26 gennaio 2009

YES WE CANNOT

Dall'insediamento di Barak Obama alla casa bianca, tutti si sforzano di respirare un'aria di ottimismo e grande fiducia verso le strategie e i provvedimenti che adotterà il leader dell'ultimo impero rimasto.
Molti si chiedono quali saranno i rapporti con il vecchio continente in una fase così delicata per l'economia mondiale, si può prevedere tranquillamente che non saranno rose e fiori, né per gli europei e nè per l’Italia. La sensazione, è che Obama non abbia voglia di occuparsi di politica estera perchè i problemi economici che affliggono gli Usa, hanno sicuramente la priorità assoluta.
Questa situazione potrebbe di fatto lasciare campo libero al nuovo segretario di stato Hillary Clinton. Al di là della facciata di grande coesione e collaborazione del nuovo governo, all'insegna del cambiamento, abbiamo già visto durante la campagna elettorale quanto siano agguerriti tra loro.
Obama è il nuovo presidente che giustamente deve governare un grande paese e un grande impero travolto dai debiti, mentre per Hillary Clinton anche se è svanito il sogno di diventare presidente, non ha pesrso di certo la sua inclinazione a tenere le mani in pasta ad ogni costo, del resto lei ha molta più esperienza a livello politico, è stata lei a muovere i fili di Bill Clinton presidente, come si è detto e supposto molte volte. Di sicuro non è molto incline ad eseguire ordini.
La cosa più importante comunque non sono le loro lotte interne, ma come si porranno verso i paesi europei della Nato. Durante la campaga elettorale, Obama ha visitato Germania, Francia e Inghilterra affermando che "per gli americani l’Europa è una triade delle tre economie più prospere, e non possiamo aspettarci che in futuro Obama scopra improvvisamente di essersi scordato l’Italia reinserendola negli interlocutori privilegiati.
Obama ha dichiarato che le decisioni unilaterali non hanno più motivo di esistere e soprattutto le azioni di politica estera americane saranno concordate con gli alleati, o almeno con quelli ritenuti "importanti interlocutori", quindi l'Italia si ritroverà ancora, come in passato a seguire il suo padrone come un cagnolino con la cosa tra le gambe.
Obama ha già detto che la lotta al terrorismo dovrà vedere un maggiore impegno militare europeo in Afghanistan. Di certo non sarebbe giusto dare un aiuto maggiore allo sforzo militare, senza aver voce in capitolo sui tanti temi su cui la vecchia amministrazione non ha sempre dettato le regole. Sarebbe ora di trattare riguardo la presenza di basi Usa, l’imposizione di un sistema missilistico lungo il confine russo, gli equilibri di potere all’interno della NATO.
Se Obama manterrà le promesse (?) l'Europa conterà un pò di più su tante dispute con gli Usa che vanno avanti da tempo e su cui fin'ora hanno prepotentemente primeggiato e deciso per noi.
Anche l'Europa, ed in particolare l'Italia è alle prese con una recessione di queste proporzioni, la crisi e' diventata ''qualcosa di veramente globale" e con il nostro debito pubblico, oramai alle stelle, forse c'è da chiedersi "quanto possiamo trattare" e cosa.
L'unica cosa sicura è che fino a quando saranno le banche centrali a governare le nazioni, come sta succedendo, i capi di stato saranno dei semplici burattini, e il popolo dovrà subire l'arroganza dei grandi banchieri e rassegnarsi al fatto che solo gli interessi di pochi sono una priorità.
Intanto la recessione è arrivata e forse gli effetti devastanti che vedremo a breve nell'arco dell'anno, daranno a chi governa, la possibilità di acquisire ancora più potere, perchè la gente spaventata ed affamata, accetta qualsiasi soluzione.

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