22 agosto 2009

“DEMOCRAZIA” DI OCCUPAZIONE: LO SHOW DELLE “ELEZIONI LIBERE” IN AFGHANISTAN


Afghanistan, un paese invaso e occupato militarmente da 8 anni, con più di 200.000 “soldati” collaboratori afgani e 100.000 soldati stranieri dispiegati nella guerra contro i ribelli talebani, celebra le sue elezioni “libere e democratiche” (secondo quanto ha detto giovedì il Dipartimento di Stato degli USA). Questa farsa (che la stampa del sistema neanche analizza), già ripetuta in Iraq ed in altri scenari di massacro e di occupazione militare, mette allo scoperto l’impunità dell’invasore imperiale che trasforma al paese occupato in un grottesco show con i propri carnefici collaboratori divenuti in “candidati” elettorali.

“Se la guerra del 1999 contro la Jugoslavia è stata la prima operazione “fuori dall’area” della NATO, cioè , fuori dal NordAmerica e di quei paesi d’Europa che partecipano all' Alleanza, la guerra in Afghanistan ha segnato la trasformazione della NATO in una macchina bellica globale”, segnala Rick Rozoff in un articolo per Global Research.

Dall’altra parte, il segretario generale della NATO, Fogh Rasmussen, ha affermato che, nonostante si stia pagando un “alto prezzo” in vite umane, spera che si comprenda che queste perdite hanno luogo in una “causa vitale” per la sicurezza dei 42 paesi che contribuiscono all’ISAF (Forza di Assistenza Internazionale per la Sicurezza della NATO).

Rassmusen ha sottolineato che prevenire il ritorno del “terrorismo” in Afghanistan è una questione “critica” ed ha segnalato che il lavoro dei membri della forza internazionale è centrato da settimane sulle elezioni presidenziali e provinciali di giovedì prossimo.

Tanto gli USA come la NATO hanno giustificato l’aumento dei soldati invasori in Afghanistan negli ultimi giorni, argomentando che si tratta di uno sforzo per assicurare che le elezioni in questo paese si realizzino senza interruzioni o sabotaggi da parte dei ribelli talebani.

In modo tale, che i comizi di giovedì si realizzeranno con più presenza di eserciti , carri armati e altri veicoli blindati, elicotteri armati, aerei da guerra e in mezzo ad un’offensiva militare a grande scala contro i talebani che minacciano la capitale, Kabul.

Dopo gli attentati del 11 Settembre 2001, l’amministrazione Bush ha invaso l’Afghanistan contando sul sostegno della NATO , e questo, a differenza dell’Iraq dove l’organizzazione non si attuava, ha incluso a posteriori che l’organizzazione atlantica venisse coinvolta direttamente nella “guerra contro il terrorismo” di Bush nel paese occupato.

Durante i 6 anni di occupazione, l’esercito unito della NATO e degli USA ancora non è riuscito a controllare la guerriglia talebana che negli ultimi mesi ha lanciato una feroce controffensiva che ha causato numerose morti e danni alle forze occupanti e ha dato alla resistenza il controllo della maggior parte del territorio afghano.

La strategia di conquista capitalista e militare che Bush e i falchi imperiali hanno lanciato da dietro gli schermi la “guerra controterrorista” come risultato del 9-11, che comincia chiaramente a creparsi in Afghanistan, dove la resistenza talebana e i morti statunitensi ed europei crescono in proporzioni simmetriche.

La diminuzione dell’esercito internazionale, principalmente statunitense e britannico, ha raggiunto cifre da record da luglio, dopo la messa in moto di operazioni per finire con la resistenza nel sud afghano, bastione di ribelli talebani.

In base ad un dossier della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) 1.103 civili sono morti nel conflitto armato durante i primi 6 mesi del 2009, un aumento del 24% rispetto al 2008. La cifra nello stesso periodo durante il 2008 è stato di 818 persone morte mentre che nel 2007 la repressione imperiale ha causato 684 morti.

Come è d’uso, nella stampa internazionale nessuno si domanda ciò che è ovvio : Come si possono realizzare elezioni democratiche in un paese occupato e massacrato militarmente da 8 anni?

L’impero statunitense e i suoi soci di occupazione (la NATO e le potenze centrali) arrivano al massimo dell' alienazione e della demenza: Far “votare liberamente” un popolo conquistato, principalmente povero ed ignorante, la cui unica motivazione giornaliera è la sofferenza, la guerra e la morte.

Questa farsa (che la stampa del sistema neanche analizza), già ripetuta in Iraq ed in altri scenari di massacro e di occupazione militare, mette allo scoperto l’impunità dell’invasore imperiale che trasforma al paese occupato in un grottesco show con i propri carnefici collaboratori divenuti in “candidati” elettorali.

Il grottesco elettorale è dotato di marketing e di inchieste. Il “favorito” nei sondaggi è il presidente burattino uscente, Hamid Karzai, portato al potere dalla coalizione invasiva internazionale avente come leader gli USA che a fine del 2001 hanno fatto cadere il regime talebano ed eletto nei primi “comizi” del paese occupato, nel 2004.

Ma i suoi “rivali” principali, cominciando dal ministro delle Relazioni Estere, Abdulà Abdulà, hanno realizzato grottesche campagne come se fossero in Europa o negli USA, delle quali se ne sono occupati non meno grotteschi e assurdi “analisti” che si sono incaricati di proiettare le loro performance nelle urne.

