28 febbraio 2023

Il Regno Unito potrebbe sperimentare le smart card del DNA

È stato proposto un nuovo schema che prevede la memorizzazione di elementi del DNA di un paziente in una scheda elettronica.I ricercatori sostengono che l'adattamento dei farmaci al DNA di una persona potrebbe contribuire a ridurre gli effetti avversi fino al 30%. Lo studio potrebbe accelerare la sperimentazione delle "smart card" mediche a Liverpool e Manchester e, in caso di successo, estenderla al resto del Regno Unito.

Lo studio, pubblicato su The Lancet, è la prima volta che il profilo genetico viene utilizzato per personalizzare le prescrizioni di farmaci. Il programma è stato presentato come un modo per ridurre i ricoveri ospedalieri dovuti a effetti collaterali indesiderati, che costano al Servizio Sanitario Nazionale circa 1 miliardo di sterline all'anno.

Lo studio ha coinvolto 7.000 persone di sette Paesi europei. Nel Regno Unito è stato condotto dagli esperti dell'Università di Liverpool, che hanno utilizzato il profilo del DNA per personalizzare 39 prescrizioni comuni per un'ampia gamma di problemi medici, tra cui malattie cardiache, cancro e malattie mentali.

Lo studio ha concluso che coloro che hanno assunto prescrizioni personalizzate in base al proprio DNA, o smart card, hanno sperimentato il 30% in meno di effetti collaterali negativi rispetto a coloro che hanno assunto prescrizioni standard. Le informazioni sui geni di ciascun paziente verrebbero memorizzate sulla smart card come record elettronico.

"Questo tipo di test contribuirà a rivoluzionare il modo in cui possiamo trattare i pazienti e il futuro della medicina di precisione con terapie più mirate", ha dichiarato il professor Sir Munir Pirmohamed, esperto di farmaci e genetica presso l'Università di Liverpool.

"Il nostro obiettivo è quello di migliorare la sicurezza e l'efficacia dei farmaci, allontanando la medicina dall'approccio 'taglia unica', per tentativi ed errori".

Il professor Pirmohamed ha aggiunto: "Abbiamo dimostrato che utilizzando l'impronta del DNA possiamo ridurre gli effetti collaterali del 30% - una riduzione notevole con un singolo intervento".

Ha aggiunto che in futuro la tecnica potrebbe essere utilizzata per identificare un maggior numero di effetti collaterali e individuare le marche e le dosi di farmaci più efficaci per i singoli pazienti.

"In questo modo si risparmierebbero i ricoveri in ospedale per le reazioni ai farmaci e si potrebbero salvare delle vite", ha spiegato.


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