27 agosto 2009

"FACEBOOK TERRORISTA"

La nuova arma dell'esercito USA

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di Steve Connor
(The Independent)

Gli organismi d’intelligence degli Stati Uniti stanno creando una banca dati tipo Facebook che include tutti i dati dei “terroristi internazionali”, con il fine di monitorare ed identificare figure chiavi per il governo nordamericano attraverso complessi programmi informatici destinati a predire teorici attacchi terroristi prima che avvengano.

Attraverso l’analisi delle reti sociali che già esistono tra i teorici terroristi conosciuti, indagati e anche persone innocenti detenute per essere state nel luogo sbagliato al momento sbagliato, i capi dell’intelligence militare hanno la speranza di aprire un nuovo fronte nella loro “guerra contro il terrore”.

L’idea è quella di accumulare grandi quantità di dati dell’Intelligence delle persone- non importa quanto oscuri o irrilevanti- per introdurli nei computer che vengono programmati e realizzare connessioni e associazioni che, in altro modo, si perderebbero, ha detto uno scienziato al giornale britannico The Indipendent.

La dottrina che già viene applicata attivamente in Iraq ed in Afghanistan, dove migliaia di persone sono state detenute e interrogate per ottenere informazioni che potrebbero alimentare questa gran base di dati che saranno utilizzati per l’analisi informatica della rete di programmi sociali.

Oltre all’informazione ottenuta nelle interviste con i sospetti catturati nel settore, gli organismi dell’ Intelligence si dedicano a raccogliere un' enorme quantità di dati presi dalla posta elettronica o chiamate telefoniche con tecnologia di vigilanza delle telecomunicazioni. Solo negli USA, centinaia di milioni di dollari si spendono nello sviluppo delle tecniche di raccolta dati.

“Il Social Network Analysis è il monitoraggio di informazioni su chi sa chi o che cosa parla loro”, ha detto Katheleen Carley, professoressa dell’Università Carnegie Mellon, a Pittsburgh, Pennsylvania, uno degli scienziati civili che sperano di beneficiare dei nuovi finanziamenti militari assegnati all’investigazione nell’analisi delle reti sociali.

“Facebook e Google stanno offrendo la tecnologia per articolare le reti sociali, e questi strumenti non solo aiutano a trovare qualcuno con cui parlare, ma vogliono offrire tutte le informazioni possibili su una persona”, ha aggiunto la professoressa Carley.

Nonostante questo, questa strategia di intervenire nella dinamica delle rete sociali con obbiettivi dell’Intelligence è stata molto criticata perché viola la privacy ed i diritti umani, partendo dal fatto che centinaia e probabilmente mille di persone sono state detenute e interrogate durante più tempo del necessario per fornire informazione dalla rete sociale.

Nella sua forma più estrema, la dottrina ha dato luogo a quello che è conosciuto nei circoli militari degli USA come “filosofia del mosaico”. (mattonella, NDT)

La filosofia dietro la teoria del mosaico è che un pezzo dei dati dell’Intelligence non significano nulla per l’inquisitore, ma poi può avere importanza ed essere cruciale al momento di collocarsi come un “mosaico nel mosaico”, ha detto Carley.

I critici di questa strategia assicurano che, basato su questa strategia e per creare l' enorme base dei dati, gli Stati Uniti hanno detenuto ed interrogato migliaia di persone innocenti in Iraq ed in Afghanistan, sperando di raccogliere tutte le informazioni di intelligence che potrebbero essere inserite nel computer programmato con algoritmi di reti sociali.

“Non è una nuova filosofia ma i computer ed il processo dei dati hanno dato un nuovo impulso e nuova enfasi”, ha detto il Professore Lawrence Wilkerson, un colonnello in congedo dall’Esercito USA ed ex capo del personale del Segretario di Stato, Colin Powell, fino al 2005.

Wilkerson, che è un critico di questa dottrina, assicura che “[La filosofia del mosaico] è impenetrabile, esoterica, sconosciuta e viene utilizzata da un numero molto ridotto di persone che intendono applicarla a migliaia, chissà milioni di essere umani”, ha detto al The Indipendent.

