5 gennaio 2023

World Economic Forum 2023 ► Come contrastare la "disinformazione"

Il gruppo internazionale vuole prevedere e mitigare ciò che ritiene essere disinformazione.
Il World Economic Forum (WEF), un'organizzazione globale non eletta che cerca di "plasmare le agende globali, regionali e industriali", ha annunciato il programma del suo incontro annuale del 2023, che include un panel sulla lotta alla "disinformazione".

Il panel è intitolato "Countering Threats in the Age of Black Swans" (Contrastare le minacce nell'era dei cigni neri) e si terrà il 18 gennaio 2023 alle ore 9:00 (Eastern Standard Time, EST).
La descrizione del panel non definisce la disinformazione, ma sostiene che "un'ampia gamma di attori" ha accesso a "una capacità sempre maggiore di diffondere la disinformazione". Questa capacità, secondo il WEF, starebbe aggravando "minacce che un tempo erano considerate anomale".

Nel corso della tavola rotonda, i relatori discuteranno di come prevedere, mitigare e contrastare queste minacce, presumibilmente aggravate dalla disinformazione.

Sebbene la descrizione del panel non definisca la disinformazione, un recente post di promozione dell'incontro annuale del WEF suggerisce che il gruppo ritiene che le critiche al WEF e la sfida alle narrazioni mainstream di Covid-19 siano disinformazione.

In questo post, il WEF si lamenta di essere stato preso di mira da "campagne di disinformazione" e rimanda a un altro post in cui il suo direttore generale, Adrian Monck, suggerisce che le critiche al controverso slogan del WEF "Non possiederai nulla e sarai felice" siano legate a una "campagna di disinformazione".

Oltre a bollare come disinformazione le critiche a questo slogan, Monck lamenta anche la "disinformazione sul COVID-19 e sui vaccini".

Oltre a bollare questi argomenti come disinformazione, Monck sostiene che "la disinformazione fa deragliare la libertà di parola" e chiede di "agire per evitare che le bugie vengano accettate come verità".

Correlato: Come il termine "disinformazione" è stato usato come strumento di censura online durante la pandemia di coronavirus.

Questo post di Monck è uno dei tanti esempi di come il WEF spinga per la censura di ciò che ritiene essere disinformazione. Il WEF e i leader mondiali che partecipano alle sue riunioni hanno già illustrato come le Big Tech collaborino con organizzazioni intergovernative come le Nazioni Unite (ONU) per affrontare la disinformazione, hanno chiesto alle società di social media di reprimere le "voci" e hanno spinto per l'uso dell'intelligenza artificiale (AI) per censurare la disinformazione.

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