In mezzo alle bombe, gli attentati quotidiani, Abdulà ha chiuso la sua campagna lunedì mattina con un meeting spettacolare nello stadio di Kabul, di fronte a più di 10.000 persone con cappellini azzurri che innalzavano la bandiera del suo partito e a coro pronunciavano il suo nome, mentre la stampa realizzava la copertura “informativa” dell’atto come se fosse a Parigi o New York.

Per il Reuters, perfino un elicottero da combattimento (distratto dagli attacchi alla popolazione civile) ha volato sopra lo stadio lanciando mille volantini con la foto di Abdulà ed altri con il nome del candidato segnato per aiutare la maggior parte dei votanti analfabeti. “Compatriotti” Svegliatevi, è ora del grande cambio”, diceva un volantino, scritto nelle tre lingue principali del paese.

Anzi, al miglior modo di una democrazia “del primo mondo”, non è mancato lo spettacolo del “dibattito” televisivo durante il quale Karzai è stato criticato dai suoi rivali che hanno puntato le loro frecce sulla “corruzione” imperante durante il suo governo condannato a guidare l’occupazione militare e a legittimare la presenza dell’esercito straniero.

“La logistica delle elezioni presidenziali e provinciali di giovedì è un incubo per le autorità afghane, che in piena guerra coi talebani devono trasportare il materiale per votare in elicotteri e asini a regioni montagnose lontane”, segnala questo martedì (senza nessun commento) l' agenzia AFP.

In base all’agenzia, le seconde elezioni presidenziali attraverso il suffragio universale nella sanguinosa storia di questo paese costeranno 223 milioni di dollari, finanziati dai paesi implicati nell’occupazione dell’Afghanistan.

Una parte dei fondi sarà destinata al trasporto del materiale elettorale alle quasi 7.000 uffici di voto, alcuni dei quali situati in profonde valli, in brusche montagne o in zone infestate da ribelli talebani che cercano di boicottare la farsa.

L' Afghanistan soffre di una povertà estrema e nel 1995 ha occupato 192° posto tra i 192 posti nel ranking dei paesi in base al consumo calorico della sua popolazione. Milioni di persone sono senza alimenti, case, assistenza sanitaria ed educazione e oltre due terzi vive con meno di due dollari al giorno.

In linea generale, l’economia afgana ha un basso sviluppo dovuto alla situazione di dominio militare e della guerra costante, all’esistenza di un governo che collabora con l’invasore e alla frammentazione della società in gruppi tribali impoveriti.

Con un tasso alto di malattie causate dalla denutrizione, la popolazione del paese è composta da 26.000.000 persone, la cui aspettativa di vita è di 47,3 anni.

Tra il 1979 e il 2000 un terzo della sua popolazione ha abbandonato il territorio, scappando dalla guerra, e si stima che sono circa 6 milioni i rifugiati afgani che si sono stabiliti nel Pakistan o in Iraq.

Mostrato lo “scenario elettorale” di giovedì prossimo, tre elicotteri, circa 3000 veicoli e 3000 asini, cavalli o muli daranno milioni di volantini, tonnellate di penne e il materiale necessario per lo sviluppo delle votazioni, a quanto dicono le autorità elettorali.

Che le stesse forze collaboratrici o l’esercito invasore (che massacra giornalmente la popolazione civile, includendo donne, bambini e anziani) trasportino le urne a spalla per far “votare liberamente” persone sprovviste che neanche sanno leggere e scrivere, dimostra che “il sistema democratico” imperiale è uscito dal quadro di una strategia di “dominio senza le armi” per trasformarsi in una malattia mentale trasmessa da chi sottomette il sottomesso.

“Afghanistan è un paese (….) che cerca di ricostituirsi dopo quasi tre decenni di guerre” giustifica Aleem Siddique, portavoce della Missione delle Nazioni Unite per l’Afghanistan (UNAMA) che aiuta il paese occupato ad organizzare le elezioni e “legittimare” internazionalmente la farsa.

“Distribuire il materiale elettorale confidenziale è una vera sfida in questo ambiente”, assicura come se l’Afghanistan fosse un paese in più del cortile latinoamericano.

Un’altra “sfida” è di “far prendere coscienza alla numerosa popolazione analfabeta dell’importanza delle elezioni e spiegare come funziona il processo elettorale”, aggiunge con totale impunità il demente Siddique.

Aldilà di qualsiasi considerazione politica o strategica dello scenario dell’occupazione militare, il solo fatto che gli afgani “eleggano democraticamente” in un’urna, chi li governerà, è un grande schiaffo alla logica e alla intelligenza umana.

Che l’impero capitalista (Con gli USA e l’UE in testa) esporti il “sistema democratico” con “elezioni libere” in un paese impoverito e oppresso militarmente è un segnale, o almeno un sintomo, che la salute mentale degli invasori ha toccato livelli estremi di decadenza e di deterioramento.

Ed in mezzo a questo caos, tra la demenza “democratica” e la criminalità degli invasori “globali”, i talebani stanno progettando la loro ombra combattente e fondamentalista su Kabul.

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/asia/0028_afganistan_elecciones_18agos09.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

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