12 febbraio 2009

QUALCOSA DI SINISTRA...


Non basta l’ottimismo esasperato di Berlusconi ad esorcizzarla: la crisi internazionale è una minaccia reale alla stessa sopravvivenza di questo sistema economico così come lo conosciamo oggi.
Il Cavaliere continua a dire che passerà sull’Italia senza fare troppi danni, invece sarà uno tsunami devastante e dopo di esso nulla sarà più uguale a prima.
Il picco della crisi è ora previsto tra marzo e giugno prossimi, ma in questa vicenda già altre volte “gli esperti” hanno dimostrato di procedere a tentoni nelle loro previsioni ed in ogni caso nessuno può veramente sapere quanto dureranno gli effetti della marea devastatrice, visto che la crisi del 1929 si è ripercossa per tutti gli anni ‘30 e di fatto risolta dagli Usa solamente con... una guerra mondiale.
Un preoccupato grido di allerta è giunto ieri dal segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che durante un'intervista a Il terzo anello, Faccia a faccia di Radio 3, ha invitato tutti a tenere i “nervi saldi”, perché il malessere è tanto e “può anche esplodere”. Il leader del più grande sindacato italiano ha accusato il governo di aver sottovalutato la crisi non dotandosi nemmeno di un'idea con cui affrontarla e mettendo sul tavolo una manovra che è “la più bassa in assoluto in tutto il mondo”. Anche sull'auto, secondo Epifani, il governo ha fatto poco e tardi. “Per mesi ha detto che non c'era bisogno di intervenire” e poi quando si sono mossi altri Paesi “ha fatto poco, solo una parte” ha osservato Epifani.
Il leader della Cgil ha in fondo fatto il suo mestiere, che da tempo sembra più essere quello di fiancheggiare il centrosinistra che non realmente rappresentare i lavoratori italiani, ma le sue preoccupazioni sono genuine. Il sindacato (ed in particolare la quadruplice) sa bennissimo che ormai non controlla più il malessere dei lavoratori italiani e che un inasprimento della crisi potrebbe generare una vera e propria rivolta sociale difficilmente controllabile nei suoi sviluppi che potrebbero sfociare in degenerazioni violente. Ha fatto bene Epifani, durante la stessa intervista, ad auspicare un più responsabile atteggiamento della polizia, invitandola a non caricare i lavoratori durante le manifestazioni o le occupazioni di fabbriche, ma farebbe bene a temere anche altre forme di disagio, perché la tolleranza, l’integgrazione degli immigrati ed il pensiero politicamente corretto non sono compatibili con la disoccupazione e la povertà degli italiani.
Soprattutto auspicheremmo dalla sinistra ricette economiche un po’ meno liberiste, altrimenti quando la crisi sarà passata troppe saranno le vittime innocenti lasciate sul campo. Epifani fa poi sempre il solito errore del suo sindacato, quello di mettere al centro della sua attenzione l’operaio della grande fabbrica del nord, cioè il metalmeccanico Fiat.
Per superare la crisi non servono aiuti pubblici per sostenere il consumo, quanto piuttosto investimenti per avviare grandi opere e provvedimenti per far sopravvivere la vera spina dorsale dell’economia italiana: le medie e piccole imprese e l’artigianato. Solo questo, insieme alle necessarie nazionalizzazioni delle imprese strategiche può farci guardare con ottimismo al futuro. Ma Epifani, da tempo, non dice più nulla veramente di sinistra.
Paolo Emiliani

Fonte: Rinascita.info

Nessun commento:

Posta un commento

Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog Voci Dalla Strada

Non sono consentiti:
- messaggi pubblicitari
- messaggi con linguaggio offensivo
- messaggi che contengono turpiloquio
- messaggi con contenuto razzista o sessista
- messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)