11 agosto 2009

UN MEGALOMANE A PALAZZO CHIGI

di Michele Mendolicchio

Nella lunga conferenza stampa del presidente del Consiglio c’è stata una sorta di apoteosi per quanto fatto in questo scorcio di legislatura. Partendo dalla solita filippica contro chi ha tentato e sta tentando, senza riuscirvi, di fermare la sua marcia, il leader del Pdl si dice convinto di restare a Palazzo Chigi per altri 4 anni. E’ ovvio che la sua irritazione e rabbia è legata alla questione delle feste a luci rosse che gran parte dei media di centrosinistra gli rimproverano. Ma a noi questo aspetto interessa poco. Quello che maggiormente ci preoccupa è il programma politico e strategico di questo governo di centrodestra, a cominciare dalla questione prioritaria del lavoro sempre più afflitto dalla precarizzazione. Il Cavaliere in un eccesso di entusiasmo e di megalomania si vanta di aver messo a segno una serie infinita di successi, dall’accordo con Gheddafi per fermare i clandestini alla questione sicurezza con i militari al controllo delle strade. Senza dimenticare il ruolo avuto nel terremoto abruzzese, dove il suo attivismo sarebbe alla base della ripresa e della ricostruzione dell’Aquila e dei paesi circostanti. Ha parlato di consegna delle prime case, costruite con sistemi antisismici, a breve che saranno impreziosite “da giardini, prati, fiori e alberi ad alto fusto e arricchiti con delle sculture. Le case saranno già arredate, segno della cura e dell’amore cui si procede”. Non vorremmo essere irrispettosi ma ci sembra che il progetto del Cavaliere non sia quello di ridare l’Aquila agli aquilani ma sia quello di costruire tante piccole villa Certosa. E questo vorrebbe dire cancellare le radici storiche e culturali di tanta gente, legata alla città delle 99 fontane, delle 99 piazze, delle 99 chiese.

Indubbiamente il G8 all’Aquila è stata una mossa azzeccata e soprattutto è stata indovinata la mossa di rendere ogni presidente che via ha partecipato responsabile di qualche progetto, come quello della ricostruzione dei monumenti o delle chiese o delle piazze.
Ma la via della realizzazione di una nuova città su modello di piccoli centri commerciali ci sembra fuori luogo, perché segnerebbe la fine di una identità storica come quella rappresentata dall’Aquila. Nella sua mega conferenza stampa il presidente del Consiglio si è vantato della cosiddetta politica del cucu che avrebbe permesso di istaurare con gli altri leader europei e mondiali rapporti di amicizia, stima e simpatia. “La fiducia in Silvio Berlusconi -dice- era al 72% dopo il terremoto, forse gli italiani avevano apprezzato quelle 44 ore di non dormire che mi erano costate 21 caffè. Oggi è al 68,2%. E’ un record assoluto”. Indubbiamente la simpatia del Cavaliere è alla base di questo consenso ma non per le cose fatte bensì per la nullità degli esponenti della sponda opposta.

Se gli italiani debbono decidere tra Prodi, D’Alema, Veltroni, da una parte, e Berlusconi, dall’altra, è chiaro che scelgono l’uomo di Arcore. I loro governi non hanno lasciato traccia anzi purtroppo l’hanno lasciata nel lavoro con il pacchetto Treu, in politica estera con il bombardamento di Belgrado e con le missioni di guerra in altri paesi. Ma con Berlusconi a Palazzo Chigi la politica non si è poi tanto distaccata da quelle linee tracciate da Prodi e company, con la legge Biagi e con la partecipazione alla guerra in Iraq e in Afghanistan.
Tra le tante cose dette dal presidente del Consiglio nella sua lunga e ridicola conferenza stampa c’è da annotare la sua promessa di non avere scheletri nell’armadio, tali da essere ricattabile. Purtroppo lo scheletro della sovranità svenduta è presente in tutti gli armadi, anche in quello di Berlusconi.

Fonte: Rinascita.info

1 commento:

  1. ma pensa al councilion foreign relations=fondazione privata dei rockfeller,di cui fa parte anche la bonino e tanti che dicono di essere di sinistra e rifletti che sei un burattino servo dello strapotere anglo-israeliano.Dì il progetto nabucco come va? si va bene a leccare il culo agli americani eh? lobotomizzato!

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