11 settembre 2023

L'11 settembre originale ► Un breve libro di Memorie

"Questa viene dai miei archivi. Scritto dopo il G20 di San Pietroburgo, 10 anni fa - in una delle mie periodiche rivalutazioni dell'11 settembre americano. Non ricordo se sia stato pubblicato. Mezzo secolo dopo il fatto, rimango assolutamente fedele a queste righe concise"
La mia generazione - soprattutto in Europa e in Sud America - è stata profondamente toccata dall'11 settembre originale. Ero al primo anno di università. Ero appassionato di Bowie e Zeppelin, di Bergman e Pasolini, di surf e skateboard, di moto Ducati e bionde allampanate da spiaggia. Più Keats e presocratici che Lenin e Carlos The Jackal. Beatamente ignari di cosa fare più avanti nella vita.

A quel punto noi, figli di Marx e della Coca Cola, sapevamo già, vagamente, che la CIA - agli ordini di Tricky "non sono un truffatore" Dick - non faceva prigionieri contro Allende in Cile, fin dalle elezioni del 1970. Il "ciò che diciamo, va" di Washington regnava sovrano - come nel caso di Kissinger che, sempre nel 1970, pontificava in modo sconclusionato su "un Paese che cade nel comunismo a causa dell'irresponsabilità del suo popolo". Tricky Dick impazzì, urlando che la vittoria di Allende avrebbe portato tutta l'America Latina a diventare antiamericana. Conoscevamo molto bene "l'orrore... l'orrore" del Vietnam, molto più piacevole esteticamente se rappresentato attraverso i film di Godard. Eppure i nostri skateboard erano americani, le nostre magliette Hang Ten erano americane, il nostro vinile era americano.

Poi arrivò la valanga di disinformazione e psy-ops - coordinata dai veterani della guerra sporca del Vietnam. La CIA comprava politici e militari; spiava in stile NSA l'ambasciata cilena a Washington; distribuiva munizioni "sterilizzate"; compilava liste di persone da incarcerare, infrastrutture da "mettere in sicurezza", installazioni governative da occupare, elaborava piani di emergenza. Il Cile si è trasformato in un esperimento di laboratorio di sabotaggio economico senza precedenti; il Ground Zero del capitalismo dei disastri.

Una componente fondamentale fu la campagna internazionale di demonizzazione di Allende - il prototipo di altre campagne -, in gran parte affidata a un esordiente sconosciuto in politica estera, George H.W. Bush, allora in veste di ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite.

Poi arrivò l'11 settembre e il Frankenstein Pinochet. Abbiamo assistito all'orrore, desiderosi di prendere un volo per Santiago e unirci ai nostri compagni di scuola contro i fascisti. E combattere con cosa? Bowie in vinile e Marx in spagnolo? Sapevamo a malapena sparare con un kalash. Un mese dopo, Kissinger ricevette il Premio Nobel per la pace. A quel punto avevo deciso definitivamente. Combattere il potere. L'11 settembre è stato l'evento che ha forgiato un giornalista, almeno questo giornalista.

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