Joseph Marguiles, professore di Diritto all’Università Northwestwern di Chicago, che ha studiato la filosofia del mosaico in rapporto ai detenuti di Guantanamo, ha detto che le scoperte tecnologiche e matematiche dell’analisi delle reti sociali vanno di pari passo con la logica della teoria del mosaico: “La prima si alimenta da quest’ultima. E’ il mito che l’ordinatore (pc) può sapere tutto, la credenza nell’onnipotenza dell’algoritmo, incoraggiati a vivere più a lungo di quanto necessario per gli errori della teoria mosaico”. Ha detto il prof. Margulies.

E la raccolta di database di grandi dimensioni ha un altro inconveniente. “Ha anche il potenziale di sotterrare dati importanti, sotto il concetto di sostituire la quantità per la qualità”, ha detto il Prof. Margulies.

Ma, un altro funzionario dell’Intelligence , così come esperti accademici nell’analisi di reti sociali credono che le cellule terroristiche si possono controllare in modo efficace con queste tecniche, specialmente nei teatri militari come Iraq e Afghanistan.

Il Dottore Ian McCulloh, un alto funzionario dell’esercito degli USA, che lavora nell’Accademia Militare di West Point, a New York, ha affermato che ha usato l’analisi delle reti sociali per stabilire relazioni tra i cento di video di morti filmati dagli insorti in Iraq.

“L’interpretazione dei dati del gruppo di video ci portano alla conclusione che probabilmente sono stati realizzati dallo stesso gruppo...Si può scoprire, studiando la strada che hanno seguito questi video nelle reti sociali, la struttura tra i gruppi terroristici e gli attacchi reali”, ha detto.

Il Dottor McCulloh sta collaborando con il Prof. Carley nell’analisi dei "Metanetwork" (temi comuni in rete), una forma più sofisticata dell’analisi delle reti sociali.

Gli investigatori credono che in un futuro non molto lontano possano essere in grado di controllare le reti terroristiche in tempo reale e individuare eventuali modifiche che indicano che un attacco sia imminente.

“Prima che un caso di terrorismo possa accadere, in linea generale, c’è un cambiamento in detta organizzazione, dato che cominciano a preparare e a pianificare le risorse e l’evento. In questo contesto è possibile monitorare una rete in tempo reale e controllare il cambiamento nel comportamento che si produce prima di un evento”, ha detto il Dr. McCulloh.

“Le statistiche sono per l’analisi delle reti sociali quello che l’intuizione è per il lavoro del detective. E’ l’applicazione del rigore matematico a quello che la gente ha fatto prima”.

“L’Analisi delle reti sociali si include già nei documenti che regolano la contro insorgenza dell’Esercito degli Stati Uniti. E’ nel linguaggio comune e dell’Intelligence militare che la gente sta utilizzando”, ha assicurato il Dr. MCCulloh.

Fonte: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=90493

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

6 commenti:

  1. Se io fosse un terrorista, credi che aprirei un profilo FACEBOOK?

    °_°

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  2. ...Il titolo è una provocazione, la rete di raccolta dati di cui parla l'articolo è molto + articolata...
    Qui l'unico problema è che i terroristi non esistono, e con qualsiasi violazione della privacy e dei diritti dei cittadini ci vanno di mezzo persone innocenti...

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  3. ovviamente cara Alba.
    il database che vogliono creare è quello delle persone scomode che danno fastidio e poi passarlo alle famose squadre della morte che attueranno le esecuzioni finti incidenti.
    come accade per la "guerra alla droga" in Colombia e Messico, dove con questa scusa si falciano tutti i movimenti operai e contadini della zona.
    sono tutte coperture per la sottomissione di chi non ci vuole stare.
    qui da noi basta striscia la notizia e l'isola dei famosi.

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  4. Ciao Andrea...perfettamente d'accordo...se qualcuno crede ancora che esistono i terroristi è sicuramente qualcuno che guarda l'isola dei famosi....
    ;)

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  5. Ma scusate, secondo voi facebook, l'isola dei famosi,il grande fratello etc. non è terrorismo? Il rimbecillimento totale di intere generazioni che cos'è se non terrorismo mediatico.....
    Saluti.

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  6. @piero f.
    Certo che è terrorismo anche questo...e chi dice il contrario???

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