenti in massa che si verificano in tutto il territorio degli Stati Uniti

La crisi come viene espresso dal Journal, non se la prende con le classi sociali che più hanno ma con i settori più deboli della popolazione colpendo principalmente occupazioni ed impieghi sotto qualificati.

In un estremo ci sono le macroaziende con un invidiabile acceso al credito, nella maggior parte i conglomerati di Wall Street. Nell’altro estremo, soprattutto le piccole imprese che possono solo avere un finanziamento a condizioni pazzesche e proibitive.

Tra i consumatori, ad un estremo ci sono gli impiegati che contano su un lavoro solido nell’altro milioni di debitori che cercano di stare a galla.

Per gli esperti il colpo al lavoro comunale e statale, è dovuto in parte ad entrate più basse delle tasse sulla proprietà, è un colpo di coda della crisi degli immobili che ha fermato l’economia negli ultimi anni. Molti di questi lavoratori stanno vedendo come crolla un altro tetto del mercato del lavoro, con poche speranze che si recuperi prima dell’anno prossimo.

Quindi, mentre aziende e banche piccole e medie falliscono senza accedere agli “stimoli” dello Stato, la Goldman Sachs, le piovre finanziarie di Wall Street e le borse mondiali, riciclano una nuova “bolla” del guadagno, non più con denaro speculativo proveniente dal settore privato ma con fondi pubblici (delle tasse pagate dalla società), messi automaticamente in un nuovo ciclo di guadagno capitalista con la crisi.

Allo stesso tempo, l'economia reale dell'Impero continua a cadere nelle sue principali variabili, la crescita "debole" non è visto come il motore di una rinascita, ed i settori più vulnerabili stanno già sperimentando gli "aggiustamenti" e una massiccia disoccupazione, alimentando una crisi sociale, i cui effetti sono ancora difficili da misurare.

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/norteamerica/0091_numeros_en_rojo_21sept09.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

5 commenti:

  1. Alba Kan ti leggo spesso quando vedi quella lucetta in TX sono io Maximus Roman Emperor il nick mi e' stato tolto. Ciao Hot Stuff..

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  2. Ciao Maximus, è sempre un piacere sentirti, come leggerti nel blog di Grillo...
    Non ho capito il discorso della "lucetta TX"...

    P.S. Visto che mi segui e mi sembra di ricordare che conosci l'inglese, sarebbe graditissima la tua collaborazione al blog.

    Ciao a presto
    Alba

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  3. Intendevo la mmappa del mondo GEOVISITE .. quando

    mi collego lampeggia come adesso Volentieri per la collaborazione sul Blog. Dimmi di che si tratta Ciao

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  4. http://www.fundmymutualfund.com/2009/09/american-debt-falls-for-first-time.html


    Interessante da leggere..

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  5. L'articolo è interessante, sappiamo che lo zio Sam naviga in cattive acque, eppure si continua a dire che il peggio è passato...idem in Europa....sentito Trichet l'altro giorno? Vedi perchè mi piaceva lo slogan di Ron Paul "KILL THE CENTRAL BANK"?

    P.S. Potresti collaborare traducendo qualche articolo interessante...puoi contattarmi anche all'indirizzo e-mail pubblicato sul blog se t'interessa.
    Ciao a presto.

    P.P.S. In che città vivi?

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